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Pietre d'inciampo, momenti di Memoria
Tania Marinoni e Franco Isman


Anche Monza, assieme ad altri 13 comuni della provincia, avrà le sue Pietre d'inciampo.
Le Pietre d'inciampo sono quei tasselli dalla grande valenza commemorativa che costituiscono un importante Museo della Memoria diffuso nel tessuto urbano e sociale di tutta Europa.
Delle dimensioni di un sanpietrino, con la parte superiore in ottone, hanno incisi i nomi di coloro che varcarono i cancelli dell'orrore nazista e non fecero più ritorno. Riportano inoltre la data di nascita, il luogo e il giorno della deportazione e quello della morte dei perseguitati. Vengono posati davanti alla residenza della vittima di cui si onora il ricordo.


Sono nate dalla sensibilità artistica di Gunter Demnig, un artista tedesco, come opposizione al negazionismo e per consentire idealmente ai deportati di ritornare a casa.
Le “Stolpersteine” offrono un'occasione di inciampo non fisico, ma mentale ed emotivo, permettendo al passante, che vi si imbatte, di conservare e coltivare la Memoria. Perché, come ricorda un celebre passo del Talmud, saremo dimenticati solo quando il nostro nome cadrà nell'oblio.
L'espressione “Pietra d'inciampo” rimanda ad una citazione biblica dalla quale probabilmente il termine è stato mutuato. L'Epistola ai Romani di Paolo di Tarso recita così al versetto 9,33: “Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo e un sasso d'inciampo; ma chi crede in lui non sarà deluso”.

Dal 1992, anno in cui venne posata la prima pietra, queste originali targhe commemorative insistono sul selciato di duemila città europee. Da Colonia si diffusero in quasi tutti i Paesi che furono occupati dalla Germania nazista: attualmente se ne contano circa 71.000.
Nel 2010 Roma è stata la prima città italiana ad accoglierle. Lo scorso anno, grazie alla collaborazione tra ANPI, ANED e Associazione Senza Confini di Seveso, è nato il Comitato provinciale di Monza e Brianza, primo in Italia a prefiggersi l'obiettivo di promuovere la Memoria attivando una fitta rete di associazioni. Nel 2019 hanno aderito al progetto i comuni di Cesano Maderno, Lissone e Seregno. Nei prossimi giorni altri 14 centri brianzoli ricorderanno 21 cittadini, molti deportati dopo gli eroici scioperi del marzo 1944, vittime della barbarie nazista.


ll primo appuntamento è a Monza giovedì 16 gennaio, quando saranno ricordati Alessandro Colombo e Ilda Zamorani, uccisi ad Auschwitz nel dicembre 1943 perché ebrei. Il ragionier Colombo era, come la moglie, uno stimato cittadino monzese. Ma nel novembre 1943 venne denunciato perché ebreo e incarcerato dapprima in via Mentana, in seguito a San Vittore. Una settimana dopo la moglie Ilda Zamorani, “con un atto di estremo amore e coraggio”, come scrive un nipote, si consegnò spontaneamente.
Il 6 dicembre al Binario 21, nei sotterranei della Stazione di Milano, furono caricati sui carri bestiame e dopo 5 giorni di viaggio inumano raggiunsero Auschwitz, dove vennero subito uccisi. La cerimonia che li ricorderà si svolgerà alle 11:00 in via Carlo Prina, anch'egli trucidato dalle SS a Fossoli, davanti alla Chiesa di San Biagio, dove i coniugi risiedevano. La manifestazione, di rilevanza provinciale, vedrà la presenza dei sindaci di tutti i comuni coinvolti, oltre a quella dei familiari dei deportati e delle autorità territoriali.

Parteciperà anche Gunter Demnig, presente a tutte le cerimonie di posa delle “formelle della memoria”. Egli , infatti, cura personalmente l'installazione delle Pietre, che produce nel suo laboratorio di Frechen. Lo vedremo, quindi, con le ginocchiere e il cappello a tesa larga, “inchinarsi sul selciato” a rendere omaggio ai coniugi Colombo.
All'incontro è attesa anche una rappresentanza degli studenti monzesi: proprio i giovani hanno partecipato attivamente al progetto, con l'ideazione del logo del Comitato. Era stato infatti indetto un concorso rivolto ai sette istituti di arte visiva grafica del territorio. In numerosi hanno risposto all'invito e, fra tredici proposte, è stata dichiarata vincitrice l'opera di Chiara Mafrica del Liceo Meroni di Lissone, “La memoria non è per un solo giorno”.

L'evento del 16 gennaio rappresenta la tappa successiva di un percorso iniziato due anni fa con l'inaugurazione del Bosco della Memoria in via Ernesto Messa, altra vittima delle SS a Fossoli, poi sarà la volta di altre città e paesi della Provincia che si uniranno alle città italiane ed europee nella realizzazione di questo importante e suggestivo Mosaico.

Tania Marinoni e Franco Ismani




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  13 gennaio 2020