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Vladimiro Ferrari:
una mostra, una grande storia monzese
Sergio Civati su PD Monza - News


la presentazione
foto di Franco Isman

Sabato pomeriggio nella sala conferenze della Biblioteca Civica c'erano proprio tutti ed eravamo in tanti. C'erano gli amici di "vecchia data", i "compagni" di tante battaglie comuni, "gli avversari politici” sempre rispettati. La scenografia della sala era composta dalla mostra fotografica con tante (60) belle inquadrature della Monza che fu e a ricordarlo o meglio a raccontarlo, testimoni importanti: la moglie, il sindaco, i responsabili dell'Anpi, promotori dell'iniziativa. Stiamo parlando di Vladimiro Ferrari detto "Miro": partigiano, sindacalista, uomo di partito, amministratore. Ci ha lasciato dieci anni fa in una calda giornata di fine agosto e sabato si era tutti lì ad ammirane le gesta di fotografo che con passione ha saputo fissare belle immagine della sua amata Monza. A raccontare i "tratti" personali sono state la moglie e Rossella Isman (presidente dell'Anpi), a descrivere la figura politica e amministrativa il nostro sindaco Roberto Scanagatti. Vladimiro Ferrari: una persona capace di tenere insieme ottimismo, concretezza, determinazione e dolcezza; come politico capace di tenere insieme la "meraviglia dell'utopia" con il pragmatismo delle soluzioni. Una storia che lo ha visto protagonista, prima in Corsica e poi dal Sud d'Italia fino al nord nell'esercito di liberazione dal nazifascismo; sindacalista poi all'Enel e un percorso politico nel Pci e nelle evoluzioni successive della sinistra. Scanagatti lo ha definito "un riformatore scomodo" nei tempi che nella sinistra e nel paese era minoritario e difficile esserlo, così come un "ambientalista" di prima stagione quando ancora questo termine non veniva usato. Un politico che aveva sempre scelto per gli interessi generali della propria città prima di quelli particolari personali. L'intervento che forse ha colpito di più la platea è stato quello del novantenne Pierfranco Bertazzini...."sindaco di sempre"...che in poche parole ha ricordato, perché, pur essendo "dell'altra parrocchia" ha sempre ammirato Vladimiro. Lo ha definito un "faro" per la città e in tempi come questi così incerti e bui ne sentiamo tutti la mancanza.

Sergio Civati


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  13 ottobre 2013