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Pietà per i morti
Franco Isman


onore ai caduti fascisti
dal film di Paola Pozzoli

Non si può equiparare chi stava da una parte e chi stava dall'altra; c'era chi combatteva per una causa giusta, che era la causa della libertà, dell'uguaglianza, della giustizia sociale, e chi, fatta salva la buonafede - in molti casi, combatteva dalla parte sbagliata.
Non si può negare la storia: il fascismo abolì alcune libertà fondamentali, fu dittatura.

Si devono denunciare le pagine di vergogna che ci sono nella storia del nostro passato. Bisogna farlo per capire la ragione per cui ignavia, indifferenza, complicità e viltà fecero sì che tantissimi italiani nel 1938 nulla facessero per reagire alle infami leggi razziali volute dal fascismo.
Questa infamia, questa aberrazione, questo “male assoluto” è nella negazione del valore rappresentato dall'uguaglianza.
Chi è democratico, cioè si riconosce nei valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista.

Sono parole che tutti dovrebbero sottoscrivere, e si tratta di frasi testuali pronunciate da Gianfranco Fini nella sua visita allo Yad Vashem (il museo dell'Olocausto) in Israele nel 2003 e alla festa dei giovani di AN nel settembre 2008.

E allora ?
Allora la pietà per i morti, il rispetto per i morti, per tutti i morti certamente, non devono essere presi a pretesto per rendere onore alla causa per cui hanno combattuto, per rendere onore al fascismo.
Allora è stato un grave errore che il sindaco della città con la fascia tricolore, assieme al presidente della provincia con quella azzurra, si siano recati a rendere omaggio ai caduti fascisti equiparando di fatto i militi di Salò alle diverse armi delle forze armate dello Stato. Tanto più non nel giorno dei morti ma in quello istituzionalmente dedicato alla celebrazione delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia. Perseverare diabolicum !
Pietà e rispetto sono un'altra cosa; e i buoni sentimenti non sono un'esclusiva del sindaco.

Franco Isman


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  5 novembre 2009