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Giorgio Ruggeri, pittore
Tania Marinoni

                          

Giorgio Ruggeri dipinge per passione e il suo amore per la raffigurazione rivela il grande talento racchiuso nella sua vasta produzione. Classe 1921, vive da solo e ha una vita intera da narrare. Nel suo appartamento in centro a Monza un'altra voce si unisce alla sua: è quella dell'Arte, inseparabile compagna e da sempre custode di emozioni e momenti, di ricordi e intuizioni. Le pareti della sua abitazione conservano le composizioni degli ultimi anni: mostrano una ricca collezione di paesaggi e contesti urbani, di vita rivissuta nella memoria del presente. Volti e colori prendono forma nella misteriosa poesia della pittura astratta, mentre interrogano l'osservatore che li ammira. Nella stanza in fondo al corridoio si apre l'atelier, luogo di ispirazione e creatività. Qui i barattoli dei colori, con i pennelli posati da poco, testimoniano il suo recente passaggio e un'attività in costante divenire. Il talento di Ruggeri si esprime in una continua ricerca, premiata dall'entusiasmo e dalla fantasia del suo autore; è, ad esempio, il desiderio di sperimentare materiali inediti, come il polistirolo.


A casa di Ruggeri l'Arte è ovunque, nei dipinti incorniciati e negli schizzi improvvisati: in uno scorcio di paesaggio e nel nudo femminile accennato con gentilezza e discrezione. Numerosi sono i soggetti scelti dall'autore, come diverse sono le tecniche sperimentate. Gli autoritratti, perfettamente definiti in età giovanile, sfumano nell'evanescenza con l'avanzare degli anni. È così che egli narra gli inganni del tempo e il lento svanire di ciò che appare. I volti immortalati dal pittore si animano di uno sguardo intenso e soavemente malinconico. Visi femminili, di delicata bellezza, affascinano l'osservatore, rendendolo partecipe di un'antica nostalgia.
Il paesaggio nelle sue opere ha tratti magici perché onirici: città e paesi sono luoghi dell'anima, che traggono spunto dai ricordi e sconfinano nell'immaginazione. Alla luce della luna si accende Moena in una veduta notturna; dorme il centro silenzioso, che nel verde dei prati sembra fondersi con i tetti delle case e i profili degli alberi.

Due elementi ricorrono con frequenza nei dipinti dell'artista: il ponte e il cane. Il primo introduce la Monza accennata con l'incanto dell'acquerello o la Venezia immersa nelle acque del Canal Grande. La presenza dolce e discreta del cane evoca, invece, i legami affettivi della famiglia, vissuti nella quieta dimensione domestica.
È il colore, steso in larghe pennellate, o avvolto in un accenno di espressionismo, a narrare i luoghi dell'anima del pittore. Venezia rammentata in uno scorcio, incantata nel fascino dell'astrattismo, si specchia nelle acque calme della laguna. Accanto ad essa, un'opposta visione la mostra invece distrutta, quasi scomparsa nella sua eterna bellezza: è il futuro 2050, che Ruggeri preannuncia in una triste e lucida premonizione. Venezia è parte della vita del pittore, Venezia sono gli anni della gioventù e dei sogni, sono i ricordi e la nostalgia. È in questo centro che il suo talento artistico divenne disciplina, alla celebre Accademia, sotto la guida del maestro Guido Cadorin. Là Ruggeri imparò a dialogare con le sfumature cromatiche e a preparare, attraverso un'accurata procedura, le tinte dai pigmenti naturali.

Accanto alle vedute urbane, tra le recenti opere, anche le tinte tenui delle nature morte: le silenziose alzate stracolme di frutti in un'atmosfera rarefatta, i grandi fiori, cinti in mazzi rigogliosi, che popolano vivaci vasi o si stagliano su enigmatiche figure piane. In diversi dipinti si percepisce la ricerca della geometria: nelle forme naturali o nei soggetti cromatici, ai quali Ruggeri ha dedicato un'intera opera. Nella sua poetica ricorre anche il mare, osservato dai bagnanti sulla riva, o solcato da vivaci barche a vela. Il mare profondo e calmo, allietato dal canto dei gabbiani in volo.

Nella vasta produzione si riconoscono chiari rimandi ai maestri della pittura novecentesca. Dall'armonia di Matisse, alle piazze metafisiche di De Chirico: molte le citazioni dei grandi autori. Ad ispirare le sue opere concorre anche la narrazione biblica, come il noto episodio de La casta Susanna e i due vecchioni, riportato nel Libro di Daniele.
Giorgio Ruggeri, direttore commerciale di professione e artista per vocazione, ha da sempre amato la pittura, eleggendola a modalità espressiva e a canale attraverso il quale veicolare la propria emotività. Nelle sue composizioni seduce l'entusiasmo che trapela da ogni pennellata, così carica di colori intensi e vivaci; affascina il suo implacabile desiderio di sperimentare nuove strade, di introdurre note inedite e originali.

Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole.
(Pablo Picasso)

Anna Marini


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  17 settembre 2018