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Il traforo del Sempione,
la scoperta dell'acqua calda e Napoleone

medaglia di Santa Barbara: perforatrice medaglia di Santa Barbara: frontale della Galleria del Sempione

L'EXPO a Milano del 1906 era stata rimandata di un anno perché si voleva che terminassero i lavori del traforo del Sempione, in quel momento in ritardo per degli imprevisti e costi aggiuntivi (guarda caso in prevalenza sul fronte italiano e anche per l'acqua calda che sprizzava). L'Esposizione si svolse tra il 28 aprile e l'11 novembre e a luglio vi fu la inaugurazione ufficiale del traforo.
Ne parleremo ancora perché la realizzazione di questa galleria fu un evento straordinario, connesso all'Esposizione che nei suoi manifesti ne celebra l'inaugurazione.
All'interno dell'Esposizione fu “ricostruito” un pezzo della Galleria del Sempione in ogni particolare con la guida di ingegneri che vi stavano lavorando. Riportano che il risultato fu spettacolare per tutti i visitatori. Un plastico in scala uno a uno.
Dice la prima dispensa,(nel testo a fianco di una grande foto del senatore Cesare Mangili, presidente dell'Esposizione): “Da una parte e dall'altra delle Alpi vi sono mani che si stendono con desiderio…”. “ L'apertura del Sempione non si poteva celebrare che con una solenne assise del lavoro… e l'Esposizione diventò internazionale.” (dispensa 1 e 2 del settembre 1905) .

uomini e macchine al lavoro

La Galleria del Sempione era allora quella più lunga e di maggiore importanza internazionale, riconosciuta da tutta l'Europa, infatti le gallerie più lunghe erano:
- Borgallo m 7972,
- Ronco m 8298,
- Arlberg m 10270,
- Cenisio m 12240,
- Gottardo m 14920,
- mentre il Sempione arriva a m 19731.

Venti chilometri circa di galleria ferrviaria dentro il cuore della montagna . Galleria da aerare, illuminare, rendere sicura, chiudere allo scolo delle acque sotterranee.

profilo geologico
il complesso profilo geologico del gruppo del Sempione dove passa la galleria

Un' opera notevole per i tempi. Un grande cantiere di ingegneria e di trasporti, di nuove tecnologie, partecipazione e speranze sociali, economiche e di pace internazionale e si compì nel 1906, anno di forte riorganizzazione sociale sia a carattere sindacale che industriale.
Vi fu la nascita sindacale della CGdiL e di organizzazioni industriali con la definizione a Torino di quello che è ritenuto il primo “contratto collettivo di lavoro” . Nel mondo si aprivano nuove e imprevedibili aspettative con la prima trasmissione via radio che poteva essere sentita nel mondo (R. Fessemden).

Leggo che nella metà dell'800 nascevano le prime idee per questo traforo e nel 1856 fu costituita “la Compagnie du Chemin de fer de la ligne d'Italie par la vallèe du Rhone et le Semplon”. Progetti vari e proposte e l'articolista ci avverte che in queste cose: “… più del problema tecnico riesce di difficile soluzione quello finanziario e quello politico”. Come oggi insomma.
Prevalse infine il progetto dell'ing. Dumur della società Jura-Simplon: “19 chilometri, senza gomiti, spezzature, in linea perfettamente retta… due gallerie parallele , distanti fra loro da asse ad asse 17 metri…”. Una era la galleria terminata all'epoca dell'Esposizione, con un binario e si lavorava all'altra, ma ridotta, anche ai fini della aereazione e scolo delle acque, come galleria di servizio dei lavori e in attesa di verificarne la necessità per un ulteriore binario. Inoltre l'apertura della prima serviva prudentemente a finanziare la seconda. La galleria mette in comunicazione la valle del Rodano con quella del Diveria, affluente del Toce.

Stazione di Domodossola, il Re aspetta il treno inaugurale da Briga

Le due stazioni di riferimento sono quelle di Briga in Svizzera e di Domodossola in Italia. Una caratteristica utile fu la “quota” della Galleria che non supererà i mt 704 viaggiando quasi in piano ( imbocco nord mt 685,83, sud 633,50).

Tecnicamente ed a fini sanitari fu importante l'aerazione ottenuta con la galleria laterale e tunnel trasversali. Le Gallerie erano ventilate con potenti ventilatori e iniezione costante di arra compressa, bisognava anche raffreddare in alcuni casi sia l'aria che l'acqua che usciva ad alta temperatura.

Cinquanta mc d'aria al minuto (con grandi ventilatori), precisa l'articolo che con questa soluzione, oltre a velocizzare i lavori ed abbassare la temperatura. Non solo aspetti tecnologici, la riorganizzazione sindacale e industriale dava i suoi frutti e anche il problema della salute e sicurezza sul lavoro diveniva aspetto centrale : “Se la salute degli operai fu sempre ottima, se il famoso anchilostoma duodenalis del Gottardo non si sviluppò al Sempione, lo si deve alla abbondante e fresca ventilazione del tunnel, oltre che alle severe prescrizioni igieniche ed all'impianto dei bagni che l'Impresa mise gratuitamente a disposizione degli operai.”

I lavoratori utilizzati erano migliaia e si costruirono alloggi per le maestranze dotate di servizi, docce e quanto necessario. Anche il macchinario utilizzato, per la ventilazione come per le perforazioni e trasporti interni del materiale, era il prodotto della tecnologia più avanzata del tempo, ma come si vede dalla illustrazione non si disdegnava l'uso di carri e cavalli.. Molti anche gli inconvenienti e certo non è semplice neppure oggi traforare per quasi venti km una montagna con problemi molteplici come quello della pompatura di acqua e di messa in opera di sistemi di refrigerazione dell'aria e della stessa acqua che talvolta zampillava molto calda.

medaglia di Santa Barbara: perforatrice medaglia di Santa Barbara: frontale della Galleria del Sempione medaglia di Santa Barbara: frontale della Galleria del Sempione

Poco più di sei anni durarono i lavori con un avanzamento medio di 8,60 metri al giorno di contro ai 5,50 del Gottado e 2,50 del Cenisio.
Dice l'articolo: “..furono estratti 1070000 metri quadrati (NdA credo siano metri cubi) di materiale… usati 1342000 chilogrammi di dinamite.”
“ Da ultimo si debbono lamentare 39 morti e 133 feriti, cifra di molto al disotto dei 200 morti del Gottardo e che va a tutto onore della Compagnia per le precauzioni che essa seppe opportunamente prendere.”
Prima della galleria, qui era stata realizzata una grande opera di interesse internazionale, la via del Sempione, voluta da Napoleone e terminata in poco più di cinque anni nel 1805. Lunga 60 chilometri, vantava 611 ponti e 7 gallerie.

La corriera postale sulla strada napoleonica del Sempione
La corriera postale sulla strada napoleonica del Sempione

C'è voluto di più a fare il tunnel di Monza (sempre sotto un originale tracciato napoleonico) di viale Lombardia, sia in confronto alla strada napoleonica che per la grande galleria ferroviaria, per non citare parti di autostrada o altre opere in essere da decenni e mai terminate.
Nel pur breve periodo di presenza francese molte furono le opere e le riforme che modificarono la società e l'economia , lo stesso rapporto tra cittadino e stato, in particolare nel Regno di Italia, con sede anche a Monza e con la realizzazione del grande Parco reale che Eugenio de Beauharnais come Viceré volle e costruì, anch'esso in pochi anni.

Alfredo Viganò

l'ing. Carlo Brandau, tra gli artefici del traforo del Sempione per il settore sud
(con l' ing Brandt per il settore nord e insieme coordinati da Ed. Locher)

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