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Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
CasaPound - 2


Per comprendere il “fenomeno” CasaPound, la componente più interessante e complessa della galassia dell'estrema destra odierna, ad oggi è disponibile un'interessante letteratura che spazia dai saggi di analisi storica – come il recentissimo “CasaPound Italia. Fascisti del Terzo Millennio” (ed. Mimesis – aprile 2018) di Elia Rosati (docente e ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche e il Dipartimento Studi Storici dell'Università degli Studi di Milano) – agli studi antropologici come “Fascisti del terzo millennio. Per un'antropologia di CasaPound” (ed. Ombre Corte, Verona 2015) autore Maddalena Gretel Cammelli; a quelli sociologici “Dentro e fuori CasaPound. Capire il fascismo del terzo millennio” (ed. Armando Editore, Roma 2011) autori Daniele Di Nunzio e Emanuele Toscano. Interessante anche il romanzo “Nessun dolore. Una storia di CasaPound” (ed. Rizzoli, Milano 2010) di Domenico di Tullio, avvocato di CasaPound.

logo CasaPound

Ma cos'è CasaPound? Nella prefazione al libro di Elia Rosati citato, Marco Cuzzi – docente di Storia Contemporanea presso il dipartimento degli studi storici dell'Università degli Studi di Milano – la definisce come il “ ...fenomeno più dinamico della destra radicale italiana e, forse, europea ...” spiegando come sia “ ... innanzitutto un movimento di sfida a tutto campo, una sfida all'intero mondo politico nazionale. I “fascisti del terzo millennio” – così si definiscono superando, ci spiega l'autore, il tabù che domina gran parte della destra radicale italiana ed europea di evocare esplicitamente il credo mussoliniano – non si fermano all'evocazione dei miti del passato, anche se da questo punto di vista dimostrano una maggior freschezza rispetto alla polverosa, lugubre e funerea nostalgia che permeava le vecchie sezioni del MSI ...”. Elia Rosati sottolinea come CasaPound sia non solo un movimento ma anche un partito “ ...che viene da lontano e affonda le sue radici nella storia del neofascismo degli ultimi venticinque anni.” in pratica “ Un esperimento che ha saputo combinare comunicazione, spregiudicatezza politica e lo stile violento del gruppo neonazista greco Alba Dorata anche nel nostro paese, rivendicando un welfare per soli italiani, l'uscita dall'Euro e dall'UE e una opposizione radicale all'immigrazione.” La ricerca etnografica svolta da Daniele Di Nunzio e Emanuele Toscano all'interno dell'organizzazione CasaPound ci riporta a una comunità identitaria nella quale l'umanità dell'altro è “…resa palesemente esplicita solo in riferimento alla sua comunità di appartenenza, luogo esclusivo in cui con pertinenza sono validi i suoi diritti” come riassume il prof. Antimo Luigi Farro, dell'Università di Roma “La Sapienza”, nella sua prefazione al libro. Una comunità esclusiva le cui attitudini politiche “…si pongono esplicitamente su un terreno estraneo alla democrazia contemporanea, di cui i suoi promotori sono invece interessati a ridefinire gli sviluppi”. Gli autori puntualizzano come l'intermediazione comunitaria rappresenti un “… fattore imprescindibile per l'affermazione del sé, di conseguenza la lotta per l'affermazione dei diritti universali è considerata poco o nulla rilevante.” Ancor più esplicito il responsabile cultura di CasaPound, Adriano Scianca, in un articolo pubblicato sul sito “Centro Studi La Runa di qualche anno fa : “I “diritti dell'uomo” sono la suprema espressione dell'Egualitarismo, ovvero di quella tendenza storica nata e affermatasi per la prima volta nella storia con il giudeo-cristianesimo ed in seguito dispiegatasi storicamente nelle sue varianti laiche (democrazia liberale, comunismo, mondialismo etc.) … Usciamo dai luoghi comuni indotti dal Sistema: rigettare la dottrina dei diritti dell'uomo non significa parteggiare per lo sterminio, per l'ingiustizia o per l'odio. Checché se ne dica nella Dichiarazione Universale, non è il riconoscimento di tale dottrina a fondare “la libertà, la giustizia e la pace nel mondo … Opporsi ai diritti dell'uomo significa rifiutare una morale, un'antropologia, una certa idea dei rapporti internazionali e della politica, una visione del mondo globale figlia di una
tendenza storica ben individuabile.”
Di Nunzio e Toscano tentano, nel corso della ricerca, di “…far declinare ai militanti di CasaPound i tre principi di libertà, uguaglianza e solidarietà … determinanti per l'affermarsi della democrazia moderna e del soggetto (Touraine 1993), facendo così emergere quelli che - a nostro avviso – sono i limiti di CasaPound in rapporto all'idea di democrazia moderna.” Limiti che Adriano Scianca ci tiene a precisare in un suo articolo sull'Ideodromo (sito di critica politica, filosofica e culturale di Casa Pound): “… CasaPound concepisce la democrazia, riprendendo le parole di Alain de Benoist (Scrittore francese fondatore del movimento della Nouvelle Droite), come la volontà di autocoscienza politica di un popolo: essa è la sua forma di autoaffermazione nazionale. La democrazia è l'espressione di autostima di un popolo, oppure non è nulla.”

da il Fatto quotidiano del 25/10/18

Può essere considerata CasaPound un'organizzazione neofascista? Alla domanda “Lei è un fascista?” – Simone Di Stefano leader di CasaPound risponde al giornalista del Corriere della Sera il 16 novembre 2017: “ Certo. Siamo gli eredi della tradizione che dopo Rsi e Msi è stata interrotta da An”. “L'apologia del fascismo è ancora un reato in Italia” – ribatte l'intervistatore, ma anche in questo caso Di Stefano risponde chiaramente: “Essere fascisti no. E' vietata l'apologia del fascismo se mette a repentaglio l'ordine democratico”, aggiungendo: “Rivendichiamo l'eredità del fascismo. Ma non vogliamo tornare indietro”. Lo stesso leader e fondatore di Casa Pound, Gianluca Iannone non lascia dubbi in merito: “Nostalgici di che? Noi ai tempi del Duce non c'eravamo, non possiamo provarne nostalgia. Siamo fascisti perché siamo convinti che avesse ragione lui ma siamo giovani, siamo nati nel 2003 con l'occupazione del palazzo di via Napoleone III a Roma. Nessuna nostalgia, lavoriamo al futuro” - tratto da un'intervista a Libero quotidiano.it del 9 gennaio 2017 . Durante la trasmissione Agorà di Rai 3 del 7 novembre 2017 alla domanda: “Vi piace la definizione di “fascisti del terzo millennio?”, rispose: “A noi piace fascisti. “Del terzo millennio” lo possiamo pure accantonare” così riporta Elia Rosati che sempre sul suo libro spiega: “CasaPound ha inoltre rotto definitivamente un tabù: ha accettato fin dal primo momento di essere chiamata “fascisti del terzo millennio”, dopo anni in cui questa domanda trovava risposte evasive da parte di Forza Nuova, Fiamma Tricolore o altri gruppi.
Scorrendo il programma politico di questa organizzazione, troviamo infatti una ripresa/rivisitazione di alcune tematiche cardine del fascismo italiano; il corporativismo, lo stato organico, lo spirito violento e vitalistico dello squadrismo, la trincerocrazia; il tutto unito, per la prima volta in Italia, alla teoria complottista, xenofoba e antisemita della “Grande Sostituzione” di Renaud Camus (il grande piano liberlcapitalistico-massonico-marxista che usa l'immigrazione come strumento per eliminare le identità etniche europee).”
Sul tema anche il sociologo Emanuele Toscano, coautore del citato saggio “Dentro e fuori CasaPound” non ha dubbi, rispondendo alla domanda del giornalista dell'Espresso il 28 dicembre 2011 sul fatto se i suoi militanti fossero fascisti: “Sicuramente si.” Nello stesso romanzo di Domenico Di Tullio, un'apologia epica di CasaPound, nel descrivere la meglio gioventù in camicia nera, non manca di identificarli per quello che sono: fascisti. Eppure così si esprime un militante in una delle interviste riportate nel libro “Dentro e fuori CasaPound”: “Noi non siamo d'estrema destra. Già non siamo di destra, figurati di estrema destra!”. Come si sposa questa lettura comune all'immaginario collettivo dei militanti con la realtà dei fatti? La risposta sta nella Terza Via che pretese di assumere il fascismo degli albori: “Per me tutte queste terminologie di destra, di sinistra, di conservatori, di aristocrazia o democrazia, sono vacue terminologie scolastiche. Servono per distinguerci qualche volta o per confonderci, spesso.” come dichiarò Benito Mussolini nel suo discorso al Senato il 27 novembre 1922.

Chi sono i leader di Casa Pound? Leader indiscusso, nonché fondatore di CasaPound è Gianluca Iannone: “... cantante della band (“nazirock”) ufficiale dell'organizzazione, gli ZetaZeroAlfa, mentre uno dei guru di questo mondo è Gabriele Adinolfi, il vecchio leader di Terza Posizione (rientrato in Italia dopo una lunga latitanza).” riporta nel suo libro di Elia Rosati, aggiungendo: “ Il nome di Gianluca Iannone compare per la prima volta nelle cronache cittadine per il pestaggio di alcuni giovani di sinistra e l'arresto nel 1991 (con successiva condanna)”. Ha un passato nell'organizzazione neofascista Movimento Politico Occidentale smantellata nel 1993 grazie alla legge Mancino. Dopo un periodo di “apprendistato”, al fianco di Rainaldo Graziani (figlio del più famoso Clemente, ex repubblichino e fra i protagonisti del neofascismo nel dopoguerra) fondatore del gruppo “Meridiano Zero” (sorto nel 1991 tra Roma e Varese), Iannone apre a Roma il Cutty Sark, che sarà “il primo tassello di CasaPound nella capitale”, attraverso un lungo e intenso percorso che Elia Rosati ha dettagliatamente riportato all'interno del suo libro. Particolarmente interessante è la figura di Gabriele Adinolfi, il quale sia pur non appartenente all'organizzazione CasaPound, è considerato da più parti la mente, l'ideologo dell'odierna estrema destra.


All'interno del suo manifesto politico “Sorpasso neuronico, il prolungato omega della destra radicale e i vaghi bagliori dell'alfa”, pubblicato nel maggio del 2008 (testo completo), secondo Elia Rosati “forse il più importante dell'autore”, si ritrovano ben delineate le caratteristiche, la fisionomia, il mito e la realtà, il pensiero e l'azione in qualche modo fatti propri dai gruppi dell'odierna estrema destra ed in particolare vi si può leggere, e meglio comprendere, fra gli altri, la stessa organizzazione CasaPound. Il futur/arditismo necessario a sbloccare la sclerosi di una “destra terminale” e rappresentante dell'”eredità ideale”, per crescere, deve operare interiormente al fine di “una conoscenza storico/culturale, di selezione valoriale e di approdo alla Mistica”. Ma ciò non può prescindere dall'uscire “... dalla legge del clan, della tribù urbana ...”. Il futur/arditismo “ Risponde al motto mussoliniano “il fascismo è la chiesa di tutte le eresie”.” Adinolfi chiarisce bene il ruolo che deve avere la gerarchia e ciò da cui necessita guardarsi: “la fascinazione della democrazia ... Dovrebbero essere le avanguardie e le dirigenze a porsi i problemi delle pregiudiziali e di come affrontarle, gli altri dovrebbero seguirle e basta. Poiché però vige la più caotica, assembleare, acritica, grottesca, rumorosa, banale e stupida democrazia, ognuno pretende di pronunciarsi in chiave programmatica, ideologica, e persino nella veste di giudice di ora e di ieri.” La sua prosa, pur singolare, è alquanto esplicita. Nel paragrafo dal titolo eloquente “Basta con il pregiudizio democratico!” chiarisce bene che occorre: “... distruggere tutto quello che c'è di estrema destra e recuperare tutto quello che c'è di fascista.” Il primo obiettivo dev'essere una rivoluzione culturale.” e per fa ciò occorre lasciare da parte la propria autosufficienza e autoreferenzialità. “I passaggi obbligati sono: il superamento del pregiudizio democratico; l'accantonamento dell'identificazione nell'elettoralismo; la concezione della comunità non come un fine a sé ma come un veicolo di “contaminazione”; la concezione degli altri soggetti non come concorrenti ma come complementari; la presa d'atto della necessità di condivisione di decisioni e di progetti; la partecipazione alla costituzione di uno snello “consiglio d'amministrazione” che operi in direzione di organizzazione e di strategia.” Come non trovare nelle sue parole l'indirizzo o la fotografia di buona parte delle azioni dei gruppi dell'estrema destra di questi ultimi anni: “Non tutti potranno avere la consapevolezza, l'esperienza, l'articolazione mentale o magari l'intelligenza per accorgersene ma è indispensabile che una minoranza qualificata e autorevole l'acquisisca e la sappia gestire nel quotidiano e in prospettiva dando all'insieme sbocchi al tempo stesso locali e globali, organizzativi e dinamici, militanti e popolari, aperti ed elitari, formativi e culturali, sociali e lobbistici. Operando quindi sia in chiave solvente (movimentista, populista, oppositoria, pungolante, volta al contropotere) sia in chiave coagulante (strutturale, elitaria, di potere). Allora, finalmente, ogni scelta tattica e/od opportunistica potrà essere assimilata e riassunta in qualcosa di sensato e così se cercare di eleggere consiglieri comunali o, piuttosto, di sostenerne di altrui mediante il potere contrattuale di influenze, strutture, cooperative, diventerà argomento di pianificazione e non velleitario inseguimento di vani desii ...” Tanto impietosa quanto lucida e articolata la lettura della destra istituzionale, quanto “corsaro” e accattivante è il richiamo alla fede fascista da parte dell'autore, una fede vissuta con i nuovi strumenti e i nuovi bisogni della società contemporanea: “Volontariato, occupazioni abitative, interventi reali sulla salute e la natura ecc.” Il suo è un dettagliato programma d'azione: “Ritorniamo all'aperto e contendiamo a chi ha provato a imporli, i monopoli delle lotte, senza puzze sotto il naso né terrori di confronto. E facciamolo come si deve e soltanto si può: imponendoci con ferma dolcezza e non con scostante e aggressiva ostentazione; in piazza si va per comunicare, coagire, creare consenso e non per inquietare i passanti o regolare i conti con altri protagonisti ... aprire nuclei d'intervento sociale, aderire ad iniziative sociali altrui (da “contaminare”); partecipare al “think tank” in tutte le sue possibili forme o articolazioni (ricerca, studi, diffusione, collaborazione, confronto: e non solo di area!)”. In quest'opera tra l'elaborazione culturale e il programma politico merita attenzione l'operato di Adriano Scianca, il già citato responsabile cultura di CasaPound, allievo come lui stesso dichiara di Gabriele Adinolfi. E' l'autore de “L'EstremoCentroAlto”, il manifesto di CasaPound, nonché autore di quello che Elia Rosati definisce “ …il testo bibbia dei giovani della Tartaruga frecciata, “Riprendersi tutto” …” all'interno del quale è riportato anche il pantheon ideologico-guerriero dell'organizzazione e la lunga “galleria di numi tutelari” che non a caso è di ottantotto elementi: “ … una cifra che ricorre spesso nella cultura e nella iconografia neonazi e White Power, per simboleggiare una doppia lettera “H” – l'ottava dell'alfabeto – come il saluto: “Heil Hitler!”.

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2
6 - CasaPound - 1
7 - CasaPound - 2



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  3 novembre 2018