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Gianni Citterio
JLV


Il 12 maggio 1944 a Megolo in Val d'Ossola cadeva eroicamente Gianni Citterio, commissario della divisione garibaldina Beltrami, rimasto a trattenere le soverchianti forze tedesche e fasciste per permettere lo sganciamento della formazione. Dopo la Liberazione gli fu riconosciuta la medaglia d'oro al valor militare.

La sua città Monza gli ha intitolato una piazza dove è stata posta una lapide, sconciata da un grosso armadio di distribuzione delle onnipresenti aziende telefoniche che non si è riusciti a far spostare.
Oggi, come tutti gli anni, l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) ha posato una corona con la presenza di un certo numero di iscritti e del sempre partecipe assessore comunale Pier Franco Maffè.
Parecchi i passanti essendo sabato ma nessuno che si sia fermato e vedere di che si trattava.

JLV

La lettera con la quale il Comando Generale del CVL, Corpo Volontari della Libertà, comunicava ai familiari la morte di Gianni Citterio, con la firma dei componenti il Comando: Maurizio Parri (partito d'Azione), Raffaele Cadorna (generale comandante), Enrico Mattei (Democrazia Cristiana), Luigi Longo (Partito Comunista), il monzese Giovanni Battista Stucchi (Partito Socialista), Mario Argenton (Partito Liberale).
 
La lettera di ringraziamento dello stesso Comando Generale a madre Rosa Chiarini Scolari, superiora dell'Istituto della Riparazione, la cosiddetta “Casa delle ragazze traviate”, che nei giorni che precedettero la Liberazione dettero ospitalità al Comando (la velina qui riprodotta è quella riportata anche su Wikipedia ed è la copia di Noris, altro nome di battaglia di G.B.Stucchi).

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  13 febbraio 2021