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Questo è il fiore del Partigiano
Franco Isman e Tania Marinoni

  
  Egeo Mantovani e Milena Bracesco - foto Franco Isman

Il 25 aprile ha visto quest'anno, a Monza, un inedito protagonista: la fermezza delle istituzioni. Sull'esempio di Milano, infatti, anche il sindaco Scanagatti ha chiesto al prefetto, sia pure all'ultimo giorno, di vietare l'ormai quasi consueta parata fascista al cimitero. Questi, non potendo vietare qualcosa di non richiesto da parte delle organizzazioni neofasciste, si è attivato nel far loro sapere che questa volta la legge sarebbe stata fatta rispettare.
Perché la legge esiste ed è la Legge Scelba.
Polizia in assetto antisommossa nei pressi del cimitero e numerosissimi poliziotti in borghese al suo interno. Aggiungiamo i folti presidi dei centri sociali a tutti gli ingressi e, finalmente, dei fasci nemmeno l'ombra.

 
 
 
Di Aldo Tarabella, console della milizia fascista e generale delle Camicie nere, davanti al cui monumento sono sempre avvenute le parate fasciste, Arengario ha ampiamente parlato, ma è giusto rendere conto di un'iniziativa di quest'anno di notevole valore, non soltanto simbolico.
Vittorio Bellini, personaggio di grande spessore nella vita politica e culturale monzese e di sicura fede democratica, recentemente scomparso, era genero di Aldo Tarabella. I suoi figli, assieme ad altri cugini, hanno scritto al prefetto una lettera lamentando le parate fasciste davanti al monumento funebre del nonno, fascista di ferro, ma morto nel 1930, che nulla quindi aveva a che fare con la Repubblica di Salò. Oltre a questo, i nipoti hanno messo alla base del monumento il cartello riportato qui accanto.

Grande è stata la partecipazione delle numerose associazioni che hanno aderito all'iniziativa “Questo è il fiore del Partigiano”, la manifestazione in cui molti cittadini hanno celebrato assieme la ricorrenza della Liberazione. Un evento, questo, dalla significativa rilevanza simbolica, perché organizzato non solo per presidiare il cimitero da possibili presenze antagoniste, ma anche e soprattutto per condividere una data fondamentale nella storia della nostra democrazia. In tutta Monza si è commemorato il 25 aprile e in particolare due luoghi hanno ospitato le celebrazioni ufficiali: piazza Trento e Trieste e il camposanto, quest'ultimo teatro di nuove forme di partecipazione.

Al cimitero le celebrazioni ufficiali hanno iniziato con la messa nella cappella centrale, quindi il corteo, banda in testa, fino al Campo dei partigiani con tutte le cerimonie di rito, infine la stessa cosa al Campo dei caduti di tutte le guerre.

Il corteo si è poi ricomposto in piazza Gianni Citterio e, con ANPI, ANED ed associazioni combattentistiche, si è snodato lungo via Carlo Alberto raggiungendo piazza Trento e Trieste, dove, ai piedi dell'imponente monumento ai caduti, ha reso omaggio ai martiri della Resistenza, con la cerimonia dell'alzabandiera e sulle struggenti note di “Il silenzio”.
Al termine dell'esecuzione dell'inno nazionale Milena Bracesco, vicepresidente di ANED Sesto San Giovanni-Monza e speaker della manifestazione, ha rivolto un caloroso saluto a tutti i presenti.

Le celebrazioni del 25 aprile a Monza hanno visto sempre nelle vesti di oratore ufficiale importanti personalità dello scenario politico italiano: da Armando Cossutta a Emanuele Fiano, da Lidia Menapace a Virginio Rognoni. L'ANPI ha ritenuto doveroso quest'anno affidare l'impegnativa incombenza ad Egeo Mantovani, vicepresidente onorario dell'ANPI di Monza e Brianza, a coronamento di una vita di costante impegno profuso nella politica e nell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Mantovani, classe 1921, che verrà insignito il 2 giugno dal Presidente della Repubblica, dell'onorificenza di Cavaliere, ha ricordato il proprio contributo offerto alla guerra partigiana, esortando poi a vivere la ricorrenza della Liberazione come monito per le future generazioni.
Toccanti, dopo la testimonianza di Egeo Mantovani, le parole di Piero Calamandrei declamate da una studentessa che hanno ribadito ancora oggi l'importanza nel prendersi cura quotidianamente della Costituzione, attraverso la dedizione nella politica e soprattutto rifuggendo l'indifferenza, male largamente diffuso tra i giovani. Alla Costituzione ha rivolto il pensiero anche il sindaco Scanagatti, rammentando l'impegno di tutta l'amministrazione nella tutela dei valori sanciti nei suoi articoli, anche alla luce di recenti fatti allarmanti, avvenuti tra le mura delle sale consiliari.

Per tutto il giorno si sono susseguite al cimitero le testimonianze di cittadini che hanno ricordato i familiari divenuti figure di grande rilevanza della guerra di liberazione locale mentre la voce calda di Giuseppe (Pippo) Biassoni ha intonato, sulle corde della sua chitarra, i canti simbolo della lotta partigiana.
L'impegno politico e la grande dedizione di Paola Giannella, antifascista e moglie di Amedeo Ferrari, uno dei fondatori del PCI monzese, rivivono nella memoria che la nipote custodisce, a vent'anni dalla sua scomparsa. Gianni Citterio, medaglia d'oro al valor militare, è stato ricordato da Rosella Stucchi leggendo le parole scritte dal padre, Giovanni Battista, che lo ritraggono come un giovane dal temperamento ardente e risoluto. Con grande coinvolgimento Milena Bracesco ha richiamato alla memoria, attraverso le lettere indirizzate a sua madre, il padre Enrico, deportato e ucciso dai nazisti nel Castello di Hartheim. Accanto alle personalità di spicco della Resistenza monzese, come il primo sindaco dopo la Liberazione Enrico Farè e l'avvocato Aldo Buzzelli, è stato ricordato anche un luogo, divenuto teatro di atrocità fasciste: il macello. La voce di Silvia Di Donato ha illustrato questo centro di terribili nefandezze delle quali furono vittime gli oppositori al nazifascismo. Ma queste sono soltanto alcune delle testimonianze sentite.

Una giornata di festa, di impegno e di passione, quella condivisa il 25 aprile al cimitero, ed è con grande soddisfazione che l'ANPI definisce l'iniziativa “Questo è il fiore del Partigiano” come “un momento importante per trasmettere la memoria e la conoscenza di tanti protagonisti della resistenza di Monza”. Una giornata ricca “di pace, solidarietà, uguaglianza sociale” per commemorare il giorno della Liberazione, che non si esaurisce nell'arco di poche ore, ma anzi, deve proseguire, perché, come rammentano le sagge parole di Marco Fraceti, “Ogni giorno è il 25 aprile”.

Franco Isman e Tania Marinoni



  Dall'alto: la cerimonia in cimitero, il corteo, la cerimonia in piazza Trento e Trieste, la festa, le testimonianze
  Cliccare sulle foto per ingrandirle. Cliccando sulla foto di Pippo Biassoni (in basso a sinistra) la canzone Bella ciao.
  Quasi tutte le foto sono degli autori, il filmato di Patrizia Canova.


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  27 aprile 2017