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Vespro di Natale al Duomo di Monza
Anna Marini


Ieri sera al Duomo di Monza, in occasione dell'approssimarsi delle festività natalizie, la funzione del sabato sera è stata preceduta e introdotta dal Vespro musicale di Natale. L'evento, il terzo appuntamento della Quattordicesima edizione di “Vespri e Messe d'Organo nella Vigilia”, patrocinato da Comune di Monza, Duomo di Monza, Cappella musicale del Duomo, Rotary Club Monza Ovest e Fondazione Gaiani, ha visto come protagonisti i due organi della cattedrale, Identificati secondo la loro collocazione con i punti cardinali, oppure tramite il nome delle case costruttrici.
All'organo Settentrionale (Metzler) e a quello Meridionale (Zanin), per uno splendido Duo, rispettivamente Matteo Riboldi, musicista premiato in diversi concorsi e attualmente Organista titolare della Cappella musicale del Duomo di Monza, e Davide Pozzi, affermato clavicembalista nel panorama europeo e noto per la sua magistrale interpretazione del repertorio tedesco del Settecento.

L'ambiente solenne della cattedrale ha risuonato, ieri sera, per quaranta minuti di musica espressiva del barocco italiano, di quello britannico e tedesco, con brani in origine composti per orchestra, trascritti da Pozzi e Riboldi e dunque adattati a testi per organo. Ad aprire la manifestazione, quattro tempi tratti dal “Concerto Op. 10 n.4” di John Stanley, grande compositore britannico, oggi poco conosciuto, ma che ispirò con le sue improvvisazioni presso la chiesa di S.Mary, Rotherhithe di Londra, lo stesso Georg Friedrich Händel. Il Vespro prosegue poi con il “Concerto HWV 295”, meglio conosciuto come “Il Cuculo e l'Usignolo” di Händel, appunto, così nominato per l'imitazione virtuosistica del verso degli uccelli. L'opera eseguita è la sesta dei dodici Grandi Concerti, che uniscono la straordinaria abilità contrappuntistica dell'autore e rappresentano l'apice della produzione concertistica barocca. L'iniziativa musicale termina con il “Concerto Grosso Op. 6 n.8” di Arcangelo Corelli, strutturato secondo i temi tradizionali dello “stupire” e del “commuovere” e arricchito dalla solennità conferita dal Grave. L'energia prorompente dell'attacco e il successivo sviluppo originariamente affidato dal compositore italiano agli archi, viene declinato durante il Vespro nelle suggestive sfumature sonore che solo l'organo può offrire.

A riunire i fedeli nel raccoglimento per il consueto appuntamento religioso e appassionati di musica nella magnificenza artistica del Duomo, l'accurata selezione di brani ascrivibili non esclusivamente al repertorio natalizio, ad eccezione per il Concerto di Arcangelo Corelli, contraddistinto dal sottotitolo preciso ed esaustivo: “Fatto per la Notte di Natale”. Ma per quest'opera occorre considerare che durante il Settecento i brani composti per le ricorrenze sacre avevano un tono leggero e non aulico come invece si preferisce oggi.
Ieri sera, al Vespro di Natale, il tripudio degli angeli e la sapienza dei santi che affrescano le pareti del Duomo, così intrise di storia e ricche di tradizione, sembravano innalzarsi nell'armonia di eleganti sonorità divenute corali tra la cittadinanza riunita a festa.

Anna Marini


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  18 dicembre 2016