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L'ANGOLO DI A.I.
La Palestina dal dominio turco
Alla proclamazione dello Stato di Israele
A.I. e Fr.I.


La Palestina è stata sotto il dominio dell'Impero Ottomano per diversi secoli, dal 1516 al 1917. Durante questo periodo, l'Impero Ottomano controllava una vasta area che comprendeva non solo la Palestina, ma anche parti significative del Medio Oriente, del Nord Africa e del sud-est dell'Europa.
Durante la dominazione ottomana, la Palestina era parte del vilayet (provincia) di Sham, che aveva la sua capitale a Damasco. Gerusalemme era una città importante ma non la capitale.

La Palestina dell'epoca comprendeva una popolazione diversificata di ebrei, cristiani e musulmani. Le comunità religiose coesistevano, ma c'erano periodi di tensione, specialmente tra ebrei e musulmani. Gerusalemme, con i suoi luoghi sacri per le tre principali religioni abramitiche, era al centro di molte di queste tensioni.

Durante la prima guerra mondiale, l'Impero Ottomano si alleò con le Potenze Centrali e combatté contro gli Alleati. Alla fine della guerra, con la sconfitta dell'Impero Ottomano, la Società delle Nazioni nel 1920 assegnò alla Gran Bretagna il mandato di amministrare la Palestina, un territorio che comprendeva gli attuali Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza.

Durante l'amministrazione britannica, la regione fu teatro di tensioni etniche e religiose tra la popolazione ebraica e quella araba. Inizialmente, gli ebrei sionisti vedevano il Mandato come un'opportunità per realizzare il loro sogno di uno stato ebraico in Palestina. Il sionismo è infatti un movimento politico che ha avuto origine alla fine del XIX secolo, secondo il pensiero di Theodor Herzl, con l'obiettivo di fondare uno stato ebraico nella terra di Israele, patria storica del popolo ebraico. Gli arabi si opponevano a questo progetto.

Il Mandato britannico, nonostante l'opposizione esercitata, vide comunque un aumento dell'immigrazione ebraica in Palestina, che provocò tensioni tra le comunità.
Numerosi film raccontano questo periodo storico, molto noto "Exodus", un film epico del 1960, diretto da Otto Preminger che ne racconta l'epopea.

Gli immigrati ebrei fondarono i kibbuz, comunità agricole collettiviste dove i membri condividevano la proprietà, le risorse e i beni. Tutto era di proprietà comune e i membri lavoravano insieme per il bene della comunità, anche ex professori universitari zappavano la terra.
I kibbutz erano visti come una grande famiglia e anche l'educazione dei bambini era considerata una responsabilità della comunità e veniva gestita in modo collettivo

Nel 1936, scoppiò una grande rivolta araba contro l'amministrazione britannica e l'immigrazione ebraica. Questo conflitto portò alla formazione delle prime milizie ebraiche, lo Haganah, forza di difesa ebraica, contribuendo a definire il futuro del conflitto arabo-israeliano. Questo periodo vide una crescente tensione tra la popolazione ebraica e quella araba, nonché una resistenza ebraica all'amministrazione britannica, in particolare in relazione alla politica di opposizione all'immigrazione ebraica e al futuro della Palestina.
Alcuni gruppi ebraici come Irgun, Lehi e banda Stern, furono coinvolti in atti di terrorismo. Queste azioni erano rivolte contro obiettivi britannici e contro i palestinesi arabi, con l'obiettivo di espellere i britannici e di stabilire uno stato ebraico in Palestina.
Un episodio significativo fu l'attentato all'Hotel Re David a Gerusalemme nel luglio 1946. Membri dell'Irgun piazzarono bombe nell'hotel, che all'epoca fungeva da quartier generale del comando militare britannico. L'esplosione causò la morte di oltre 90 persone.
Un altro terribile episodio fu il massacro di Deir Yassin nel 1948, in cui membri di Irgun e Lehi attaccarono il villaggio causando la morte di un numero significativo di palestinesi arabi, inclusi donne e bambini. Questo evento ebbe un forte impatto sulla dinamica del conflitto, generando panico e provocando la fuga di molte comunità palestinesi.
Molti leader ebrei condannarono tali atti e cercarono di negoziare soluzioni politiche. Tuttavia, il terrorismo ebraico durante il Mandato britannico contribuì a complicare ulteriormente il contesto della Palestina, alimentando il ciclo di violenza che caratterizza ancora oggi il conflitto israelo-palestinese.

l 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) adottò la Risoluzione 181, il Piano di Partizione della Palestina che raccomandava la creazione di due stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme città internazionale sotto il controllo delle Nazioni Unite.
I leader arabi respinsero il piano, sostenendo che era ingiusto nei confronti della popolazione araba. Gli ebrei viceversa, con il loro leader storico Ben Gurion, accettarono la proposta e dichiararono l'indipendenza di Israele il 14 maggio 1948.

Gli stati arabi, confinanti e non, Egitto, Transgiordania, Siria, Iraq e Libano attaccarono il neonato stato con l'espresso intento di buttare a mare gli ebrei; il segretario generale della Lega Araba Azzam Pasha aveva addirittura dichiarato: "Questa guerra sarà una guerra di sterminio, e avrà proporzioni tali che se ne parlerà come dei massacri mongoli sui crociati". Ma Israele ebbe la meglio sugli eserciti arabi e nel 1949 si arrivò ad un armistizio.

Per gli arabi palestinesi fu una tragedia, "nakba" la chiamano, 300.000 fuggirono nei paesi arabi confinanti dove furono relegati in campi profughi senza nessun tentativo di integrazione, proprio allo scopo di tenere aperta la questione con Israele.
Nello stesso tempo 300.000 ebrei fuggirono dai paesi arabi, questi invece accolti e integrati in Israele.
E dopo di allora guerre con solamente brevi sprazzi di speranza.

A.I. e Fr.I.

POSTILLA
Per quanto concerne i profughi palestinesi, nel 1970 ci fu il "Settembre nero": un aspro conflitto fra l'esercito giordano e i palestinesi della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) di Yasser Arafat.
Poi, nel settembre 1982 a Beirut, il massacro nel campo profughi di Sabra e Shatila compiuto dai falangisti cristiani libanesi ma con gli occupanti israeliani, che avevano il controllo della zona, che permisero loro di entrare nei campi.

Per Israele settant'anni di guerre.
1956 – assieme a Francia e Regno Unito contro l'Egitto come reazione alla nazionalizzazione del Canale di Suez.
1967 – Guerra dei sei giorni.
1973 – Guerra del Kippur.
2004 – Invasione del Libano.
2007 – Operazione "Piombo fuso".
2014 – Operazione "Protective Edge".
2023 – Guerra contro Hamas con il coinvolgimento di tutta la popolazione della Striscia di Gaza.


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  28 dicembre 2023