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ECOLOGIA - AMBIENTE
Il parco scolpito di Verano Brianza
Tania Marinoni




Alla fine del 2016, nel comune di Verano Brianza si è aperto un piccolo parco urbano, frutto di un importante intervento di riqualificazione dalla significativa rilevanza, sia sotto il profilo ambientale, che funzionale. Il Collegio degli Architetti e Ingegneri di Monza ha dedicato al tema un incontro nella serata di mercoledì 7 maggio, invitando, in qualità di relatori, gli architetti del paesaggio Roberto Seveso, e Loretta Maggioni, progettisti, assieme all'architetto Giuseppe Longoni.

L'area del comune di Verano è inquadrata dal Piano Paesaggistico Regionale nell'ambito geografico denominato “Brianza”, nella tipologia di paesaggio come “fascia dell'alta pianura” e nello specifico come “paesaggio delle valli fluviali escavate”. Nella carta bioclimatica d'Italia il territorio del comune di Verano si trova nell'area caratterizzata dal climax della roverella e della rovere.

L'intervento di realizzazione del parco ha interessato un'area dismessa, in precedenza adibita a campo da calcio, che il Comune ha acquistato dalla parrocchia. La superficie in esame sorge a margine del tessuto urbanistico consolidato, in cui si segnala la presenza di nuclei di antica e recente formazione. A Nord sorge una torre acquedotto di notevoli dimensioni e dal significativo impatto visivo, a Nord est si notano le pertinenze di un fabbricato a destinazione residenziale, risalente agli anni Sessanta. Ad Est si apre un'area libera che ospiterà edifici per abitazioni, uno spazio recentemente soggetto a demolizione che entrerà a far parte del parco e infine un'altra superficie destinata alle residenze. A Sud-ovest insiste l'area pertinenziale della Protezione Civile e ad ovest si articola la via San Giuseppe, lungo la quale sorge, all'interno dell'area progettuale, una tribuna di otto gradinate, ancora in discreto stato di conservazione.


La progettazione architettonica del parco ha guardato ai principi del landscaping, orientato alla coniugazione tra intenti ambientali e funzionali; si leggono chiari riferimenti ad opere di land art, che spaziano dalla Scozia alla modellazione praticata in epoca antica in Perù, con le caratteristiche terrazze di Moray, che ancora oggi costituiscono un complesso architettonico suggestivo della cultura incaica. Nella superficie del parco spicca la contrapposizione tra il rilevato della collina del belvedere e l'incavato che ospita un biolago. Le due porzioni di terreno sono oggi connesse dal “piano”, nel quale si trovano il tracciato pedonale, la pergola con l'anfiteatro dei peri che organizza lo spazio dei giochi per l'infanzia, il chiosco e la piazza della sosta.
Tre ingressi pedonali, contraddistinti da filari di pioppo cipressino, garantiscono l'accesso. Due si aprono su via San Giuseppe, lungo la quale corre la pista ciclabile e si articolano i parcheggi, che, assieme a quelli previsti all'interno del parco su via Monte Grappa, costituiscono una nota caratteristica del Verano Park. Il terzo accesso pedonale è situato su via Monte Grappa, vicino al passaggio carraio. Nella composizione del parco, di matrice architettonica e non forestale, convivono due modelli: il giardino all'italiana, per la suddivisione geometrica degli spazi, e la versione all'inglese, apprezzabile nell'accostamento di elementi naturali e artificiali.
Il biolago, coronato dalle piante acquatiche, è strutturato su due sistemi interconnessi specifici: il primo, artificiale, che, tramite una pompa, immette acqua nel secondo, adibito alla fitodepurazione. Le piantagioni sono costituite da essenze autoctone, oppure eco-compatibili. L'apparato arboreo è molto ricco e comprende un'ampia varietà di essenze, tra le quali: il frassino, la quercia, l'acero, il ginkgo biloba. Due le specie fruttifere: il pero, utilizzato per delimitare lo spazio dei giochi, e il melo che in parte cinge il biolago. Arbusti, cespugli e specie acquatiche completano il sistema del verde. Per la realizzazione del prato si è proceduto nelle zone in pendenza con l'idrosemina e, per le aree in piano, con la semina di tipo meccanico.

Verano Park è detto anche “Parco della pace”, poiché è intitolato a Teodoro Moneta, unico italiano insignito del premio Nobel per la pace, che ricevette nel 1907. Il parco, inizialmente accolto con scetticismo, è adesso molto apprezzato e frequentato, e si configura come polo di centralità per la vita del quartiere. È un prezioso intervento di rigenerazione, praticato su un'area dismessa, che restituisce al territorio nuovi spazi di valore e promuove scambi tra cittadini di tutte le età. Un vuoto urbano, potenzialmente soggetto a degrado ambientale e sociale, è stato così colmato con un elemento verde che nelle città può sostituire il sistema agricolo e forestale.

Tania Marinoni

                        L'inaugurazione


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  20 maggio 2019