IL DITO NELL'OCCHIO
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Da Monza una conferma alla teoria della relatività
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Il giorno e l'ora sono immaginari per evidenti ragioni di opportunità, ma i fatti sono reali.
Qualche giorno fa qualcuno si è recato all'AGAM di via Cremona per consegnare dei documenti.
Non essendoci molti posti ove parcheggiare (giustamente, essendo un luogo ove devono recarsi in molti…), senza badare posteggia in via Raiberti angolo Raffaello Sanzio dove, dopo una serie di macchine in sosta, per qualche incomprensibile ragione vige, nell'ultimo tratto, il divieto di sosta. Il tempo di consegnare i documenti e tornare, dieci minuti, forse quindici, e al ritorno la macchina non c'è più.
Oibò! Vuoi vedere che l'hanno rubata pur essendo un catorcione? Pare di no. Un solerte cittadino seduto ad una finestra ad altezza delle ruote delle auto, ti avvisa che la macchina è stata prelevata dal carro-attrezzi e la puoi ritirare presso il deposito Lanzanova di via Libertà.
Pensar male non si deve, ma a volte ci si azzecca. E uno pensa: però che organizzazione!
La macchina viene subito ritirata (cinquanta euro…). Sul parabrezza nessun verbale dei vigili. Ora del prelievo del carro-attrezzi: 10,59. Finita qua? No, dopo qualche giorno ti vedi recapitare una multa per sosta vietata (altri cinquanta euro), elevata in quel posto alle ore 11,02. Ma come? Se la macchina non c'era più alle 10,59 come potevano i vigili fare una multa alle 11,02? Fortunatamente ci viene in soccorso la teoria della relatività di Einstein. Come noto, questa teoria afferma che su un mezzo lanciato alla velocità della luce, il tempo, per gli occupanti, scorre più lentamente che per gli altri.
Ecco spiegato l'arcano. Andando come noto i vigili di Monza alla velocità della luce, il tempo per loro è passato più lentamente, e quindi la multa è stata elevata ad una vettura che da tre minuti non c'era più. Ecco anche spiegato perché sul parabrezza non c'era alcun verbale.
Quando si dice la scienza…
La Pantera Rosa
13 luglio 2013