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Taking care
La nuova poetica di Casagrande & Recalcati
Anna Marini


Casagrande & Recalcati, il duo artistico conosciuto per gli splendidi soggetti naturalistici, vive in era Covid una nuova pagina compositiva. La recente produzione rivela infatti un'inedita attenzione dedicata all'interpretazione di concetti già affrontati in precedenza e adesso riletti in tempi di emergenza. La fragilità che questi artisti coglievano nella caducità della natura, nelle settimane di lockdown, lascia ora spazio a quella patologica della malattia. LeoGalleries accoglie questa nuova poetica nascente con una personale dedicata alla fase che il duo artistico sta attraversando.

Nonostante i visibili cambiamenti facilmente riscontrabili nelle recenti produzioni, si nota una sorta di continuità con le precedenti opere. Ciò che adesso ispira l'arte di Casagrande & Recalcati è infatti ancora il tema della fragilità, calato nella comprensibile drammaticità della triste contingenza.
La caducità osservata in passato nei fiori permetteva di acquisire la consapevolezza che ogni bellezza sfiorisce. Ipervanitas, il titolo assegnato a ciascuna composizione, conferiva valore accrescitivo al termine latino Vanitas, cioè l'effimero, ovvero, tutto ciò che passa e si trasforma in cenere. Ma nelle lunghe settimane di chiusura, la poetica naturalistica di Casagrande & Recalcati viene declinata in ambito medico: la caducità si chiama adesso malattia e il fisiologico degenera nel patologico. Non solo il soggetto, ma anche il supporto, subisce cambiamenti: le grandi tele sono sostituite da tavole di piccole dimensioni, le uniche disponibili nei giorni di chiusura forzata.

LeoGalleries comprende appieno questa nuova fase derivante dall'emergenza Covid e la propone in un'esposizione che accosta le ultime opere alle precedenti. Il titolo della mostra è di straordinaria attualità: Taking care. Il rimando alla cura medica assume sulle tavolette la forma dei medicinali: bottiglie di alcol disinfettante e pastiglie analgesiche, ma anche oggetti simbolici, come i particolari della Pietà di Michelangelo vandalizzata. Ecco che la tecnica del restauro, esattamente come la pillola, assume una valenza terapeutica, perché permette di medicare e prendersi cura di un'opera ammalata.

Ma non mancano nemmeno oggetti generalmente relegati in secondo piano, che diventano adesso protagonisti di una nuova fase compositiva. Tra questi si notano vecchi strumenti medici e antiquate edizioni del Decamerone, l'opera nota per aver esorcizzato la peste che nel 1348 flagellava Firenze e l'Europa intera.
Ci sono poi i capolavori realizzati su piccola scala, evocativi ed afferenti alla sfera del surreale. Un uovo, simbolo della vita, ha al centro un occhio che, attraverso la capacità di guardare, riconosce l'esistenza in ciò che osserva. Un occhio che sembra spiare dal buco della serratura. Un occhio che è allo stesso tempo opera d'arte e osservatore, in un dualismo dinamico e simbiotico. Questo per affermare che il prendersi cura di qualcuno si esprime anche attraverso la vista, nel porre attenzione a ciò che viene osservato, o anche solo guardato.

Nel sottotitolo,“sordid details following”, si coglie il rimando all'ambito medico e alla fisicità della cura: perché quando si tratta una ferita o si interviene su un corpo malato, inevitabilmente ci si sporca le mani.
Ma tra gli strumenti ambulatoriali c'è ancora spazio per la rappresentazione della natura, anche se rappresentata sotto una luce nuova: un'opera mostra infatti in primo piano un fiore, ma capovolto, perché calpestato. Un fiore simile a quelli dipinti nelle precedenti opere, quanto alla cura del dettaglio, ma nello stesso tempo anche molto differente dalle rappresentazioni floreali tipiche dello stile di Casagrande & Recalcati. Non più il tripudio di rose dai rigogliosi petali, ma la malattia nella natura, la solitudine del fiore trascurato e bisognoso di cure.

Anna Marini



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  19 ottobre 2020