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degli Alabardieri



degli Alabardieri

La cartolina è viaggiata nel 1903, è indirizzata ad una signora tedesca o austriaca a Torino che porta il cognome del celebre regista Lang. Minutamente scritta in tedesco e mostra “gli Alabardieri” in servizio al Duomo di Monza .
Questi, nella loro classica divisa e con l'alabarda, sono in posa per la foto.

Gli alabardieri verso il 1920
Gli alabardieri oggi, dopo il giuramento di sette nuove reclute

Ho trovato una bella guida de “Il Duomo di Monza.” Bella anche perché è datata 1915. Stampata dalla Tipografia Editrice Artigianelli. La prefazione e l'opera è di Luigi Modorati, storiografo che molto ha scritto sulla storia della Città, sul Duomo, sull'Arengario e altro.
Dice: “Possa questo modesto lavoro storico – descrittivo della nostra reale, insigne basilica di San Giovanni e del suo Tesoro, tornare d'istruzione alla nostra gioventù, mostrandole quanti tesori artistici, quanti documenti gloriosi… Scopo di questa guida si è appunto di mostrare tanta ricchezza al visitatore porgendogli  un artistico, spirituale godimento.”


Ancora oggi vale la pena di essere letta, per chiarezza, documentazione, illustrazioni e notizie..
A pagina  151 c'è il capitoletto “Degli Alabardieri”, anche con una foto, diversa da quella della cartolina, ma che mostra sempre allineati con la stessa divisa otto alabardieri “armati”.
L'imperatrice Maria Teresa concesse (29 luglio 1763), dopo supplica,  questa piccola guarnigione armata al servizio del Duomo “per far ala contro gli urti dell'affollato popolo, e specialmente nella processione della Corona Ferrea, proponendo un modello di uniforme… non dovessero impegnarsi in altro all'infuori del decoro del Tempio”.
Modorati poi precisa che a seguito di una legge fu proibito il porto d'armi e che però nel 1807, con un ricorso al Ministero della guerra e a quello per il culto, il corpo degli Alabardieri fu ripristinato, ma precisa “sostituendo all'antico cappello a tre punte quello a due punte, allora comune a tutti i dignitari ed alle guardie dei principi…”  . Suppongo che vi fosse anche da rispettare una immagine “politica” dato il periodo e le trasformazioni avvenute.







    

Nella guida c'è anche il capitoletto sullo “Stemma di Monza “ di cui riporto la curiosa immagine. Stemma poi modificato come quello riportato sulla copertina  e concesso da Ottone III circa verso il 1000, dice Modorati. Curiosa perché la Luna ride. Riporto anche un'altra immagine dalla Guida de complesso della Basilica.

Alfredo Viganò



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