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Savoiarda alla monzese (Tragedia e Comicità)
Il 29 luglio 1900



l'arrivo di re Umberto

La cartolina, viaggiata il 10 ottobre del 1900, mostra il re in carrozza in via Italia. Questa immagine fu ripresa poi per un quadro ad olio che si trova a Torino (museo del risorgimento). Dice la scritta: RE UMBERTO I, quando venne a Monza l'ultima volta (luglio 1900). La gente assiste lungo il percorso, qualcuno si toglie il cappello, altri no.

Del fatto abbiamo detto più volte (vedi le altre cartoline), sia della figura del Bresci (che non era un truce omicida), del probabile suo assassinio in carcere dato che la pena di morte in Italia, allora era stata abolita. Si disse che era stato “suicidato”.
Nel giugno del 1900 ci furono le elezioni: Queste sancirono lo spostamento di forze avvenuto nel frattempo nel paese e dettero la maggioranza dei voti ai gruppi politici che si erano schierati contro Pellooux. Tutti i partiti dell'Estrema registrarono notevoli progressi , passando da 67 a 96 seggi – ma l'aumento maggiore fu quello dei socialisti che raddoppiarono la loro rappresentanza parlamentare ( da 16 a 33 deputati),-mentre la sinistra costituzionale rafforzò le sue posizioni a scapito dei gruppi governativi.”…. “ Di la dall'ondata di commozione ufficiale che sembrò scuotere il paese all'indomani del 29 luglio 1900, prevalse la convinzione che il gesto dell'”uomo venuto dall'America”, l'anarchico pratese Gaetano Bresci, costituisse un ammaestramento ad opporre “una politica di rigenerazione” a “quella politica di reazione ad oltranza, che alcuni invocano, inconsapevoli o dimentichi delle leggi della storia” (Storia d'Italia , vol 4***, La Crisi di fine secolo, E. Ragionieri, 1976 Einaudi . Le ultime citazioni tra virgolette sono tratte da articolo sulla Stampa del difensore di Bresci avv. Merlino).
L'atto si inserisce in un contesto storico troppo spesso dimenticato e, indipendentemente dalla volontà e intenzioni del Bresci, partecipa alla modifica di indirizzo politico del paese. Modifica che durerà, tra alterne vicende, sino alla grande guerra..

Non prendo però sul serio la sceneggiata Savoiarda di ogni anno alla Cappella espiatoria a Monza.
La Savoiarda si fa con la testina di vitello e soppressata, sempre di testa disossata, peperoni gialli e rossi, cipolline e cetrioli.
La Savoiarda è anche una antica razza di montagna, con testa pesante, gli occhi sporgenti, le orecchie mediamente sviluppate, strette, leggermente pendenti. Di una pecora si tratta.
La Savoiarda è anche una vecchia razza italiana cugina di una francese. In via di estinzione. I giovani nascono con colore scuro e diventano chiari negli anni. Hanno grandi occhiaie nere. Anche il fiocco della coda del bovino è nera.
La Savoiarda è anche una triste canzone o breve ballata che comincia dicendo:

“ Alla fine del secolo
“ Un re infame aveva decorato
“ Un vigliacco Generale
“ che aveva sparato
“ Coi cannoni sulla folla
“ Che chiedeva solo pane
“ …..
“C'era un uomo che quei morti
“ Non li aveva più scordati
“ Quell'ignobile massacro
“ …………
“ Nella tasca una pistola
“ Rabbia e odio dentro il cuore
“…..
“Una carrozza col monarca
“ ….
“ All'improvviso un braccio si eleva
“ Sei colpi diritti al cuore
“ Un Savoia al creatore
“………..

La Savoiarda alla monzese è anche la piccola sceneggiata di ogni anno alla Cappella Espiatoria di via Matteo da Campione. Le componenti ci sono tutte, sia quelle tragiche che quelle comiche e grottesche. Se non ci fossero scappati due morti ammazzati, uno sparato e uno suicidato e se tutto sommato non fosse passato poco tempo storico dal regicidio, se nel sentire comune un omicidio è sempre raccapricciante e non condivisibile anche se dettato da motivazioni ideali, si potrebbe fare una sceneggiata teatrale completa in costume, come per il corteo storico nelle feste del patrono San Giovanni. Qui ci starebbero anche biglietti di ingresso con tanto di diritti di autore, visti i precedenti della famiglia, e spuntino o rinfresco. Il successo turistico non sarebbe male.
Chissà perché la ricorrenza del regicidio non si è fatta nella data dell'evento ma prima. Forse perché i ricorrenti pensano alle vacanze e quindi si fa un po' prima per organizzare le partenze ai monti ed ai mari. Per ricorrenti intendo i parenti discendenti, gli affini e quelli che si mettono le divise come i marinaretti, soldatini e crocerossine d'epoca come ogni comparsa che si rispetti. Mi sarebbe piaciuto andare, non per manifestare come altri (trattenuti dalle forze dell'ordine e che fanno inavvertitamente tropo onore al fatto), ma per la curiosità e sapore del grottesco alla grand guignol. Seri, inconsapevoli del lato comico, invece gli assessori (mi dicono tre) che sono andati a tributare omaggio a chi vorrebbe farci pagare i danni per essere diventati repubblica. I consiglieri di minoranza (credo anche quelli di maggioranza) non sono stati né invitati né avvertiti, forse perché qualcuno si vergognava o temeva uno sberleffo o pernacchia in luogo.

il re, il bambino e la gallina

Per un ricordo simpatico del re Umberto I (non so se lo merita) allego anche la copertina retro della Domenica del Corriere del 26 agosto del 1901, un anno dopo. Mi piace perché non retorica ne pomposa, disegnata da Beltrame. Dice il titolo: Il re nella sua vita privata: Te see staa ti a mazzamm la mia gajna ?. La figura mostra un bambino che nel Parco redarguisce e interroga il re in tenuta da caccia. Aggiungo che il bambino, dato l'uso delle z, forse era di Lissone o dintorni.
Aggiungo anche, nel divertente, una bella cartolina della Villa Litta di Vedano in stile Tudor, confinante col Parco e dove spesso e volentieri l'Umberto scappava dalla sua amante attraversando il Parco. E' viaggiata nel 1906 ed Emilia scrive alla amica Beatrice a Roma.

Alfredo Viganò

Villa Litta



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  29 luglio 2008