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Ex tenebris
la rinascita di Micaela Tornaghi
Anna Marini - (fotografie dell'autrice)


Vernissage alla Casa Novecento di Monza, nella serata di giovedì 30 giugno 2016. A dare luce agli spazi ristrutturati dello storico edificio in stile liberty è l'arte di Micaela Tornaghi,
Ex tenebris è una mostra, ma non solo, è l'esperienza vissuta in prima persona da un'artista che ama giocare con i diversi codici espressivi e risvegliare le sensibilità del suo pubblico.
Il tema dell'installazione è un momento particolare e molto intimo che tutti sperimentiamo, quello del risveglio: l'attimo in cui gli oggetti riappaiono gradualmente alla nostra vista, manifestandosi non ancora nella loro totalità, ma preferendo il mistero della forma astratta.
Questo tempo, assoluto e soggettivo, è per Micaela Tornaghi fonte di alta ispirazione; è occasione generatrice di armonia e di spiritualità, raggiunta al termine di un'esperienza di viaggio e di introspezione psicologica. Come sottolineano le parole di Alberto Moioli, nell'intervento durante l'inaugurazione, nelle opere esposte alla Casa Novecento predomina non tanto l'intento dell'Autrice di svolgere un esercizio grafico, quanto la componente contenutistica.


Il progetto nasce nel 2008, a febbraio, da una serie di viaggi compiuti da Micaela Tornaghi;
Ex tenebris prende vita dalla stanchezza, dall'incalzare della notte, dal buio che avvolge i momenti di incupimento invernale. Nel passaggio dallo stato di torpore depressivo alla luce della rinascita, gli scatti fotografici che ritraevano particolari rubati al viaggio vengono letti alla luce indefinita del primo risveglio. E' questa la fase in cui gli oggetti mostrano le forme dilatate ed ingigantite, in cui la loro materia cambia stato. Si irradia, sulla tela nera, la potenza creatrice della luce, ed emergono forme unite a colori, interrogate ed accolte in movimenti differenti. La ricchezza e la varietà produttiva della dimensione onirica trova spazio nell'interpretazione artistica e nella formazione tecnica di Micaela Tornaghi. In ogni sua installazione si riconosce la necessità tipica del designer industriale di scorgere la bellezza nell'essenzialità delle linee. Estetica, funzionalità ed ergonomia dei prodotti regalano all'Artista la contemplazione dell'essenza più pura dell'oggetto.

pubblico pubblico pubblico

Il ritorno dalle tenebre allo stato alfa è immortalato nelle prime interpretazioni dell'installazione, nei toni bianchi e negli “acciai” inconfondibili delle lampade: tra gli oggetti queste, per prime, si riconoscono al risveglio. Corpi globosi, affusolati e creati dalle forme più disparate, ma tutti portatori della luce creatrice. Poi, nelle successive opere, spiccano le gocce turchesi, gli amati toni freddi nelle declinazioni del verde e infine la grande rivelazione, il proibito, l'incompreso: il rosso. Il pigmento evitato, lo sconosciuto, tentato nelle prime composizioni e poi raggiunto nell'opera che trae origine dai “Venti Veggenti”, la mostra performativa di Silvia Capiluppi, inaugurata a Vigevano nel 2012. “La verità negli occhi” del progetto vigevanese si materializza nelle pupille di una donna inghiottita dalla profondità di un nero assoluto. Ad esso sembrano convergere il tono freddo e l'inedito caldo. Al rosso l'Artista dedica la sinfonia della scoperta e del ritorno nella perfezione delle geometrie.
Le forme che nelle prime opere dell'installazione sono compatte e dense di materia espressiva, nelle successive si aprono nel colore, in principio divenuto materia, poi dissolto nella rivelazione luminosa. Così la sostanza si riconosce nella luce per poi riapparire nella sua essenza.


L'evento è accompagnato dalle vibrazioni di Endrik Favero, compositore che dedica le sonorità alla musicoterapia e al raggiungimento del benessere psicofisico. I brani proposti, ciascuno dedicato ad una precisa opera, si susseguono a stimolare sensazioni, ad intrecciare dinamiche emozionali.

L'opera che chiude la sequenza della mostra si ispira al gioco crudele intrapreso in una notte di mezza estate da Oberon e Titania, sovrani delle fate. Nel magico mondo del bosco si inscena il desiderio di sopraffazione espresso dai coniugi e la pace che infine la coppia raggiunge. E' il tema della commedia shakespeariana a guidare le pennellate fluide di Micaela Tornaghi, su una tela nera che inghiotte ogni sfumatura, ogni traccia di colore. Questo appare alla vista dello spettatore, incantato dalla magia e dal genio creativo, ma il fruitore della mostra è anche invitato ad entrare nell'installazione e in Ex tenebris compie un'esperienza corale che diviene introspezione individuale.


Così cala, con il silenzio, il buio sulla Casa Novecento, e i punti luce accesi su un verde tappeto rimandano ai presenti lo stupore vissuto da fanciulli, quando le notti d'estate venivano illuminate dalla fiaba poetica di numerose lucciole. Si accendevano allora i prati di montagna e le superfici dei campi acquisivano un'inedita profondità. I ricordi dell'infanzia ritornano alla superficie della memoria adulta, entrando, per pochi attimi, nella tenebra del pubblico. Alla magia del passato si unisce il grande lo stupore per lo spettatore quando si affaccia ad ammirare la “Luna nel Pozzo”: l'espediente geniale, ideato da Micaela Tornaghi, per guidare il soggetto nell'esplorazione della propria dimensione onirica. Sul buio fondo del “pozzo”- un telo disposto a creare una geometria cilindrica - appare la meraviglia dei led azzurri, disposti come le stelle nella costellazione di Orione. Si accendono infine le pile che ciascun fruitore ha ricevuto all'inizio dell'evento, e si posizionano con la propria luce, bianca o rossa, sulle opere. Ciascuno, immerso nella condivisione di un'esperienza individuale, gioca per interrogare forme e frammenti che fanno della luce un'opera d'arte.

Anna Marini

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  3 luglio 2016