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Monza in Acquarello
Anna Marini


Monza per tre giorni è stata capitale dell'acquarello, grazie al festival internazionale che ha riunito nel suo centro storico eccellenze provenienti da tutto il mondo. In numerosissimi hanno partecipato all'evento, non commerciale e totalmente gratuito, che da venerdì 3 maggio a domenica 5 maggio ha esposto opere di acquarellisti, proponendo momenti di condivisione artistica. La rassegna pittorica organizzata dal Comune, alla sua prima edizione, ha reso Monza un polo di riferimento per questa suggestiva tecnica compositiva.


I portici dell'Arengario si sono animati di cavalletti e pennelli, dove il banchetto dell'info point dell'iniziativa illustrava le attività organizzate. Percorrendo la scala dell'antica torre medievale e giungendo alla galleria espositiva, si sono aperte allo sguardo degli spettatori vedute paesaggistiche, nature morte, interni e molti altri soggetti interpretati con la medesima tecnica dell'acquarello. Le vie del centro storico si sono colorate dell'abilità di autori di fama nazionale e internazionale, che si esibivano en plain air. Suggestivi scorci e landmark monzesi sono stati immortalati sulle tele, in seguito affisse alle pareti della sala sotterranea dei Musei Civici, dove un ciclo di quattro conferenze ha invitato il pubblico a riflettere su temi correlati all'arte, sulle interazioni tra cervello e fruizione artistica (Il cervello e l'arte) e su altre tecniche a base d'acqua.

In Sala Maddalena, nella giornata di sabato 4 maggio, diversi maestri si sono susseguiti, ciascuno in una dimostrazione pratica della propria arte: momenti didattici in cui gli appassionati hanno assistito alla creazione di capolavori, diventandone testimoni. Un'occasione anche per riflettere sul ruolo cardine che i colori assumono nella tecnica acquarellistica, e per apprendere la rilevanza del bianco, così difficile da rendere, eppure determinante per conferire luminosità al dipinto.


Un laboratorio all'aria aperta ha accolto turisti e appassionati, che si sono cimentati, assistiti da numerosi maestri. Albania, Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Giappone, Inghilterra, Lituania, Malesia, Messico, Pakistan, Perù, Polonia, Stati Uniti, Thailandia, oltre che Italia: numerose le provenienze per celebrare una forma d'arte ritenuta, a torto, minore e per avvicinare a questa tecnica la cittadinanza.
Numerosi i soggetti trattati, tra cui le rose, protagoniste nella pittura di La Fe, artista tailandese giramondo, e le nature morte di Laurin McCracken, acquarellista realista statunitense.


Molte e suggestive le opere allestite nei diversi luoghi espositivi di Monza. Le tele di Massimiliano Iocco, che illustrano la poetica del lavoro. Le vedute e gli scorci del cremonese Geremia Cerri: le sue sensazioni e la dimensione del ricordo. Gli incantevoli paesaggi di Kauser Hossain e le magiche ambientazioni di Tan Suz Chiang. Le fantastiche immagini di Ali Abbas e le interpretazioni cromatiche di Jansen Chow, che tingono di una luce calda la primavera a Roma e il termine dell'inverno a Milano. Le figure di Roberto Andreoli, che lasciano trasparire l'immediatezza e la trasparenza della sua arte. Le tele oniriche di Angelo Gorlini, tra i maggiori esponenti in Italia e in Europa della pittura ad acquarello. Questi e moltissimi altri i nomi di maestri italiani e provenienti da tutto il mondo, che hanno portato il loro contributo e la propria sensibilità artistica.

La tecnica dell'acquarello, diffusasi in Europa e negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, richiede grande abilità nella mano dell'artista, che deve comporre rapidamente prima che i pigmenti si asciughino: una magia da compiere in tempi brevi, con determinazione e scioltezza. La rapidità di esecuzione e la trasportabilità dei materialità ne hanno favorito la popolarità, rendendola adatta alla pittura all'aria aperta. Canaletto, Monet, Turner, Picasso, Cézanne e molti altri i nomi dei grandi artisti che si sono rivolti nella loro produzione alle tinte tenui e delicate di questa splendida collaborazione tra pigmento e gocce d'acqua.

“E infine è come un liquido che scorre lento…
La notte ora non cerca sfide da raggiungere in volo.
Si sente solo il mescolarsi di gocce dipinte in cieli ad acquarello.
Un sommergibile tra i petali o teli in fondali di cristallo.
Tramonti che spengono l'attesa di albe rincorse e sommerse.
Storia di veneri rime addolcite da tasti di piano, eterni e dolci”.

(Fryderyk Chopin)

Anna Marini

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  6 maggio 2019