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Napoleone e Giuseppina Bonaparte
il tribolato amore alla Villa Reale di Monza
Anna Marini



Il teatrino della Villa Reale inscena a Monza, domenica 4 ottobre, il travagliato amore della coppia a cui la capitale brianzola deve il maestoso parco. Napoleone Bonaparte prima ed il nipote Eugenio di Beauharnais poi, sognarono una tenuta agricola e una riserva di caccia sui terreni a Nord del palazzo e dei Giardini Reali, realizzati per volere di Maria Teresa d'Austria già nel 1777.

L'evento, patrocinato dal Consolato di Francia, rientra nel programma “Ville aperte”: il tradizionale appuntamento con l'arte e l' architettura locale estende il calendario, in occasione di Expo-2015, dal 2 settembre al 25 ottobre, con un'agenda ricca di manifestazioni inedite nei contenuti.

E' il fitto carteggio intercorso tra i coniugi reali a valorizzare il rapporto morboso e contraddittorio del generale e della vedova Beauharnais, nella performance introdotta da Ettore Radice. Letta ed interpretata sul palco, la corrispondenza è conservata nei documenti originali alla biblioteca di Torino, in seguito alla donazione di un abbiente torinese.

Napoleone il giorno seguente la sconfitta di Waterloo, ma anche il generale in età giovanile, la cronologia delle vittorie, ma soprattutto degli affanni affettivi vengono narrati e accompagnati dalle splendide corde dell'arpa. All'indomani della battaglia sanguinosa che tolse alle armi e alla vita tanti tra gli uomini valorosi, l'animo del generale è in preda al dolore. Ma più che l'amara sconfitta è il rimorso per aver ripudiato la donna amata da una vita a serrare l'imperatore nella morsa della disperazione. Proprio a Giuseppina, ripudiata perché incapace di garantire un erede al trono e defunta ormai da un anno, sembra rivolgere una preghiera con la formula “Vegliate da lassù”.

La malinconica melodia dell'arpa assiste le parole del grande condottiero, che si rivolge alla sua sposa, quasi lei fosse ancora in vita e potesse udirlo. Non il militare vittorioso, ma l'uomo con le sue fragilità, soggetto al forte ascendente che la moglie sa esercitare su di lui, viene apprezzato dal pubblico numeroso e coinvolto del teatrino di corte. Waterloo si tramuta nel pianto del rammarico per aver respinto la donna che fu sempre all'altezza del ruolo chiamata a ricoprire. La personalità contraddittoria, irascibile ed orgogliosa di Napoleone viene delineata con cura e i suoi scritti rivelano un uomo risoluto, ma con tratti di ingenuità.

Le campagne di guerra impongono una distanza dagli affetti che gli risulta insopportabile, aggravata dalla scarsa solerzia con cui la moglie risponde negli scambi epistolari. Devozione, ardore e tenerezza guidano l'amore di Napoleone per la bella creola, dalla condotta per lui incomprensibile. Vedova e madre di due figli, lo affascinò per tutta la vita e per questo le fu riconoscente. Apprese in convento le qualità che si unirono a quelle naturali, colei che amò la corona più di chi la indossava. Divenne Giuseppina Bonaparte, ma il suo amore era tutto per un soldato ussaro, incaricato di garantire la corrispondenza con il marito. Occhi verdi, naso a punta, così è descritto dalle parole dell'imperatrice: è solo attrazione fisica che fa di Hippolyte Charles colui che solo può alleviare le sue sofferenze. Parigi con i suoi fasti e ricevimenti è la dimora adatta dell'imperatrice, per nulla attratta dagli onori d'Italia, ai quali preferisce una vita da borghese nella capitale francese. Napoleone la chiama più volte al suo fianco nelle fatiche imposte dalle guerre, ma Giuseppina non abbandona il suo mondo, adducendo come scuse, entrambe fantasiose, la malattia e l'attesa di un figlio. Sfugge così, nei suoi inspiegabili silenzi, al valoroso Bonaparte, la donna che lo fece grande: “il piccolo generale… tratta adesso alla pari con il Granduca di Toscana”. Il 5 maggio 1821 a Sant'Elena cala il sipario della storia sul fondatore del primo impero francese; si congeda il valido stratega dal mondo che ha conquistato, con le parole divenute celebri e testimoni dei suoi grandi amori: la Francia, l'esercito, Giuseppina. Al teatrino di corte Musica e Teatro si esibiscono insieme, per dar voce e sonorità agli autori dei futuri simboli monzesi e ricordare coloro che elessero l'eleganza neoclassica della residenza reale austriaca alla magnificenza di quella napoleonica.

Anna Marini


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  13 ottobre 2015