prima pagina pagina precedente





Il nuovo museo del Duomo si presenta…
di Franco Isman


il plastico con il soppalco
il plastico con il soppalco - tutte le foto sono di Piero Pozzi

Mercoledì 18 maggio, alla Casa della Cultura, in occasione della Giornata internazionale dei musei dell'ICOM (International Council of Museums), che quest'anno aveva per oggetto il tema “musei ponti fra culture”, è stato presentato alla cittadinanza il nuovo “Museo e tesoro del Duomo di Monza” che nasce dalla fusione del vecchio museo Serpero con la nuova sezione Gaiani.
In una sala completamente piena, con moderatore Luigi Losa, direttore de Il Cittadino, si sono susseguiti come relatori monsignor Leopoldo Gariboldi, arciprete di Monza, Franco Gaiani, ingegnere, co-progettista e realizzatore del nuovo museo di cui fa dono alla parrocchia di San Giovanni Battista (quella del Duomo), ma di fatto alla città, l'architetto Cini Boeri progettista della sistemazione interna, ed in particolare del soppalco ricurvo e della bellissima scala circolare in acciaio, oltre che dell'allestimento museale, ed il professor Roberto Cassanelli.

Monsignor arciprete ha raccontato della preistoria del tesoro del Duomo, come l'ha definita, partendo dai lasciti della regina Teodelinda e di re Berengario, quando il tesoro veniva tenuto nascosto per paura che potesse destare gli appetiti dei potenti o degli invasori di turno, come infatti avvenne con Napoleone, e qui si passa ormai alla storia, che si portò l'intero tesoro in Francia e, se la maggior parte fu poi recuperata, qualcosa andò disperso. Poi nell'ultimo dopoguerra la realizzazione nel 1963, con monsignor Rigamonti, del museo Serpero che ha raccolto il tesoro vero e proprio, rimasto immutato fino alla splendida novità di oggi.

Franco Gaiani, dopo aver ringraziato la moglie Titti Giansoldati, sempre al suo fianco e solidale nella realizzazione dell'opera, ha raccontato l'iter del progetto: dall'idea originale dell'architetto Francesco De Giacomi alla sua elaborazione con la decisione di realizzare una sala a doppia altezza per potervi rimontare il rosone originale del Duomo del XV secolo (sette metri al posto dei quattro inizialmente previsti), ai contatti con la curia, alle due successive concessioni edilizie da parte del Comune, ai sondaggi sul terreno per verificare che non vi si trovassero reperti archeologici, all'inizio dei lavori nel 1996.

Un lavoro da far tremare le vene ai polsi, infatti la localizzazione e l'estensione del nuovo museo erano rigidamente vincolate alla proprietà della curia: dal lato Nord della basilica al vicolo Duomo, fino alla “Polaia”, e si era verificato che le fondazioni del Duomo erano quasi inesistenti. Si è cominciato con il consolidamento del terreno alluvionale compatto sotto le fondazioni, per poi iniziare le opere.

la realizzazione dei diaframmi 1 la realizzazione dei diaframmi 2 la realizzazione dei diaframmi 3 l'inizio dello scavo (successivo al solaio)
la realizzazione dei diaframmi e l'inizio dello scavo

Il metodo prescelto è stato quello dei cosiddetti “fanghi milanesi”, inventato per la realizzazione della prima tratta della linea 1 della metropolitana milanese: il primo lavoro consiste nella realizzazione delle paratie in calcestruzzo armato che, nel nostro caso, si sono spinte fino a 19 metri sotto terra. Vengono realizzati due piccoli cordoli in calcestruzzo di guida e contenimento e quindi effettuato lo scavo, della larghezza di quasi un metro, a tutta altezza, in tratte di 2,50 metri di lunghezza; mentre si procede a scavare con l'utilizzo di una speciale benna, la trincea è costantemente riempita con un impasto fluido di uno speciale minerale chiamato bentonite (niente a che vedere con la kriptonite di Superman…) che impedisce alle pareti dello scavo di franare. Poi si cala nello scavo una armatura in acciaio predisposta ed infine si pompa il calcestruzzo iniettandolo dal fondo in modo da sostituire la bentonite, molto più leggera, che viene spinta in alto e recuperata.
Ci dilunghiamo nella descrizione tecnica dell'opera sia perché ci sembra davvero interessante anche per i non tecnici, che per far intendere la delicatezza dell'intervento: uno scavo di 19 metri di profondità (come una casa di sei piani) immediatamente a ridosso delle pareti del Duomo.

il montaggio della struttura di copertura il solaio pronto per il getto
il montaggio della struttura di copertura - il solaio pronto per il getto

Realizzate in tal modo le paratie lungo tutto il perimetro del salone principale, di oltre 400 metri quadrati, attenzione, ancora senza scavare all'interno, si è poi montata la struttura di copertura realizzata a cassettoni con travi saldate in acciaio dell'altezza di 140 centimetri da una ditta di Vicenza (la stessa che ha realizzato il ponte di 8 km fra Danimarca e Svezia) e quindi provveduto alla posa dei solai prefabbricati in cemento armato ed al getto della soletta, anch'essa in cemento armato, dello spessore di 30 cm, collaborante sia con i piastroni sottostanti che con le stesse travi in acciaio.

E soltanto a questo punto, con la spinta della terra trasmessa ed annullata dal solettone, si scava ! Una grossa ruspa esegue dall'interno lo sbancamento ed il terreno viene sollevato da uno scavatore attraverso un apposito vano scoperto e caricato sui camion. Per la completezza diciamo che, nonostante le paratie fossero state calcolate per reggere da sole la spinta della terra e proprio per questo erano state spinte fino alla profondità di 19 metri con il pavimento del salone previsto a 11, per ulteriore sicurezza si sono realizzati dei tiranti di acciaio che si spingono nel terreno per 20 metri sotto il Duomo.
I tempi si sono dilatati sia per la complessità dell'intervento che per la necessità della realizzazione di un ascensore per dare accesso al nuovo museo anche ai portatori di handicap. L'ascensore è stato realizzato all'interno della torre longobarda procedendo prima ad una compattazione del terreno sottostante e solo successivamente allo scavo; l'ascensore dà anche accesso ad alcune sale soprastanti che si prevede di aggregare al museo.

la scala in fase di montaggio 1 la scala in fase di montaggio 2
la scala in fase di montaggio

Fatto “il buco”, è intervenuto anche l'architetto Cini Boeri cui è stata affidata la progettazione dell'interno e dell'allestimento museale: sua l'idea della curvatura del soppalco, sospeso alla copertura e quindi quasi senza colonne e la progettazione della bellissima scala emi-circolare in acciao che collega i due livelli. Attualmente, come ha spiegato nella sua relazione, illustrando una “maquette”, che poi sarebbe un modello tridimensionale, un plastico insomma, è impegnata della progettazione dell'allestimento, secondo le indicazioni provenienti dal comitato scientifico.

i lucernari 1 i lucernari 2
i lucernari

Due ampi lucernari, pozzi di luce sono stati definiti, con struttura in acciao inox e vetrate corazzate (antiproiettile), pavimenti in pietra nera, parapetti in cristallo, la scala che probabilmente sarà laccata di rosso, ma con i gradini anch'essi in pietra nera. E poi il giardino soprastante, con ampi spazi per la sosta dei visitatori. E poi, naturalmente, tutti gli impianti: di illuminazione, di riscaldamento e condizionamento (progettista lo stesso degli impianti della Cappella Sistina), antincendio, di allarme antieffrazione, di ascensore. E a proposito degli impianti di allarme, appena ultimati cadrà l'ultimo diaframma che separa il piano superiore del museo Gaiani dall'attuale museo Serpero.

il giardinetto soprastante
il giardinetto soprastante

Tutto il materiale del Museo del Duomo, parte esposto ma molto ancora conservato negli armadi e in diversi locali, è stato classificato e suddiviso con criteri soprattutto temporali e il museo Gaiani è stato destinato all'esposizione dei reperti dal 1300 in avanti. Di questo ha parlato diffusamente il professor Cassanelli, ma lo racconteremo in un articolo successivo.

Franco Isman

“Onora il padre” un'intervista di Sandro Invidia a Franco Gaiani su l'Arengario dell'ottobre 2000


in su pagina precedente

  21 maggio 2005