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Gli episodi di razzismo vanno fermati
13. Monza che cambia
Umberto De Pace


i manifesti di Forza Nuova
i manifesti di Forza Nuova

Qui di seguito una mia lettera pubblicata da il Cittadino del 17/10/13 con la gentile risposta del suo direttore. La lettera fa seguito all'articolo pubblicato dallo stesso giornale del 10/10/13. A questo punto, dopo che alcuni cittadini hanno adempiuto al loro dovere civico di denunciare un fatto grave accaduto nel proprio quartiere, dopo che gli organi di informazione ne hanno dato notizia, ci aspettiamo che le istituzioni e le autorità competenti della nostra città svolgano a loro volta il proprio compito.

Egregio Direttore,
trattandosi del quartiere in cui vivo sono rimasto particolarmente colpito dall'articolo che avete pubblicato giovedì scorso, relativo all'episodio intimidatorio nei confronti di alcuni immigrati presso il sottopasso Rota- Grassi. Grazie a un nostro concittadino, che ringrazio per il senso civico della denuncia, veniamo a sapere che una decina di “ragazzotti” si sono dilettati ad attaccare “volantini”, impedendo al contempo il passaggio ad alcuni immigrati schierandosi come “squadristi” su entrambi i lati del sottopasso. Alla sua richiesta di spiegazioni la risposta è stata: “bisogna un po' nazificare Monza”.
Al di là del fatto che solo degli imbecilli (uso tale termine per concedere ai “ragazzotti” una possibilità di recupero, in caso contrario sarebbero da affidare direttamente alla neurodeliri) possano proferire una tale bestialità, vorrei aggiungere alcune informazioni a riguardo. Non si tratta di un semplice partito di destra ma di Forza nuova, un partito che definire di estrema destra è un eufemismo. Non si tratta di volantini ma di manifesti di grande formato con riportate le seguenti scritte: “Più sbarchi – più Islam – più violenza alle donne. Lo ius soli uccide l'Italia”. Ed è la seconda volta che vengono affissi.
Ammesso e non concesso che fossero veramente “ragazzotti”, in preda a pruriti adolescenziali e non ancora pienamente in grado di intendere e volere, non possiamo nasconderci il fatto che le loro fragili menti siano a disposizione di cattivi maestri, che troppo spesso li utilizzano per il loro biechi scopi. Il manifesto e il loro comportamento sono lì a dimostrare questo. Affermazioni false, correlazioni ignobili a contorno di un pensiero violento ed estremo. Siamo di fronte, a mio avviso, a un evidente atto di incitamento all'odio razziale e religioso.
La democrazia ci dona il diritto di manifestare liberamente il nostro pensiero. Questa la sua forza. Al contempo la democrazia per mantenersi tale ci impone dei limiti ben precisi, al fine di preservare la convivenza civile. Questo limite oggi è stato superato e non posso accettarlo, tanto più nel mio quartiere dove la presenza di immigrati è fra le più alte di Monza. Confido nel fatto che le istituzioni e le autorità competenti della nostra città provvedano celermente e con fermezza a rendere innocui i sobillatori di odio. C'è una firma, ci sono le prove, occorre solo procedere. Quanto accaduto non va né enfatizzato, né sminuito, ma compreso in tutta la sua gravità. Come ci ricorda Jena sul quotidiano La Stampa, in una delle sue più recenti note ironiche quanto argute occorre stare: “Attenti al Priebke della porta accanto”.
Cordiali saluti
Umberto De Pace

Caro Umberto,
la ringrazio: con la sua lettera mi costringe a tornare su un fatto che altrimenti sarebbe scivolato via, con mille scuse. E avrei commesso un clamoroso errore, poiché un giornale non vive soltanto di cronaca, ma deve indicare al lettore anche quali temi sono più significativi di altri, quando occorre fermarsi. E' questo il caso. Ciò che è successo al sottopasso Rota-Grassi non può essere bollato come “ragazzata” e lasciato perdere. Le derive peggiori, nella storia, sono iniziate così e il Cittadino non può che condannarle. D'altra parte, proprio cent'anni esatti fa, proprio gli squadristi devastarono la sede del nostro giornale. Ecco perché ora non possiamo rimanere muti, inerti. Lei ha ragione: quanto accaduto va compreso in tutta la sua gravità.
Giorgio Bardaglio


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  1. Sicurezza e informazione
  2. Volontari alla sicurezza e ronde
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  4. Gocce di intolleranza
  5. Monza e i suoi rom
  6. La “vecchia” provincia di Monza e Brianza
  7. Dopo il 25 aprile, guardando al futuro
  8. Lettera aperta al direttore de “il Cittadino”
  9. Una moschea a Monza
10. Primo marzo: un giorno senza immigrati
11. L'aggressione a un concittadino “nero”
12. Sullo “stipendio” dei consiglieri regionali monzesi


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  20 ottobre 2013