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MARTEDI' 1 DICEMBRE alla ProculturA monzese

Turner


Mike Leigh
regia: Mike Leigh 
Interpreti: Timothy Spall (William Turner), Dorothy Atkinson ( Hannah Danby), Marion Bailey (Sophia Booth), Paul Jesson (William Turner Sr.)
Durata: 149 minuti - Regno Unito - 2014
Anna Marini


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Gli ultimi venticinque anni della vita del grande pittore britannico sono narrati nella pellicola biografica del regista londinese. William Turner, uomo burbero dalla personalità intransigente, è tormentato da una ex amante che gli diede due figlie da lui non riconosciute ed è accudito amorosamente dalla devota governante Hannah Danby. Nella sua attività artistica viene assistito dal padre, ex barbiere, che verrà a mancare, e apprezzato dalla vedova Booth. Con la donna, che gestisce una pensione a Margate, l'artista instaurerà un forte legame fino a vivere una doppia vita.

La pittura è colore che prende corpo, affermandosi sulla tela, come continua ricerca ed interrogazione della natura. Manifestandosi nella luce del giorno, il tratto cromatico reca in sé l'armonia, eppure anche la contraddizione, sfuggendo all'assolutezza ed all'univocità. Il colore è materia complessa, forma in potenza da dipanare sulla superficie ancora bianca. L'arte è ispirazione che sopraggiunge nelle forme di una prostituta, come nel cadavere di una donna appena annegata. I sentimenti divengono irrinunciabile desiderio di ritrarre il soggetto che si offre alla vista.


La violenta potenza del mare domina la tela, come le catastrofi naturali; la pioggia e la velocità immortalano la corsa del treno sulla ferrovia nell'intensità cromatica e nelle sfumature indagate nella luce. Il paesaggio viene contemplato in silenzio, ed interrogato nelle sue morbide forme, come la natura nelle impetuose espressioni: l'artista non esita, per conoscerne la forza tremenda, ad ammirare una tempesta in mare aperto, legato all'albero maestro di una barca. Ma anche in un semplice pezzo di corteccia Turner apprezza la poesia del creato: “Ha l'aspetto di un angelo caduto” commenta in compagnia della vedova Booth.


La pellicola restituisce allo spettatore l'immagine controversa di cui il pittore godeva in vita: figura dai tratti romantici, tormentata ed estranea, detentrice di una forma artistica quasi sconosciuta al pubblico, suscitatrice di diffidenza negli ambienti culturali e nell'opinione dei fruitori d'arte. Incompreso nelle tecniche, il suo gesto pittorico viene interpretato dai contemporanei come provocatorio e frutto di pura follia: così una macchia rosso carminio, che in apparenza rovina una perfetto paesaggio marino, acquista presto significato nella forma di una boa. Il colore viene miscelato alla saliva che l'artista scaglia con violenza sulla tela, per lavorarlo con il pennello, impugnato come un'arma. Da sempre è la sua vita l'arte, alla quale si dedica trascurando la salute ed anche gli affetti. Fin da giovinetto, prima ancora di imparare a scrivere, Turner si ritirava in solitudine a disegnare con carboncino e gessetti opere che il padre, parruccaio, esponeva in vendita alla vetrina della bottega.

Le tele sono, per l'artista, non un bene da immettere sul mercato, ma vero e proprio patrimonio comune della nazione britannica, di cui poter fruire gratuitamente: così il pittore rifiuta la proposta di un facoltoso signore interessato ad acquistare i suoi dipinti. L'evoluzione della tecnica introduce nelle arti figurative il dagherrotipo, strumento a cui Turner guarda con diffidenza. Capace di rivoluzionare l'arte, la “camera” ritrae volti e paesaggi nella povertà di un'immagine priva di colori, suonando quasi come un insulto agli occhi del “pittore della luce: “Presto i pittori andranno in giro con una cassetta… come gli stagnini… invece che con la tavolozza”, constata con amarezza l'artista. La sua identità viene celata al di fuori dell'entourage artistico: anche alla vedova Booth, che gli affitta una stanza a Margate, Turner si presenta come il signor Mallard. La cittadina sul mare, che offre bellissime scene di vita quotidiana, evoca al pittore ricordi della sua infanzia, quando, fanciullo, vi studiò per due anni.

Nella pellicola, la splendida fotografia ritrae e ci restituisce i paesaggi esplorati in solitudine dall'artista: il verde vivo delle colline inglesi, scandito dal passo di cinque cavalli al pascolo, la maestosità delle rive scoscese che introducono repentinamente al mare e la pace del tramonto attraversata dal volo di gabbiani.

Anna Marini

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  8 novembre 2015