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Novaluna riparte. Le nuove conferenze.
Giorgio Casera


Con l'arrivo della primavera riprendono le iniziative di Novaluna, storica associazione culturale di Monza. Primi eventi annunciati quattro incontri al Binario 7, della serie intitolata “Dai nostri inviati”, di contenuto nello stesso tempo storico ed attuale.
I temi trattati, infatti, confronto tra democrazia negli USA e in Italia, rapporti tra Chiesa e Stato, la nostra Costituzione e gli impulsi di revisione, il patrimonio artistico e la sua salvaguardia, sono oggetto di discussione almeno dalla nascita della Repubblica, in particolare nei periodi di profondo cambiamento nella società (che si riflettono ovviamente nel contesto politico) come questo; discussione che, a causa della continuità del processo di cambiamento, risulta inevitabilmente senza fine, ma che ha almeno il pregio, non secondario, di contribuire alla conoscenza e alla chiarezza.

Comincerà Vittorio Zucconi, inviato di Repubblica negli USA, il 31 marzo, nell'incontro “Importare la democrazia?”. Da anni leggiamo nei suoi reportage le vicende dell'alta politica di Washington così come quelle del variegato popolo americano, le luci e le ombre nell'azione dei Presidenti che si succedono alla guida della nazione più influente nel mondo e le contraddizioni della società “più” multietnica, multiculturale, multireligiosa esistente. Da quel punto privilegiato di osservazione Zucconi ha potuto, tra l'altro, seguire il passaggio dalla presidenza Bush a quella Obama, rilevando così la vitalità della democrazia americana e potrà fare (l'impietoso) confronto con la nostra ingessata, nonostante i passaggi (?) dalla prima alla seconda o alla terza repubblica.

Seguirà Roberto Osculati il 7 aprile, con “A Cesare quel che è di Cesare”. Osculati è professore di Storia del Cristianesimo all'Università di Catania e studia da anni le origini del cristianesimo, la sua evoluzione nei secoli, la sua collocazione nella vita culturale europea e la sua attualità, anche in confronto alle altre religioni nel mondo. Tema dell'incontro sarà il rapporto tra religione ed etica civile, il che è potenzialmente argomento di altissima cultura. Ahimè, nel nostro Paese, che ha vissuto da lontano i grandi movimenti (Riforma, Rivoluzione Francese) che hanno trasformato le relazioni tra autorità religiose e civili nei grandi Paesi europei, l'argomento richiama il rapporto tra Chiesa (gerarchia) e Stato (governo) e le reciproche invadenze, compromissioni, convenienze che niente hanno a che vedere con un dibattito etico.

I predatori dell'arte perduta
Un eccezionale affresco di una villa pompeiana fotografato dal tombarolo
prima dello strappo, svanito nel nulla e di cui non si conosce neppure l'esatta provenienza.

Il territorio italiano, per la sua storia e le civiltà che si sono succedute, è universalmente riconosciuto come il più ricco giacimento culturale del mondo. Come ben sanno i “tombaroli” basta scavare e si trova qualcosa di prezioso: non per niente questa attività è cominciata pochi secoli dopo la caduta di Roma e si è sempre rivelata redditizia, benché illegale, visto il gran numero di collezionisti privati interni ed internazionali. Ebbene, questa ricchezza che è uno dei fondamenti della vocazione turistica nazionale, è da taluni considerata come un fastidio; per esempio da chi modifica l'assetto del territorio per realizzare opere edili o infrastrutture perché il ritrovamento di reperti archeologici comporta il blocco dei lavori da parte delle Sovrintendenze (ma succede ancora?). Fin qui comunque, problemi “fisiologici”, gravi ma contrastabili. Se però l'”attacco” viene dall'alto (vedi ad esempio i tentativi, finora abortiti, di “condono archeologico” oppure i lacci e lacciuoli posti per limitare l'azione delle sovrintendenze) c'è da aspettarsi il peggio. Di questo parlerà Fabio Isman, inviato speciale de Il Messaggero, il 21 aprile, presentando il suo nuovo libro “I predatori dell'arte perduta, il saccheggio dell'archeologia in Italia.” Il titolo è tutto un programma.

L'ultimo incontro in ordine di tempo ma non per importanza è “La Costituzione: sana e robusta?” previsto per il 14 maggio con Giovanni Sabbatucci. Sabbatucci è professore di Storia Contemporanea presso l'Università “La Sapienza” di Roma nonché editorialista del Messaggero ed ha, tra i suoi molteplici interessi, quello dello studio del sistema politico italiano (sistemi elettorali e costume politico). Nella sua relazione Sabbatucci farà un check-up della nostra Carta fondamentale nata in uno specifico momento storico che ne giustifica struttura e contenuti, e farà altresì riferimento alle attività parlamentari in corso ed ai tentativi annunciati (o minacciati) di modificarne alcune parti per “adeguarla ai tempi”.

Penso che nessuno di questi appuntamenti sia da perdere!

Giorgio Casera


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  21 marzo 2009