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Monza è salva
Franco Isman

bollettino
La nuova targa che verrą apposta sul palazzo comunale

Vittoria storica e di importanza fondamentale dell'opposizione e di tutti i comitati spontanei sorti in difesa del territorio dalla terrificante colata di 4 milioni di metri cubi di costruzioni prevista da questa orribile amministrazione: la peggiore che Monza abbia mai avuto. Un'amministrazione nata con il DNA della cementificazione rappresentato da quel Paolo Romani, deputato, coordinatore di Forza Italia per la Lombardia, dichiaratamente digiuno di urbanistica (ma imparo presto aveva detto) direttamente calato da Berlusconi nei panni di assessore all'Urbanistica con il preciso scopo di rendere edificabile la grandissima area verde della Cascinazza di proprietà della sua famiglia.

E Romani, assieme al sindaco, il suo compito lo aveva svolto molto efficacemente in primo luogo facendo cadere il ricorso del Comune contro la nuova classificazione dell'area stabilita da un PAI (piano di equilibrio idrogeologico) approvato con decreto del governo Berlusconi che annullava quello precedente che aveva posto l'area nella categoria R1, assolutamente inedificabile, sulla base di un progetto di larghissima massima di un faraonico canale scolmatore che avrebbe dovuto captare l'ondata di piena del Lambro nel Parco e sbatterla addosso a San Maurizio al Lambro a valle della Cascinazza: prodigi della tecnica, avevo commentato, basta un progetto, nella specie poche righe sulla carta per far scomparire il pericolo dell'inondazione e del conseguente rischio per le persone !

Poi la vendita dell'area ad altro immobiliarista, si dice con il prezzo legato alla volumetria che si sarebbe potuto realizzare, ed in effetti la nuova variante del PGT prevedeva un volume di circa 500.000 mc, molto superiore al massimo mai ipotizzato (fatta eccezione per il piano Piccinato di fine anni Sessanta che prevedeva una Monza di 310.000 abitanti).

Infine, nel piano presentato da Romani in Consiglio comunale il 27 ottobre 2008, la cementificazione di praticamente tutte le aree verde residue, c'è chi dice, e chi scrive fra questi, per rendere meno evidente lo scempio della Cascinazza e cioè, come per tutte le leggi ad personam, il vantaggio di uno solo vale un enorme danno nei confronti di tutta la collettività.
Presentazione del piano, con anche le barzellette della pista di sci coperta sul terreno delle ex cave Rocca e dell'ovovia sul Villoresi, dibattito in Consiglio con la strenua battaglia delle opposizioni tutte, ma in particolare di Città Persone con Alfredo Viganò e Michele Faglia che hanno presentato migliaia di emendamenti, 60 estenuanti sedute di Consiglio ed infine l'ADOZIONE votata alle due di notte del 4 ottobre 2011 dalla maggioranza con 21 voti, il minimo necessario.
Un piano che, ripetiamo, comporta la cementificazione praticamente di tutte le residue aree verdi di Monza, con plusvalenze di centinaia di milioni di euro.

Apertura quindi alle osservazioni dei cittadini da presentare entro due mesi e mezzo e cioè entro il 17 dicembre (il 19 c'era sciopero) e trasmissione della variante adottata a Provincia, Regione, Circoscrizioni e Commissione urbanistica per il loro parere, consultivo ma obbligatorio.

La prosecuzione è cronaca degli scorsi giorni: erosione della maggioranza con le dimissioni di assessori e consiglieri, stroncatura della variante da parte della Regione con l'indicazione di moltissime norme violate, ottenimento di un solo parere su cinque dalle Circoscrizioni, bocciatura anche da parte della Commissione urbanistica.
Quindi affrettate modifiche di giunta alla variante per ovviare alle mancanze più gravi, e pesanti forzature per portare all'ODG del Consiglio l'approvazione ulteriore che avrebbe trasformato in VIGENTE e reso definitivo il nuovo PGT, fino a questo momento solamente ADOTTATO.
La variante risultante da queste modifiche ha tali e tante differenze rispetto a quella a suo tempo adottata da costituire di fatto, a parere della minoranza ed in particolare del consigliere Viganò, una nuova e differente variante e da necessitare quindi di reiterare l'iter di approvazione.

Oggi, prima seduta di una sequenza continuata di sedute di Consiglio, fissate dal presidente che, nelle intenzioni della maggioranza, avrebbero dovuto portare alla sua adozione definiva prima della decadenza del Consiglio stante l'indizione delle elezioni amministrative.
Aperta la seduta e constatato che l'ex maggioranza non aveva i numeri essendo presenti 19 consiglieri e il sindaco contro 20 consiglieri dell'opposizione (e in parità non si può deliberare), il presidente annullava le successive sedute e riuniva il consiglio di presidenza dove si prendeva atto che non vi era più possibilità di rideliberare e rendere vigente la variante e che il consiglio si sarebbe riunito mercoledì 21 per discutere ex novo la nuova variante derivata dalla modifica di quella precedente.

La discussione, con tutti gli emendamenti, aveva occupato la volta precedente 60 sedute di consiglio: non dovrebbero esserci proprio dubbi sul fatto che in due giorni la nuova variante possa venire approvata a meno dell'ipotesi assurda di una totale abdicazione da parte della minoranza che, paga dell'enorme successo ottenuto, lasci adottare la nuova variante che comunque dovrà poi seguire il suo iter con la nuova amministrazione risultante dalle prossime elezioni. E se dovesse malauguratamente rivincere la destra, andrebbe comunque in porto, mentre, se vincerà il centro sinistra, verrà ovviamente cassata. Molto meglio sarebbe stato che quest'ultimo scampolo di Consiglio comunale fosse dedicato alla discussione ed all'approvazione del bilancio preventivo 2012, senza il quale l'amministrazione comunale è bloccata.

Franco Isman


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Giuseppe Pizzi
March 19, 2012 10:59 PM

L'ironia è che il Pgt di Faglia e Viganò, dopo cinque anni di travagliata gestazione, aveva mancato l'approvazione sul filo di lana e toccò all'Amministrazione subentrante di adottarlo. Lo adottò col solo ed esplicito proposito di poterlo stravolgere ma lo adottò. E adesso che dopo cinque anni di travagliata gestazione la Variante di Mariani e Romani si è dovuta arrendere sulla dirittura d'arrivo, rimane in vigore il Pgt voluto dal centrosinistra e approvato dal centrodestra. Diciamo che, involontariamente, è il Pgt di entrambi.

Giuseppe Pizzi


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  18 marzo 2012