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Per ricordare
Rosella Stucchi


vetrina de Il Libraccio
la vetrina de IL LIBRACCIO

A nome di ANPI e ANED (le associazioni dei partigiani e degli ex deportati) la sottoscritta ha proposto a una quarantina di negozi del centro di esporre in questi giorni una locandina per il Giorno della Memoria: testo della legge che lo istituisce, numero dei deportati monzesi (87 di cui 2 cittadini ebrei), numero dei sopravvissuti (22).
La proposta è stata accolta in genere con rispetto e partecipazione. Alcune commesse si sono dette dispiaciute per le disposizioni ricevute di non esporre nulla che non riguardasse l'attività del negozio, altri hanno affisso la locandina all'interno, altri ancora l'hanno subito esposta in vetrina o sulla porta di ingresso.
Solo un gestore l'ha rifiutata dicendo che “è datata”, un altro l'ha accettata con un certo ritegno e poi ho saputo che quella persona ha fatto parte di Gladio.
Le due principali librerie del centro, “Libraccio” e “Libri e Libri” l'hanno messa al centro di un'apposita vetrina di libri sulla deportazione. Al Libraccio la locandina sta tra il libro del monzese Angelo Signorelli “A Gusen il mio nome è diventato un numero” e quello del brianzolo Pietro Arienti “Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich”.
E sta in bella vista sulla porta di ingresso di un bar da cui, all'uscita delle leggi razziali nel 1938, era stato allontanato un giovane avvocato ebreo provocando per solidarietà l'esodo di tutto il gruppo di amici chi lì si dava appuntamento ogni sera (naturalmente da allora la gestione è cambiata).
Memoria datata? A me è sembrato uno dei non molti esempi di memoria condivisa.

Rosella Stucchi

vetrina de Il Libraccio vetrina di Libri e Libri

la locandina
il manifesto del Comune


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  26 gennaio 2014