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COMUNALI 2017
Paolo Piffer
Tania Marinoni


Il Collegio architetti e ingegneri di Monza di intesa con l'ANCE locale ha organizzato una serie di incontri con i candidati sindaco alle prossime elezioni comunali, coordinate dall'architetto Sandro Gnetti.
E' stato predisposto uno schema di domande da rivolgere a ciascun candidato che, oltre agli argomenti attinenti alle materie di competenza (urbanistica, PRG, progettazione, appalti, caratteristiche tecniche, impianti, viabilità, trasporti) spazia su argomenti di più vasto respiro quali il futuro della Città, le sue linee di sviluppo, i finanziamenti ed altri ancora.
Arengario a queste domande ne aggiunge, alla fine della serata, una prettamente politica relativa a come pensa di comportarsi il candidato sindaco, qualora eletto, nei confronti delle sempre più frequenti manifestazioni di netto stampo fascista.


ll tema della riqualificazione delle aree dismesse, sostiene Paolo Piffer, è uno slogan enormemente inflazionato durante la campagna elettorale, e da sempre ostentato con un chiaro intento propagandistico. Uno strumento con cui le amministrazioni reperiscono facilmente le risorse di cui necessitano, perché, è noto a tutti, “il residenziale viene usato come bancomat dal comune per accedere agli oneri di urbanizzazione”. Piffer considera, invece, la riqualificazione dei vuoti urbani come un'importante occasione da offrire a Monza perché si affermi sul territorio nell'ambito dell'innovazione e della tecnologia: i due settori, che a breve governeranno lo sviluppo locale e dell'intero paese. Simbolo di questa nuova filosofia è il “Monza Hub” di via Monte Pasubio, un magazzino dismesso, che due ambiziosi trentenni hanno ristrutturato per dedicarlo ad un'esperienza di co-working. Al suo interno, adesso, sono diversi gli ambienti che si aprono a meeting, a gruppi di lavoro e a momenti di confronto professionale.

Se eletto sindaco, Paolo Piffer non camminerà sul sentiero tracciato dai sui predecessori e sancito da una mentalità campanilistica del tutto italiana: il caso dell'area ex macello è eloquente in merito e rappresenta il prototipo di una politica fallimentare. In veste di primo cittadino, quindi, non ostacolerà l'iter di validi progetti solo perché intrapresi dal sindaco precedente, ma, nell'interesse della collettività, lo accompagnerà, garantendo all'amministrazione una giusta continuità.

In tema di infrastrutture la sua attenzione si rivolge alla metropolitana e in particolare alla futura stazione “Bettola”, a quella zona che, oggi a prevalente funzione residenziale, dovrebbe offrire la necessaria “mixitè” per accogliere un importante nodo viabilistico della periferia monzese. Ma dell'altra fermata della metropolitana, quella che si attesterà nei pressi della Villa Reale, preferisce non parlare. Non vuole illudere i cittadini con parole eccessivamente ottimistiche, che ne promettono la realizzazione nell'arco di pochi mesi.

A livello ludico-ricreativo, Piffer elegge via Bergamo a riferimento per ogni quartiere: con i suoi numerosi e attraenti locali offre un'ottima occasione di incontro per i giovani, senza compromettere i momenti urbani più lenti e rarefatti, che garantiscano la giusta tranquillità alle fasce più anziane della popolazione.

Una città dinamica, dunque, diventerà Monza, se sarà Piffer a guidarne nei prossimi cinque anni l'amministrazione. Un centro aperto all'innovazione diffusa, che favorirà uno sviluppo spontaneo, grazie anche al contributo fresco dei giovani. E per realizzare la sua allettante proposta, il candidato sindaco guarda con fiducia alla partenership tra pubblico e privato, quest'ultimo da coinvolgere negli investimenti con progetti economicamente appetibili, “da attrarre con la fantasia”.


Alla domanda inerente alle manifestazioni fasciste proprio il giorno del 25 aprile Piffer risponde sostenendo che questa ricorrenza è strumentalizzata dalle forze di sinistra, venendo ingiustamente governata da certe realtà come l'ANPI: “Scusate, ma io devo dimostrare eventualmente il mio antifascismo, facendomi vedere vicino a un esponente ANPI?”
Il candidato sindaco ritiene inoltre che i giovani d'oggi partecipino alle celebrazioni ufficiali, oppure rendano omaggio ai caduti della RSI, non per convinzione politica, ma per necessità di sentirsi appartenenti ad un gruppo. Pur dichiarandosi antifascista e rispettoso dei valori testimoniati dalla guerra partigiana, invita coloro che intendono celebrare la Resistenza a commemorare “In maniera più sobria” la ricorrenza della Liberazione, evitando l'ostentazione di simboli per la sola volontà di dimostrare e quindi di “certificare” la propria appartenenza politica.

Tania Marinoni


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  18 maggio 2017