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Le acrobazie artistiche di Roberto Crippa
Anna Marini


A cinquant'anni dalla sua morte e a centouno dalla nascita, La LeoGalleries rende omaggio ad un grande artista monzese, Gaetano (in arte Roberto) Crippa. Pittore versatile e grande appassionato di volo acrobatico, riuscì a coniugare su tela le due grandi passioni. Con una selezione molto accurata delle opere, la Galleria ripercorre i momenti principali della carriera di Crippa: dagli esordi astratti vicini al MAC (Movimento Arte Concreta), fino alle ben note spirali, nate dall'incontro con Lucio Fontana. L'antologica propone una decina di opere provenienti da collezioni private e composte dall'autore negli anni Cinquanta e Sessanta. Come osserva Mario Palmieri, “Le Spirali ricordano l'aeropittura, la magnificenza del volo raccontata attraverso le emozioni dell'aviatore”. Solo pochi decenni separano, infatti, le opere di Crippa dai capolavori del Futurismo, molto cari alla Galleria. Spirali, ben inteso, vengono definite e appaiono tali per l'osservatore, ma nell'intento dell'autore sono in realtà discorsi nello spazio. “Lo slancio fisico e sportivo che balza in primo piano nelle sue opere si traduceva, dopo la fase sottilmente raffinata delle spirali (o “discorsi nello spazio”, come le denominava), in una ricerca di condensazione materica, che si manifestava a partire dal 1953 in un inturgidimento del flusso segnico, operato tramite la spremitura diretta dei tubetti sulle tele”.


Discorsi, quindi, e non semplici riproduzioni delle sue amate evoluzioni aeree. Benché il volo lo entusiasmasse e lo arricchisse anche artisticamente. Sì, perché il volo fu da sempre un grande amore dell'artista, una passione forte nata durante la guerra, quando, da allievo pilota, iniziò a sorvolare i cieli e a compiere acrobazie aeree, per schivare il nemico.
Diplomatosi alla Accademia di Brera, la sua carriera prende presto il volo e dimostra l'abilità di un artista esuberante, energico, sempre alla ricerca di nuovi percorsi e di forti emozioni. Crippa espone infatti in diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Triennale di Milano. Negli anni Cinquanta unisce i tratti spazialisti ai codici espressivi dell'astrattismo, caratterizzati da composizioni geometriche. In seguito, arrivano le Spirali, dapprima “grafiche”, poi più ricche di materia, grazie ai colori decisi. È con queste opere che Crippa aderisce allo Spazialismo, firmando ben tre manifesti.


L'incontro con l'arte americana lo avvia anche alla creazione dei primi totem, una sorta di ominidi dalla morfologia surreale, che verso la metà degli anni Cinquanta si materializzano in sculture di metallo. Crippa stava perseguendo l'esplorazione dello spazio con nuove citazioni di paesaggi, di visioni cosmiche oniriche e affabulate, interrogando una materia affascinante e misteriosa”.
Il suo desiderio di sperimentare nuove forme artistiche lo porta negli anni Sessanta a creare le Amiantiti, dimensioni cosmiche che racchiudono soli, lune e aerei, dapprima caratterizzate da tinte sobrie, che in seguito divengono vivaci e decise. Parallelamente ad una brillante carriera artistica, Crippa coltiva la passione per il volo, conseguendo nel 1956 il brevetto di secondo grado. Sopravvive a due incidenti, ma il destino lo attende nei cieli di Bresso, il 19 marzo 1972, quando è ancora in corso una grande mostra personale presso la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano. Sta tenendo una lezione di volo acrobatico a bordo di uno Zlín, quando un allievo sbaglia manovra. Crippa tenta di correggere la traiettoria, ma i suoi sforzi non evitano la tragedia. Non ha ancora compiuto cinquantun anni. Monza e tutto il mondo salutano per sempre il grande artista delle leggiadre acrobazie su tela. Le sue bellissime creazioni raccontano ancora oggi la sua appassionante narrazione compositiva.
Gli appassionati di volo acrobatico sanno che ogni anno si disputa una delle più importanti gare: il Trofeo Roberto Crippa.

Anna Marini


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  2 maggio 2022