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L'omnibus per La Santa - anni Venti



L'omnibus per Villasanta

Il trasporto si complica. Non solo ippovia, non solo tram ma anche omnibus, o meglio omnibus automobile,  che poi diventa (componendo le parole e invertendone l'ordine: autobus). Quello illustrato nella cartolina faceva servizio con La Santa, frazione di Monza fino al 1929, poi unita a Villa San Fiorano a formare il comune di Villasanta.
La cartolina è stata spedita nel 1935 ma è di parecchi anni prima. Garibaldi è di bronzo nero, non c'è ancora il tribunale (1932) ma in fondo sopravvive la facciata del seminario ed è fresca di pittura.
La sign.a  Vittorina, con bella calligrafia la invia alla Gent. Signorina Lina…Insegnante. Cantello , Varese. Lo strano che tranne la firma e l'indicazione Monza (senza aggiungere neppure la data), non vi è nulla di scritto, neppure un saluto. Quasi che il silenzio, il non scritto,  possa comunque significare qualcosa. Mistero.
Davanti al monumento sosta l' omnibus o autobus per La Santa. Quasi un mostro o ibrido formato da una carrozza di tram con quattro ruote senza camera d'aria. Lo strano oggetto (sembra più immaginario che reale) ha le tendine scure ai finestrini e sembra vuoto (l'autista è sicuramente al bar di fronte). Credo fosse il capolinea e si aspettasse l'ora di partire. Pochi i passanti. Dall'ombra sembrerebbe prima mattina.
Leggo (storia dell'autobus italiano  di Neri) che solo alla metà degli anni Venti si perde il carattere “ibrido” ,che vedeva di fatto mettere le ruote a delle carrozze tranviarie, per produrre i primi telai specifici per gli autobus.
Da altra storia (Principe) traggo che “le origini dell'autobus in Italia, si hanno nel 1906” . Si utilizzò per primo una grande vettura  e nel 1908 nasce quello a due piani. Curioso che questa vettura italiana venne impiegata a Edimburgo, dove per la prima volta in Inghilterra circolarono autobus a due piani, ed erano prodotti in Italia.
Il mostro della cartolina sembra sinceramente vecchiotto già per l'epoca della foto. Infatti da molti anni gli autobus prodotti dalla Fiat avevano un aspetto ben diverso e circolavano sulle linee urbane in molte città.


Ernesto Bazzaro - autoritratto
Il monumento (si  veda anche la precedente cartolina su piazza Garibaldi), era in marmo e fu sostituito con la copia in bronzo. Preferisco l'originale che oggi è abbandonato nel cortile di una scuola, dietro la ex Pascoli ora in ristrutturazione come sede della Circoscrizione. L'aspetto era meno triste e risaltavano la plasticità offerta dalle ombre, inavvertibili nella copia attualmente “esiliata” ai Boschetti, scura e cupa. All'originale in marmo manca una mano che andrebbe restaurata e ripristinata avendo l'esatta copia in bronzo a disposizione.

La statua dell'Eroe dei due Mondi fu realizzata dallo scultore Ernesto Bazzaro (1859 – 1937), fratello del pittore Leonardo.  “Scapigliato”, realizzò molte opere tra cui la curiosa facciata della clinica Columbus a Milano dove i nudi hanno indotto i milanesi a chiamarla “La Cà di Ciapp” . Nelle sue opere si sente la cultura e la tecnica dell'impressionismo  Lavorò molto, con rinomanza anche internazionale. Sul basamento stava un bassorilievo che non so dove sia finito.

L'omnibus per Villasanta

In quest'altra cartolina la piazza presenta il nuovo palazzo di giustizia, costruito nel 1932 . Il monumento è già stato esiliato e la piazza è poveramente segnata da due aiuole spartitraffico con un po' di fiori.  Il 28 agosto del 1940, Giulio (così sembra) scrive alla Sign.na  Alba … a Como. Anche in questa cartolina nessun messaggio, come un muto segnale. Curioso che Giulio con la data metta anche “ore 15” e “Munscia”.  Anche davanti Giulio segna un luogo e l'ora. Un appuntamento? Un segreto?
Da due mesi l'Italia era entrata in guerra. La Germania nel '39 aveva invaso la Polonia e poi oltre, sino a Parigi. All'inizio Mussolini aveva dichiarato la “non belligeranza dell'Italia”, poi la vergogna del colpo alle spalle alla Francia democratica, già invasa dai nazisti e in ginocchio. Dopo l'Etiopia e la Spagna, dal balcone di palazzo Venezia (ma si sentiva grazie alla radio ed agli altoparlanti in tutte le maggiori piazze del Paese) Mussolini  gridava, con le sue pause sapienti: “…L'ora delle decisioni irrevocabili è giunta… la dichiarazione di guerra… è già stata consegnata… agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.”

autobus a due piani

E, per finire, un “autobus”  del 1906 che vinse il premio Reale e che poi fu adattato per la Fiera Internazionale di Milano con regolari corse. L'autobus era a due piani (si noti la scaletta retrostante) e a “vapore” (la foto è presa da “Dall'Omnibus alla metropolitana” di Francesco Ogliari). Si noti anche che le ruote non hanno camera d'aria, come la nostra degli anni 20-30, sobbalzante per Villasanta.

Alfredo Vigaṇ

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  6 novembre 2005