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Monza: un sabato di tensione
Franco Isman


L'antefatto
Il 13 febbraio l'associazione ADES, legata a filo doppio a “Lealtà Azione”, questa dichiaratamente fascista, annuncia su Facebook per sabato 18 febbraio una sfilata per le vie di Monza, come aveva fatto dieci anni prima, per commemorare il Giorno del Ricordo (10 febbraio) e protestare per il negazionismo delle celebrazioni ufficiali “che tendono a minimizzare, negare o giustificare il dramma del confine orientale”.

La sfilata del 2007
La sfilata del 2007

In realtà quest'anno a Monza la ricorrenza è stata commemorata il giorno 11 febbraio con una conferenza alla Sala Maddalena, organizzata dall'ANPI con il contributo del Comune, tenuta dal professor Ivan Castellani per lunghi anni docente di storia al liceo Zucchi. Conferenza molto apprezzata anche dai (pochi) discendenti di esuli presenti.
Inoltre in Duomo si è tenuta una messa solenne in suffragio delle vittime delle foibe, patrocinata dal Comune e con la partecipazione di tutte le associazioni d'Arma.
Falsa e strumentale quindi la motivazione addotta da ADES per una sfilata a otto giorni dalla ricorrenza.

la conferenza alla Sala Maddalena
la conferenza alla Sala Maddalena

La reazione
ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) ed ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) hanno immediatamente segnalato a prefetto, questore e sindaco l'intenzione di ADES, chiedendo formalmente al questore l'autorizzazione ad effettuare un presidio e preavvertendo le forze antifasciste della città e in particolare CGIL e Foa Boccaccio.
La conclusione è stata che ad ADES è stata revocata l'autorizzazione al corteo limitandola all'effettuazione di un presidio nei pressi della Villa reale (nel corteo i manifestanti sfilano, nel presidio stanno fermi in un ben determinato luogo) ed analoga autorizzazione è stata concessa ad ANPI e ANED.
Una certa confusione sul luogo in quanto la richiesta iniziale era stata per piazza Gianni Citterio ma il questore aveva invece optato per piazza Centemero e Paleari (la piazzetta davanti all'ex UPIM dove nel 1944 i fascisti avevano buttato i corpi di due partigiani torturati ed uccisi in quella che era la Casa del Fascio - l'attuale Ufficio imposte in via Passerini) e all'ultimo momento spostato alla piazza davanti all'Arengario per la presenza di un mercatino…

La sfilata del 2007
I fasci davanti alla Villa. Ma, per l'esattezza, è solo fumo, non ci sono state violenze. Foto nuovabrianza.it

Le manifestazioni
L'estrema destra, un paio di centinaia di persone di cui molte venute da fuori, ha di fatto marciato in corteo dalla sede di Lealtà Azione in via Dante fino alla Villa Reale nel cui cortile ha fatto la sua celebrazione. Un tentativo di sortita è stato prontamente rintuzzato dalle forze dell'ordine.
Prima un teatrino con alcuni esponenti locali di forze di destra, tra cui nientepopòdimeno che Ignazio La Russa che, dal cortile antistante la Villa ha cercato invano di ottenere l'autorizzazione al corteo.
ANPI, ANED, CGIL hanno fatto il loro presidio con la presenza di un certo numero di cittadini e consiglieri comunali, non molti certamente, soprattutto perché FOA BOCCACCIO, con altri venuti a dar manforte, non si è accontentato dell'indubbio successo di aver impedito la sfilata per il centro delle teste rasate urlanti ma, duri e puri, Piazza Citterio era stata chiesta in origine e piazza Citterio volevano che fosse.
Di fatto la polizia li ha bloccati prima della piazza e li hanno costretti a stazionare nell'ultimo tratto di via Carlo Alberto e in piazza Carrobiolo. Le forze dell'ordine non hanno avuto molto da fare, per fortuna, e agenti e carabinieri sono stati professionali ma tranquilli e rilassati.

Forze dell'ordine

Incidenti
Ci sono stati due episodi, di segno opposto, entrambi deprecabili.
Nella notte precedente o nella mattinata di sabato è stato squarciato con un taglierino lo striscione esposto (con l'autorizzazione del Comune) a fianco della targa che celebra il sacrificio di Gianni Citterio, medaglia d'oro al valor militare, commemorato pochi giorni prima. I fascisti hanno lasciato il loro “biglietto da visita” piazzando un adesivo con la scritta GOOD NIGHT LEFT SIDE, slogan usato dai gruppi neo nazisti in tutta Europa.
In via Italia FOA BOCCACCIO e/o i suoi compagni, che di lì sono passati, hanno pensato bene di sfasciare un gazebo della Lega terrorizzando le due ragazze che lo presidiavano.

Lo striscione
Lo striscione vittima dei taglierini fascisti

Comunicati

Roberto Scanagatti
, sindaco di Monza, su Facebook - 18 febbraio alle ore 20:53 
Oggi è stata una giornata di tensione per la nostra città. L'annunciata manifestazione di gruppi di destra, è stata confinata nei pressi di Villa Reale. In piazza Roma l'Anpi ha inteso testimoniare il rifiuto per ogni rigurgito neofascista. Tutto si sarebbe svolto senza incidenti, se non fosse stato per l'aggressione compiuta nei confronti di un banchetto della Lega Nord da parte di alcuni esponenti dei gruppi antagonisti, molti dei quali giunti da fuori città. Monza è una città democratica e la libertà di espressione politica deve essere garantita a chi legittimamente esprime le proprie idee. Per questo nel condannare l'episodio, voglio esprimere la mia solidarietà ai militanti leghisti.

il banchetto vandalizzato.
Dal filmato del Corriere della Sera

ANPI
Gli antifascisti monzesi con la mobilitazione  di sabato 11 febbraio hanno ottenuto un primo risultato impedendo che i neofascisti di Lealtà Azione sfilassero in città come nel 2007.
L'ANPI si impegna comunque ad elevare il livello di attenzione e a stimolare le Istituzioni ad interventi più decisi nei confronti delle organizzazioni neofasciste, apprezzando in questa circostanza l'intervento del sindaco che ha chiesto al questore di Milano di vietare il corteo.
Denuncia l'atto vandalico che ha distrutto lo striscione con la storia di Gianni Citterio, figura simbolo della Resistenza monzese, commemorato la scorsa settimana nella piazza omonima.
Ringrazia tutti i cittadini che hanno partecipato alla manifestazione, ben riuscita nonostante l'atto sconsiderato di alcuni giovani che hanno danneggiato un gazebo della Lega.

I centri sociali
I centri sociali. Foto nuovabrianza.it

Conclusioni
Esiste una legge, la legge Scelba (L.645/52) che vieta non soltanto la ricostituzione del partito fascista ma anche l'uso dei suoi simboli .
Esiste la legge Mancino (L.205/93) che condanna ogni discriminazione basata su motivi razziali, etnici o religiosi e vieta l'ostentazione di emblemi o simboli di organizzazioni razziste.
Nonostante queste leggi e nonostante alcune sentenze di condanna della Corte di Cassazione, gli attivisti dei partiti neo fascisti si esibiscono tranquillamente nel saluto romano ed ostentano bandiere e vessilli fascisti, come la bandiera di combattimento della Repubblica Sociale Italiana, ma non vi è alcun intervento delle autorità e le denunce vengono regolarmente archiviate.
Più che in sede locale è necessario agire in sede governativa per impedire questa sempre più pericolosa deriva.

Franco Isman


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  20 febbraio 2017