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Il Lambro in città
I progetti di AIPO
Mino D'Alessio, Anna Gentilini geologi


alluvione 2014 alluvione 2014
L'alluvione del 12-13 novembre 2014 - foto Franco Isman

Nel dibattito sulla situazione del rischio idraulico dovuto al Lambro a Monza e in Brianza, alimentato dall'ultimo episodio alluvionale dello scorso novembre, assai più intenso di quanto immaginato in un primo momento, sembrano procedere verso la fase esecutiva alcuni progetti di sistemazione del fiume in città, presumibilmente sollecitati dalla Protezione Civile e finanziati dalla Regione con 1 milione di euro.

Sulla base di un Accordo di Programma del 2009, modificato nel 2012, l'AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po) ha assunto i compiti della Provincia per la gestione del sistema idraulico milanese. Comunque sia, AIPO è l'ente che progetta e attua gli interventi e come tale, sulla base di una convenzione con il Comune di Monza firmata la scorsa primavera, ha presentato recentemente, nelle sue linee generali, il suo piano per Lambro e Lambretto in città.

Sulla scorta di quanto è stato presentato a Monza nel Convegno del 7 marzo scorso, il piano di intervento, del costo complessivo di circa 14 milioni di euro, verrebbe attivato nel 2015 per i primi 900mila euro, dei quali 670mila di costi operativi. Nella previsione generale, come pure in quella relativa al “lotto 2015”, sarebbero presenti sia opere di difesa localizzata, per la messa in sicurezza di situazioni già più volte sottoposte a inondazione, sia soluzioni strutturali che intervengono sull'intero alveo fluviale per incrementarne la capacità di trasferimento delle piene nel tratto cittadino.

Considerata soprattutto questa seconda tipologia di opere, intendiamo porre l'attenzione sulla necessità di riflettere meglio sulla opportunità delle cose da fare, non affidandosi a valutazioni parziali e non sufficientemente equilibrate e motivate.

Nel merito delle previsioni di progetto, non si può non concordare riguardo alla opportunità di operare per migliorare la continuità e la consistenza delle difese arginali in specifici e limitati tratti cittadini, in particolare le Grazie Vecchie, via Cantore e via Filzi: siti di esondazione ampiamente noti e sui quali da tempo si sarebbe potuto operare con modalità più efficaci. Nonostante queste operazioni, soprattutto quella di via Cantore, impedendo l'inondazione di alcune aree cittadine, determinino un aumento del rischio in qualche altra area a valle, si tratta di lavori di assoluta necessità destinati a evitare disagi e danni sensibili.

Gli altri “pacchetti” del progetto preliminare di interventi riguardano: o la completa “sistemazione” del nodo Lambro-Lambretto all'Oasi di Piazza Castello con eliminazione della storica traversa in Ceppo dei Mulini del Castello e della traversa sul Lambretto; nonché la risagomatura del tratto a valle di via Mentana con demolizione della storica traversa semisommersa della Roggia S.Lorenzo; o l'abbassamento di 1,2 m in media, previa demolizione del fondo attuale, del fondo alveo del Lambro in tutto il tratto cittadino a monte della ferrovia, con le relative opere di consolidamento dei ponti e delle sponde; o l'abbassamento del fondo alveo anche nel tratto a monte di via De Amicis (ponte S.Gerardino) con demolizione della traversa di S. Gerardo e installazione di “barriere mobili” in via San Gerardino; o Demolizione della traversa a monte di via Cantore e abbassamento dell'alveo a monte e valle (parte del pacchetto che comprende gli interventi sulle sponde citati in precedenza)

Questo piano d'azione generale, rappresentato in sostanza da un generale abbassamento del fondo alveo e demolizione di tutte le traverse storiche del percorso del Lambro in città, ha come obiettivo l'incremento delle sezioni di deflusso del Lambro e delle relative portate smaltibili in caso di piena, nonché una riduzione del 65%, rispetto ad oggi, delle portate defluenti nel Lambretto, oggi fonte di rischio di esondazione per una parte del centro storico della città. Peraltro, nel 2015 e con il finanziamento già attivato, sarebbero realizzate le arginature della zona GrazieFilzi, interventi di pulizia e la c.d. “risoluzione del disordine idraulico della confluenza Lambro-Lambretto”, con eliminazione delle traverse e della passerella esistenti all'Oasi.

I tempi degli altri interventi non sono noti, visto anche che non sono citati tra le previsioni del Programma Triennale OO.PP. 2015-17 di AIPO. Si tratta di una operazione costosa e rischiosa, come tutte quelle che intervengono sulle quote di fondo di un fiume, sia per la incertezza degli esiti idraulici nel tempo, sia per la certezza dei problemi di instabilità che possono derivarne, nonostante gli interventi previsti, alle pile dei ponti, alle sponde e alle fondazioni delle case e degli edifici storici che confinano con l'alveo attivo, compresa la Torre Viscontea.

Nell'ambito di questo disegno di modifica generale dell'alveo, del quale non conosciamo le tempistiche progettuali e realizzative, si propone dunque, come conseguenza, la necessità della demolizione delle traverse esistenti: T1 (Grazie Vecchie-via Cantore), T2 (S.Gerardino), T3 (Oasi di Piazza Castello), T4 (S.Lorenzomonte Villoresi). Le traverse, tutte perlomeno sette-ottocentesche, sono state costruite per creare un certo carico idraulico a monte dell'opera e poter derivare portate idriche costanti per l'attivazione dei mulini. Hanno però anche una importante funzione idraulica, quella di ridurre le pendenze d'alveo e l'erosione, regolando il corso del fiume.

Questa seconda funzione è quella che si vuole eliminare, affinché la corrente veloce non subisca interruzioni e le portate di piena risultino incrementate e possano oltrepassare la città più rapidamente possibile. Siamo decisamente contrari ad una prospettiva di questo genere, destinata a trasformare il fiume in un canale più artificiale di prima, privo di quelle soglie che ne riducono la potenza e la velocità. E' anche evidente che tale scelta non potrà che peggiorare la situazione a valle del centro cittadino, danneggiando ulteriormente gli abitanti di Cologno Monzese, già sottoposti ad un rischio idraulico elevato su vastissime aree del loro territorio.

Al proposito, è importante rilevare, che della annunciata possibile area di espansione delle piene del Lambro collocabile nell'ambito Cascinazza, proprio a difesa dei territori a valle, non c'è traccia nel progetto preliminare reso noto né nel Programma Triennale di AIPO, ed è dunque di la da venire.

Siamo anche contrari alla distruzione sistematica di 4 opere storiche di grande importanza, per ciò che hanno rappresentato e rappresentano anche nel paesaggio urbano del centro città e della sua prima periferia. Pensiamo in particolare che la distruzione della traversa di S.Lorenzo, oggi praticamente sommersa e collocata circa 800 m a valle del nodo Lambro-Lambretto, sia una inutile e incomprensibile decisione e che la demolizione della traversa T1, a monte di via Cantore, non sia giustificata dai problemi, mitigabili e sopportabili, che si creano attualmente nel tratto di monte.

Pensiamo che la realizzazione di tutte le misure di mitigazione e di tutte le opere di laminazione delle piene a nord di Monza produrrà già effetti notevoli di ridimensionamento delle portate, tali da ridurre drasticamente i rischi attuali. Molto altro può essere fatto e avrebbe anche potuto essere fatto se non si fossero concesse opere assurde in zone inondabili anche poco a monte della città: un esempio sono i condomini lungo il Lambro a S.Giorgio di Villasanta, prima costruiti in area inondabile e poi protetti da un inevitabile argine che limita lo spazio del fiume.

In ogni caso, almeno fino a soluzioni diverse, sosteniamo l'evidenza della utilità, per quanto parziale, della organizzazione e gestione razionale delle aree di laminazione attuale nel Parco di Monza, e non di altre improponibili al centro del Parco, realizzabili con modeste opere, come da tempo sostenuto dal prof. Casati.

Ricordiamo anche che il corso del Lambro rappresenta l'asse di un corridoio ecologico regionale e che l'eventuale realizzazione di un progetto idraulico distruttivo andrebbe in direzione opposta rispetto ad ogni finalità ecologica. I valori e i significati associati al fiume sono molti e diversificati e la valutazione della opportunità di opere così impattanti, si deve effettuare tenendo conto di tutte le componenti del bilancio costi benefici, e non solo sulla base di considerazioni idrauliche.

In questo senso chiediamo che un progetto di questo tipo, fin da ora, sia sottoposto ad una vera e seria procedura di VIA. Le piene del Lambro, pur molto rapide, consentono l'attivazione di sistemi di allarme anche per la popolazione e, salvo casi eccezionali dovuti a cause concomitanti, non rappresentano un rischio significativo per la sicurezza delle persone. Sono certo causa di danni economici, che però devono essere prevenuti e minimizzati eliminando, anche in centro città, gradualmente, usi impropri e costruzioni interrate che, purtroppo anche recentemente, sono stati consentiti; attivando anche sistemi di protezione locale più evoluti e, comunque, alla fine, convincendosi che il rischio non si può eliminare completamente e che con una certa dose di rischio si può convivere.

Monza, 24/3/2015
Mino D'Alessio, Anna Gentilini geologi
cooperativa rea impresa sociale


POSTILLA
Non si tratta di una posizione di negazione assoluta, si vuole solo evitare che le valutazioni siano parziali, che non si considerino fattori extra idraulici (paesaggio, ecologia, storia) a cui tutti tengono in favore di interessi legittimi ma localizzati o di una parte limitata della popolazione. Fatto salvo il problema della sicurezza delle persone, il resto deve essere valutato in modo oculato ed è meglio sollecitare seriamente un dibattito che trovarsi con un progetto già pronto da cui non si può uscire. Attualmente si stanno facendo valutazioni sul progetto preliminare del primo lotto, che comprende le opere e l'eventuale modifica o eliminazione delle chiuse all'Oasi di Piazza Castello. Naturalmente c'è anche la Sovrintendenza che esprimerà sua posizione, ma è giusto che i cittadini siano informati e possano intervenire durante e non dopo.
M. D'A.


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  24 marzo 2015