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Cucù, cucù, Mariani non c'è più !
Astensione alle stelle, crolla la Lega, centrosinistra al 38%
Franco Isman



Come in tutta Italia, più che in tutta Italia: a Monza soltanto 60 elettori su cento (59,68%) sono andati a votare ma togliendo il 4,62% di schede bianche o nulle resta soltanto il 55,24% di voti validi. Nelle precedenti comunali del 2007 la percentuale di votanti era stata del 73,54%.

La vecchia saggezza monzese, che ha sempre aborrito il nuovo e che non è quasi mai riuscita ad uscire dal conservatorismo, non ha impedito che una bella fetta della protesta si incanalasse nel voto al Movimento 5 stelle di quell'arruffa popolo di Beppe Grillo, qui rappresentato da una persona molto più seria di lui; non siamo alle percentuali paurose di altre città ma siamo comunque a 5242 voti, pari al 9,73%.

Le notizie principali sono due: Scanagatti, candidato di una larga coalizione di centrosinistra, che raggiunge il 38,30%, con il PD primo partito, e Mariani che arriva ad uno stentato 11,23%, anche con il contributo di una sua lista civica, ed è tagliato fuori dal ballottaggio; meno male perché con la sua alleanza con Forza Italia di 5 anni fa stava spogliando Monza dei suoi “tesori” (i 4 milioni di metri cubi di costruzioni della famigerata variante al PGT, la concessione della Villa Reale ad un privato per 22 anni con utilizzi privatistici in contrasto con le norme, la concessione dell'Autodromo per 19 anni, quella del golf per 14). Il PDL istigatore e complice dello sfascio è arrivato ad uno striminzito 20,05% che gli consente comunque di partecipare al ballottaggio.

Ma i bravi monzesi non si sono fatti incantare dalla lista civica del camaleontico Ascrizzi che è stato bastonato con una percentuale del 1,73% e quindi tagliato fuori da qualsiasi ambizione e nemmeno dalle troppe listerelle che non sono arrivate all'un per cento. Invece hanno promosso i giovani delle liste di trentenni e di ventenni che hanno appoggiato Piffer che ha raggiunto il cinque per cento (4,98%) ed anche la battagliera Anna Mancuso (4,03%). Anna Martinetti, candidata dell'UDC e di una propria lista civica, ha raggiunto il 7,22% dei voti, meno delle sue ambizioni e di quanto forse si poteva prevedere.

E al ballottaggio ?
Il centrosinistra ha già raggruppato in prima battuta tutte le formazioni di quest'area con un'unitarietà ammirevole, l'unico eventuale apparentamento potrebbe essere con Paolo Piffer che, anche se questi è contrario in genere a tutta la vecchia politica, sui problemi di Monza è certamente più vicino a come la pensa il centrosinistra ed ha intenzione di fare un'assemblea degli iscritti delle due liste che lo appoggiano per decidere cosa fare “guardando negli occhi le persone per cercar di capire chi ispira più fiducia”.

Quanto al centrodestra, Marco Mariani con le sue due liste è secondo di quest'area, ma si può anche pensare ad un apparentamento del PDL con le liste di Anna Martinetti, non certo con quella della Mancuso, fiera avversaria del PDL nella trascorsa legislatura.

La partecipazione sarà probabilmente ancora minore e non è affatto detto che i cittadini seguano pedissequamente quanto suggerito dal partito o dalla formazione per cui hanno votato al primo turno.

Forza Scanagatti, dai che ce la fai !

Franco Isman



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Giuseppe Poliani
May 09, 2012 9:11 AM

L'antipolitica non è certo il Movimento 5 Stelle che, come molte altre liste civiche e nuovi partiti in Italia, è portatore di istanze attualissime e sentitissime dai cittadini ma non intercettate dai partiti; movimento le cui caratteristiche Lerner e Sabina Ciuffini paragonavano erroneamente pochi giorni fa a quelle del Partito dell'Uomo qualunque ma che proprio non lo è. E' proprio l'ottusità dei partiti, la vera antipolitica, che hanno generato questa frammentazione dell'elettorato che rappresenta invece secondo me la vera politica del futuro.
Il Movimento 5 Stelle in questi anni è stato da tutti sottovalutato e deriso, come lo fu la Lega Lombarda agli inizi della sua vita politica permettendogli di crescere fino ad arrivare al mostro di antistatalismo, eversione, razzismo e xenofobia che abbiamo visto tutti, e da “segno dei tempi” anomalo è diventato oggi “minaccia”, secondo alcuni, per gli altri partiti.
E nonostante questo c'è chi si preoccupa di più di un centro sotto le macerie preoccupato delle poltrone piuttosto che delle nuove generazioni che portano istanze, proposte, nuove energie (per curiosità andate a vedere le date di nascita della lista Primavera Monza).
Così non sono antipolitica le diverse liste civiche monzesi anche se nate un po' come i funghi dalla sera alla mattina ma sono la nuova buona politica da intercettare e con cui dialogare.
Ma le novità, come è detto giustamente da Isman, stentano a farsi largo. Non solo a Monza aggiungo io ma anche nell'Italia intera.
La vera antipolitica sono i centri immobili ed immutabili che si autocelebrano in un bipolarismo che non è mai esistito in Italia, sono i tanti pavidi che dopo aver votato chi ha sfasciato il paese per 20 anni ora non hanno avuto il coraggio di venire ugualmente al seggio elettorale e cambiare rotta, ammettendo un fallimento storico ed irreversibile con un'onesta intellettuale che li avrebbe riabilitati a se stessi ed agli altri nella verità delle cose.
Purtroppo qualcuno nel centrosinistra continua a farsi del male ed anche stavolta, devo dirlo, la sinistra è riuscita a dividersi ancora, nonostante le buone iniziative per aggregare, grazie ad Ascrizzi ed altri e a perdere un'altra occasione per avere qualche consigliere comunale di sinistra; sia la Lista Noi un'altra Monza il cui nucleo era di fatto costituito dall'area politica originaria di Ascrizzi, area grazie alla quale era stato eletto a consigliere la scorsa amministrazione, sia la lista Monza per il Cambiamento di nuovo conio, rimarranno a bocca asciutta senza consiglieri comunali. Forse Sinistra Ecologia e Libertà avrà qualcosa ma non molto rispetto a quello che si sarebbe potuto ottenere uniti.
Speriamo che la lezione venga capita ed alle prossime amministrative, e prima ancora alle prossime politiche, si decida finalmente di restare uniti. Evidentemente la frase di pioltelliana memoria “uniti si vince” non è entrata nella loro mente e nelle loro strategie (molto strano per degli ex-comunisti).
Speriamo soprattutto che Scanagatti, che io considero con soddisfazione già il nostro nuovo sindaco, guardi più al nuovo che al centro.

Giuseppe Poliani



Dario Chiarino
May 09, 2012 10:24 PM

Il venticinque per cento degli elettori si rifiutava già da qualche anno di andare a votare liste bloccate e preconfezionate nelle cucine delle segreterie dei partiti, dove si infilavano personaggi come la Minetti, il Renzo Bossi e diversi maneggioni e mercenari.
Nelle ultime elezioni siamo arrivati al 40 per cento di astenuti a cui sono da aggiungere un considerevole numero di schede bianche e nulle, situazione che con l'aiuto della matematica ci indica che il sindaco eletto con il 60 per cento dei voti espressi in realtà rappresenta a malapena un cittadino elettore su tre.
Ma, considerando che sono stati  i partiti dell'ex governo i più penalizzati dall'aumento dell'astensione, si deve anche constatare che la sfiducia in questi non si è trasformata in un premio per gli oppositori, ma ha sensibilmente aumentato i consensi a quel movimento di contestazione (che è saggio fare oggetto di attenta riflessione) che mi ricorda, forse impropriamente, il fenomeno dell'Uomo qualunque di Guglielmo Giannini.
È indubitabile che buona parte delle cause della crisi economica siano da attribuire alle speculazioni finanziarie domestiche ed estere, tuttavia è evidente che nel nostro paese (la cui Costituzione sancisce che la sovranità è del popolo e dove vi sono frequenti libere elezioni) la responsabilità della situazione in cui ci troviamo è, se non tutta, in massima parte dalla maggioranza del popolo italiano che ha votato per vent'anni governi tipo quello di Berlusconi, favoriti purtroppo anche dall'autocastrazione di certa sinistra.
Infatti, la cronaca quotidiana evidenzia fatti che disegnano la nostra società disorganizzata, corrotta e sprecona dove clientelismo, nepotismo e privilegi trionfano, dove la criminalità organizzata prospera e dove la macchina della giustizia non è adeguata alle necessità di una moderna convivenza.
Per uscire dalla nostra drammatica situazione si possono sognare e ipotizzare diversi sistemi di governo come quelli che hanno consentito, all'inizio del secolo scorso, alla Russia zarista e alla Cina dei manndarini di uscire dal medioevo o come quelli "reazionari" dei paesi del nord Europa che piacciono al sottoscritto..
Se può consolare qualcuno, i sogni e le utopie che hanno cessato di essere tali hanno lastricato le strade del progresso dell'umanità, ma non si deve anche dimenticare che situazioni molto simili hanno prodotto "uomini della provvidenza" e umane tragedie.

Dario Chiarino


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  8 maggio 2012