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INTERVISTE
Le meraviglie della giunta Colombo
Roberto Scanagatti, capogruppo DS in Consiglio comunale
di Sandro Invidia

Roberto Scanagatti, capogruppo dei Ds in Consiglio comunale, presidente della Commissione bilancio.
Lo incontro nella saletta consigliare. Mi ha concesso un'oretta del suo tempo per parlare della politica monzese e dei risultati ottenuti dall'attuale amministrazione. Anche perché, fra qualche mese…

Scanagatti, siamo a novembre. La prossima primavera ci saranno le elezioni amministrative…

Non si sente ancora il clima pre-elettorale. Secondo te chi vincerà?
Non lo so. È presto per fare previsioni. L'unica cosa di cui sono quasi sicuro è che nessuno vincerà al primo turno. Quindi conterà molto capire al secondo turno come convergeranno i voti.
"Nessuno" chi?
Nessuno degli schieramenti. Ma non so quanti ce ne saranno.
Ci sarà il Centrosinistra e ci sarà il Polo, questo è sicuro. Secondo te, come si comporterà la Lega?
La Lega ha dimostrato coerenza, in questi quattro anni. Colombo è diventato sindaco perché la Lega gli ha dato i voti. Molto probabilmente, la presa di posizione di Mariani e della Lega, allora, è dipesa dal fatto che Colombo dava sufficienti garanzie riguardo la realizzazione delle opere iniziate. Nel programma del sindaco si fa esplicito riferimento ad esse.
Quali opere?
Alla fine del suo mandato, la giunta Mariani, resasi conto che l'apertura di credito ricevuta dall'elettorato si era molto ridimensionata, ha varato in fretta e furia una serie di opere sotto molti riguardi criticabili. Si pensi alla metropolitana a fune; al Palasport, che era la fotocopia del palasport di Desio; al bocciodromo di via Rosmini, che, per la sua collocazione, è un'istigazione al suicidio per i poveri pensionati; al laghetto della Boscherona, irraggiungibile perché non c'è la strada… Insomma: opere criticabilissime, ma che Colombo aveva promesso di realizzare. Poi, invece, quando si è reso conto della difficoltà di portarle a termine, si è tirato indietro. Alcune sono state abbandonate…
Ad esempio?
La metropolitana a fune. Altre opere, invece, che anche noi avevamo condiviso, sono state radicalmente cambiate.
Ad esempio?
Il nuovo tribunale, che doveva sorgere sull'area dell'ex-Fossati Lamperti, che a questo scopo era stata acquistata dal Comune. Come è noto, Colombo, appena eletto sindaco ha mandato una lettera al Ministero di Grazia e Giustizia per annunciare la possibilità di trasferire il tribunale in altra sede rispetto a quella che tutti pensavamo fosse la migliore. Poi abbiamo scoperto il motivo
Cioè?
Beh, è spuntata l'idea di associare all'opera la realizzazione del Centro commerciale.
Cosa c'è di strano?
Non so in quale altra parte d'Italia la realizzazione di un tribunale si porta dietro la costruzione di un Centro commerciale. Non si ha notizia di accorpamenti di questo genere. È comunque singolare il fatto che c'era un'area pubblica già dell'amministrazione comunale, acquistata allo scopo con un progetto che era già stato approvato dagli organismi competenti. Il primo atto che questo sindaco ha compiuto - mi sembra di ricordare che fosse il 18 dicembre 1996, il sindaco era stato eletto alla fine di novembre - prima ancora di assegnare le deleghe, prima ancora che si tenesse una riunione con la nuova giunta, è stato quello di inviare la lettera al Ministero di Grazia e Giustizia con l'idea di spostare la sede del tribunale. È da lì che è nato il meccanismo dell'accordo di programma che ha portato al trasferimento della sede della Guardia di Finanza, così come lo spostamento dello Sportello unico delle entrate. Sulla base di questo ragionamento, il privato si è inserito dicendo: realizzo io queste opere a patto che tu mi consenta di costruire i 28.000 mq di Centro commerciale e quella "stecca" di tredici piani che rappresenta il Centro polifunzionale.
Beh, sono comunque opere utili
Non credo: non si era mai sentita prima l'esigenza di spostare la sede della Guardia di Finanza, che sta benissimo dov'è; tanto meno lo Sportello unico delle entrate, che sta in via Gambacorti Passerini, dove hanno speso dei bei soldi per adattare l'edificio alla nuova funzione.
Tutto ciò cosa dimostra?
Che Colombo è venuto meno ad impegni presi per quanto riguarda le realizzazione e ha modificato orientamenti già consolidati.
Pensi che ci siano stati e ci siano interessi non direttamenti politici per quanto riguarda la scelta di quella localizzazione e dell'Auchan per la realizzazione?
Qualcuno ha prodotto scontrini fiscali per l'acquisto di una tuta presso un centro Auchan Rinascente che dimostrerebbero…
Che il sindaco Colombo è un fornitore dell'Auchan?
Bah… parrebbe… Però, francamente, mi sembra che qui gli interessi siano più consistenti… se andiamo a ricostruire una sorta di albero genealogico, scopriamo che la proprietà Rinascente era una proprietà IFI, quindi Fiat… in realtà, la società proprietà dell'area che opera per conto di Auchan è tale Zuncheddu, uomo noto alle cronache, finanziere che ha acquisito l'Unione sarda, sottraendola a Grauso; nel passato ha avuto frequentazioni socialiste, che di per sé non un elemento negativo… magari è più significativo il fatto che sia socio di minoranza, in condivisione con la signora Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, nella proprietà del Foglio. Insomma, niente di male, ma viene da pensare che ci sia una forma di subalternità rispetto alla famiglia Berlusconi da parte di qualcuno… Un fatto è certo: la proprietà si è comportata correttamente. Quest'idea di realizzare un Centro commerciale, che sarebbe il più grande della zona, la proprietà la sta portando avanti da anni.
Subalternità a parte, non riesco a vedere il problema
Il grave è che la città sta perdendo la propria memoria storica: qui a Monza ci sono due aree che sono state sottratte alla speculazione edilizia. Una era l'area del Rondò e l'altra l'area della Cascinazza. Ci sarà un motivo se, nonostante tutto quello che è successo in questa città, nonostante, cioè, il mattone l'abbia fatta da padrone in questi anni, ci sarà un motivo se queste due aree sono rimaste intonse: queste due aree sono da sempre considerate il confine e il limite oltre il quale non si può andare. La giunta Colombo sta tentando di superare abbondantemente questo limite
Ma è un limite che vi siete inventati voi dell'opposizione?
Direi di no. Per comprendere, bisogna tornare un attimo indietro, al tempo dell'amministrazione leghista, quando ci si è resi conto che Tangentopoli a Monza aveva potuto esprimersi ad un livello significativo, perché l'assenza di regole certe permetteva che si insinuasse il malaffare. Si è messa mano al piano regolatore, che essenzialmente significava questo: scrivere regole certe, che fossero chiare, e ripristinare una situazione di legalità in un contesto che, da questo punto di vista, aveva fatto acqua.
Non è che Monza fosse totalmente priva di regole: c'era già stata l'esperienza, per qualcuno pessima, del Piano Picconato.
Che Piccinato non firmò! Negli anni '60 i piani regolatori dovevano essere approvati dallo Stato. Il piano Piccinato, da questa "approvazione" tornò significativamente modificato, al tal punto che Piccinato non ne firmò l'ultima stesura. È una storia che si ripete, perché anche questo piano temo che l'architetto Benevolo non lo firmerà. Comunque: nel '92 queste regole c'era bisogno di riscriverle, nel '97 le abbiamo licenziate; la Lega si è corroborata nella capacità di portare avanti questo progetto. È chiaro che la Lega non può accettare che la Cascinazza venga rimessa in gioco così come loro ritengono di poter fare.
Beh, però sulla Cascinazza sembra che si sia arrivati a qualcosa di definitivo.
Sì, sembra. Anche su questo, noi abbiamo detto: "prendete atto del fallimento!"
Se l'ipotesi che supportava il piano regolatore era questa norma di perequazione, cioè il fatto che tutte le aree del parco di cintura urbana potessero essere rese in parte edificabili in cambio del trasferimento delle aree stesse in mano pubblica, oggi dobbiamo constatare che la norma non può essere applicata laddove le aree sono del tutto inedificabili. Come risulterebbe da questo piano di assestamento idrogeologico, l'area della Cascinazza è totalmente inedificabile, perché in fascia A e fascia B, quindi fascia di prima piena e di esondazione, è del tutto evidente che non può essere messa in gioco nemmeno per quel 10% previsto.
Bene, dunque vicenda conclusa.
Non so. Vedo che da parte di questo sindaco e di questa giunta il problema sembra che sia "come riparare al danno". Ma per me non è un danno per la città, anzi! Per loro, invece, la logica è che il territorio va consumato, se no non serve a niente.
Per "loro" chi?
Per la parte politica rappresentata da Forza Italia e dal Centro destra in generale. Siamo al "laissez faire" più spinto e interessato. Sul piano dei principi, c'è l'idea che la programmazione sia un retaggio del passato di cui liberarsi, per lasciar giocare liberamente le forze del mercato. L'assessore Tomè (FI) spinge chiaramente in questa direzione. Noi crediamo che il pubblico possa essere un soggetto partecipante a tutti gli effetti, loro ritengono che tutt'al più il pubblico può mettersi a fare il vigile: ora passi tu, poi quello, poi quell'altro…
Perché dici: "sul piano dei principi?"
Perché poi, dal punto di vista pratico l'adagio è sempre lo stesso: "privatizzare i profitti e socializzare le perdite". Basti pensare alla legislazione regionale in materia di sanità…
Stiamo divagando. Torniamo al punto di partenza: la Lega alle prossime amministrative si presenterà da sola?
Non so: con tutto quello che è successo, io spero che, anche per una questione di coerenza, non si presenterà con loro. Temo, però, che un prezzo lo dovrà pagare: tutto dipende da chi prenderà le decisioni, se a livello locale o nazionale. Se decidono localmente, non possono mettersi d'accordo; se la decisione invece spetta ad altri, allora tutto è possibile. Però la Lega dovrebbe anche riflettere sul fatto che tutte le volte che si allea col Polo, perde la metà dei suoi voti. Ormai è arrivata è arrivata al 7%…
Sì, però potrebbero anche ottenere in cambio la candidatura di Mariani a sindaco.
Non credo. Mi pare di capire che all'interno del Polo siano già parecchi i competitori, da questo punto di vista.
Chi?
Beh, innanzitutto dovranno spiegare, nel caso non ricandidassero Colombo, il perché di questa decisione. Per il resto è una ridda di voci che, in questa fase, non vale la pena ascoltare. Comunque non credo che un partito come Forza Italia, che ha il 90% del consenso di questa maggioranza, e che si comporta da padrone, possa tranquillamente rinunciare alla candidatura.
Hai voglia di parlare ancora di schieramenti e alleanze?
Devo essere sincero? È una discussione che non mi appassiona, e poi, ripeto, siamo ancora troppo lontani dalla scadenza elettorale per poter fare previsioni certe.
Allora, continuimo a parlare di questa amministrazione. Si diceva delle iniziative promesse e non realizzate.
Una questione non risolta dall'amministrazione precedente e che questa ha sicuramente peggiorato: il traffico. Il problema del traffico è un problema che coinvolge tutta l'area milanese. Saremmo ingenerosi a sostenere che è tutta colpa di Colombo, se in questa città non ci si muove più. Però è altrettanto vero che altrove tentativi per uscire da questa situazione sono stati fatti. Qui no. La vicenda del Piano Urbano del Traffico è illuminante.
In che senso?
Nel senso che questi amministratori hanno dimostrato di non avere la capacità, la voglia, la fantasia per fare le cose importanti… perché il problema è la scala delle priorità. Se è prioritario risolvere il problema della Cascinazza e del Rondò dei Pini e quindi tutte le energie, tutti i conflitti si esauriscono in queste vicende, tutto il resto passa in secondo piano.
Tra l'altro, fare delle scelte per quello che riguarda la questione del traffico vuol dire anche costruire delle forme di consenso nei confronti delle categorie che possono pensare addirittura di essere penalizzate.
I commercianti?
Anche, ma non solo. Ma chiunque sia, questa è un'operazione che puoi fare in primo luogo se hai la mente sgombra da altre preoccupazioni; in secondo luogo se sei credibile. Loro non hanno né la credibilità né l'energia per fare operazioni di questo tipo.
Parliamone in dettaglio.
Parlare in dettaglio di questa questione significa, innanzitutto, ricordare che non è stato varato il Piano Urbano del Traffico in questa città; in secondo luogo, che non si capisce che affrontare il problema dei parcheggi di corona al centro storico è una delle questioni avvertita come prioritarie ovunque, fuorché a Monza. Il traffico si riduce cercando di valorizzare il trasporto pubblico. Faccio un solo esempio: oggi gli unici che non possono più transitare lungo via Vittorio Emanuele sono i mezzi pubblici. Il sistema di trasporto pubblico diventa competitivo quando riesce ad andare dove non arriva il privato: da questo punto non si è fatto niente. Bastava poco, un bus navetta… Non si è fatto niente e così il servizio pubblico continua a non essere competitivo. E non è che ci costi poco: tra canone di concessione direttamente a carico del comune e contributo regionale, il deficit da ripianare ammonta quasi a un miliardo al mese: dieci miliardi l'anno!
È solo questo del servizio pubblico il problema?
No, non è solo questo: c'è anche il fatto che rinunciamo, per esempio, agli introiti dei parcheggi. Anziché gestirli, li diamo in concessione e così non abbiamo nemmeno dei canali di finanziamento diretto. Poi c'è la metropolitana: noi, in realtà, una sorta di metropolitana l'avremmo già, se solo si sfruttassero i binari ferroviari e le stazioncine minori della città e se ne costruissero poche altre, così come previsto dal Piano Benevolo. Invece qui l'idea che prevale è che "tanto ci vogliono dieci anni" e quindi non si parte mai… Un po' quello che è successo con il sottopasso Rota-Grassi.
Cioè?
Non si è interrata, allora, la ferrovia, perché ci sarebbero voluti dieci anni. Si è optato per il sottopasso e, se facciamo quattro conti, quando l'opera sarà finita, di anni ne saranno passati otto o nove! Allora tanto valeva interrare la ferrovia e risolvere il problema una volta per tutte.
Insomma: parcheggi di corona, metropolitana, PUT, aree pedonali, riqualificazione delle periferie… bisogna pensare a delle alternative per evitare che la città sia oppressa dal traffico.
Altre cose di cui la città avrebbe bisogno e che non sono state realizzate.
L'altra questione che io vedo urgente e che invece è sparita completamente dall'agenda della città, è la questione della riqualifcazione delle periferie: è un problema serio, reale, vero. Qui, o ci sono associazioni private che si organizzano e cercano di dare occasioni di aggregazione per i giovani, oppure non c'è nulla. Regge ancora il modello dell'oratorio. E per fortuna, perché dal Comune non arrivano stimoli.
Poi c'è il pianeta scuola, che è completamente scollegato rispetto al contesto: il rapporto che l'amministrazione ha instaurato con la scuola e le associazioni sportive si limita al ruolo di mediazione per l'affitto delle palestre. Mi sembra, francamente, un ruolo riduttivo.
Intere categorie sociali sono sparite completamente dall'agenda degli interessi di questa amministrazione.
Degli anziani non si è mai parlato, come se il problema non esistesse.
Poi scopri che il campetto di bocce che un gruppo di anziani si autogestiva nel parco, gli è stato portato via. Pensa: discutiamo di scempi che avvengono quotidianamente nel parco, per i quali vengono dati tutti i timbri e tutti gli avalli, e invece un campetto di bocce…
C'è poi la questione della Cascina Cantalupo.
Sì. Quando ti dico che sono sparite completamente alcune categorie… vorrei capire perché questi hanno ritirato la proposta della ristrutturazione della Cascina Cantalupo, per la quale c'era un finanziamento regionale già erogato.
La daranno agli anziani, no?
Macché: non faranno niente! Quella cascina crollerà! La Cascina Cantalupo è di fronte allo stadio nuovo: lì c'è lo Stadio, una rotonda e nient'altro. Tutto si può pensare tranne che mettere lì degli anziani, i quali avrebbero serissime difficoltà anche solo ad attraversare la strada. Ma la storia della Cascina Cantalupo è istruttiva anche per un altro motivo: basta uno stormir di fronde che questi non hanno il coraggio di andare avanti a portare a termine progetti già approvati.
Mi riassumi quel progetto?
In via Spallanzani c'è uno stabile - che però, ormai, è diventato fatiscente - dove vengono accolti degli extracomunitari. La gestione è affidata ad una cooperativa del sociale. Si tratta di alloggi che permettono di trovare punti di appoggio temporanei agli extracomunitari regolari, i quali vengono poi aiutati a trovare sistemazioni più stabili. Quando ci fu l'emergenza Kosovo, l'amministrazione comunale aveva avanzato un progetto di recupero della Cantalupo e, nell'ambito degli interventi finalizzati all'accoglienza, si è ottenuto il finanziamento. Lì si potevano fare due cose: un centro di accoglienza per extracomunitari ed uno per le giovani madri, sempre extracomunitarie, con bimbi: è un problema grosso anche questo, di cui l'amministrazione comunale si deve comunque occupare. Tra l'altro, era stato dimostrato che i costi sarebbero stati minori rispetto agli attuali. Oggi, cosa succede? Se la mamma con il bambino non ha un luogo dove essere ricoverata, normalmente viene messa in strutture private,anche esterne a Monza con costi che sono molto elevati. Fatti i debiti conti, l'amministrazione avrebbe risparmiato, ripeto.
Di fronte a questa cosa, qualche forza politica si era risentita; la Lega aveva fatto la manifestazione circondando la Cascina con il filo spinato… pausa di riflessione e decisione: per gli extracomunitari sistemiamo via Spallanzani e la Cascina Cantalupo realizziamo mini alloggi per anziani e giovani coppie.
Noi Ds da anni chiediamo che il Comune stanzi fondi per le giovani coppie. Non possiamo, pertanto, essere tacciati di disinteresse per il problema, ma è del tutto strumentale sostenere che solo alla Cascina Cantalupo si può realizzare un progetto del genere, quando hai già un finanziamento per fare qualcosa d'altro.
Quindi, un favore alla Lega, magari in vista di futuri accordi…?
Sì, anche se, vedi, io faccio fatica a pensare ad una strategia politica.
Cosa intendi dire?
Che per fare accordi strategici occorre lungimiranza, capacita di pianificazione… questi sono dei dilettanti, approvano e sconfessano in base agli umori del momento.
Beh, forse sono dilettanti perché sono professionisti "prestati" alla politica.
È una balla clamorosa! Se vogliamo vedere, lì tutti hanno già fatto politica in passato. Lo stesso Colombo, che dice di essere un imprenditore "prestato" alla politica, è stato candidato nel '94 per il Patto Segni. Ha fatto il presidente dei giovani industriali di Monza e Brianza, che è un ruolo politico… Poi, è vero: uno può far politica per tanti anni senza imparare, ma questo è un altro problema. Poi, mettici anche un altro difetto: non sono mai stati una squadra. Oppure, se lo sono, sono di quelli che quando c'è da tirare un rigore vanno in undici sul dischetto.
Hai reso perfettamente l'idea. Permettimi di riassumere: traffico, Rondò dei Pini, Cascinazza; nessuna politica per i giovani, nessuna politica per gli anziani, nessuna politica per gli extracomunitari, nessuna politica per le periferie… Il responsabile del sindacato inquilini, tempo fa, mi aveva detto che neppure la politica per gli affitti è stata mai fatta in maniera efficace. Ti risulta?
È verissimo. Ti faccio un esempio: ci sono dei fondi statali che vengono destinati alle regioni e da queste ai comuni per garantire un contributo per l'affitto alle famiglie bisognose. Lo stanziamento è iniziato due anni fa: la giunta ha ritardato la tranche del primo pagamento, posticipandola addirittura di un anno. Quella attuale, che doveva essere corrisposta entro settembre, non l'hanno ancora pagata.
Eppure duecento, trecento, quattrocentomila lire fanno la differenza per un sacco di gente, per moltissime famiglie alle prese con affitti insostenibili. Ma questi amministratori non lo capiscono!
In che senso, non capiscono?
Ti faccio un altro esempio: noi abbiamo fatto delle battaglie in consiglio comunale sulla maggior detrazione dell'ICI. I comuni hanno la possibilità, per fasce di reddito particolarmente disagiate, di aumentare quella che è la quota di detrazione ICI. Se hai una detrazione di 200 mila lire, e appartieni ad una fascia di reddito particolarmente svantaggiata puoi raddoppiare la detrazione e arrivare fino a 400 mila lire. Bene! Ma vai a vedere le griglie che vengono create in questo comune: per poter accedere a questo beneficio, scopri che non solo devi essere pensionato ultra settantenne; non solo devi avere un reddito familiare ai limiti della povertà (10-15 milioni di reddito procapite); ma devi persino appartenere, in alcuni casi, a delle categorie speciali, come quelle dei portatori di handicap.
Siamo arrivati ad introdurre delle griglie di accesso alla maggior detrazione ICI per cui, alla fin fine, sono poche decine le persone che possono godere di questa detrazione.
Un bel risparmio per l'amministrazione, però.
Macché! Se fai il conto totale, alla fine l'estensione ad un numero molto più ampio di cittadini porterebbe ad una diminuzione di gettito dell'ordine di qualche decina di milioni. Non stiamo parlando di miliardi! Ma la difficoltà di far capire in aula che le 200 mila lire possono significare qualcosa per molta gente è immane.
Dilettanti e insensibili, per di più. Non è un bel quadro quello che fai di questa giunta.
La mia è una constatazione.
Sì, però criticare è più semplice che proporre. Parliamo del futuro. Secondo te, la prima cosa che dovrà fare la futura amministrazione quale sarà, quindi?
La cosa più dura sarà mettere mano alla macchina comunale in sé e per sé.
Cosa significa?
All'inizio, l'attuale amministrazione ha commissionato uno studio a Sinergetica, che è la società cui sono stati commissionati i piani di riorganizzazione del comune di Milano, per la regione, per le società Mediaset…
I soliti noti, insomma.
I soliti noti. Quel piano di riorganizzazione è rimasto lettera morta. Poi c'è stato un proliferare indiscriminato di consulenze esterne. La consulenza esterna provoca due conseguenze: la prima è la demotivazione del personale interno, anche perché la consulenza esterna viene assegnata per le attività più gratificanti, non per le altre.
La seconda conseguenza è che, nel momento in cui il consulente se ne va, a te non rimane nulla. Qui l'idea che la risorsa umana è un bene prezioso per l'ente non esiste. Eppure ti assicuro che a Monza la baracca regge perché i quadri intermedi si comportano con spirito di abnegazione e anche indipendenza.
Fammi un esempio concreto di cattiva organizzazione, se no mi riesce difficile capire
Questo è un comune dove manca il ragioniere capo. Il ragioniere capo che c'era all'inizio di questa legislatura ha ritenuto, per motivi suoi, di dare le dimissioni quasi subito; da allora a nessuno è venuto in mente di coprire questo ruolo. Solo recentemente hanno provveduto alla nomina attraverso un bando di gara, ma ormai è tardi. E' come se in un'azienda fosse mancato per quattro anni il direttore amministrativo. In un comune come Monza, restare scoperti in quel ruolo significa una gestione delle risorse economiche quanto meno approssimativa. In compenso, come è noto, rischiamo di pagare due city manager: uno che non è mai venuto e che ci ha fatto causa e l'altro…
"Come è noto?"
Sì, molti conoscono la vicenda, perché questa è una delle "perle" di Colombo, il quale avrebbe sottoscritto un contratto di assunzione con un city manager che svolgeva la stessa funzione a Firenze. Questo signore ha lasciato il comune di Firenze ma Colombo non ha mai formalizzato l'incarico. Ora, ci sta facendo una causa per un miliardo e duecento milioni di lire di danni.
La vincerà?
Chi lo sa… certo, forse qualche ragione ce l'ha pure… ma non so…
E come mai si è arrivati a questo? Nel frattempo erano sorte altre candidature?
Probabilmente sì…
Ma c'è adesso questa figura?
Sì, è l'architetto Ronzoni, il dirigente del settore urbanistico, il quale oltre ad essere colui che in aula sostiene la discussione sul piano regolatore - perché l'assessore non interviene quasi mai -, è stato nominato anche city manager.
Mentre tu parlavi del city manager io per un lapsus ho pensato al difensore civico.
Ah beh, certo! Questo è il comune dei "vacanti". Anche questa vicenda è emblematica: è una figura prevista dallo Statuto; noi avevamo un difensore civico; al termine del mandato di questo difensore civico si è proceduto ad indire il nuovo concorso; poi, ad un certo punto la maggioranza ha ritenuto di riaprire i termini del concorso stesso: pareva che ci fossero dei candidati più autorevoli; di fatto, al momento della votazione anche i candidati più autorevoli sono stati bocciati; il sindaco ha strepitato e gridato e si è dimenticato che per i meccanismi di elezione se non c'è una maggioranza qualificata non può esserci un difensore civico. Ora, per i rapporti di forza che sono scaturiti dalle elezioni, qui siamo 60 a 40: la maggioranza qualificata, quindi, può essere garantita soltanto dall'attuale maggioranza
Un fallimento personale del sindaco, quindi.
Certo, uno dei tanti, e grazie alla sua maggioranza!
Risultato?
Il risultato è che il cittadino, a Monza, non ha la possibilità di rivolgersi a qualcuno che possa spiegargli le ragioni per le quali suoi legittimi interessi non riescono a trovare soddisfazione. Ma qui non lo capiscono: credono che il difensore civico sia una sorta di controllore sull'operato della giunta, e lo temono. Ma non è così. Anzi, la figura del difensore civico dovrebbe interessare soprattutto l'amministrazione comunale, perché è interesse dell'amministrazione comunale dire quali sono i meccanismi che non funzionano nel rapporto con il cittadino. L'idea secondo la quale l'elemento di controllo è un elemento ostativo delle loro politiche è un'idea completamente sbagliata: non si vuol comprendere che è con la politica del consenso che si riesce a governare. La politica del consenso non è dire sempre "sì", ma costruire le ipotesi in maniera tale che vadano nell'interesse più ampio della cittadinanza.
Che ci sia una certa disattenzione nei confronti dei cittadini, a me sembrava averlo "dichiarato" la vicenda del referendum. Mi sbaglio?
No, non sbagli. Premetto che io considero lo Statuto del Comune di Monza un buono Statuto. Questo Statuto prevedeva una serie di adempimenti che andavano attuati e che preludevano alla partecipazione dei cittadini alla formazione delle decisioni. Tra questi c'era anche la possibilità del referendum.
Il problema è sorto nel momento in cui si è chiesto di accedere a questa possibilità: ci si poteva mettere pochissimo ad avviare la procedura per il regolamento.
Quando si è posto il problema?
All'inizio della tornata amministrativa, noi e la Lega abbiamo presentato un documento comune con tale scopo. Recentemente, poi, in occasione della presentazione delle 5.000 firme di cittadini che chiedono il regolamento attuativo del referendum abbiamo presentato una proposta di delibera che va in questo senso. Però il problema vero è che spetta alla giunta decidere qual è il calendario delle sedute. E torniamo al solito ritornello: se il problema di questa giunta è il Centro commerciale, se il problema è la Cascinazza, tutto il resto passa in secondo piano.
Tra l'altro, se non ricordo male, le firme ereno state raccolte proprio contro il progetto di Centro commerciale.
Sì: le firme sono state raccolte contro il Centro commerciale e perché si provveda a dotare il Comune del regolamento attuativo del referendum. Ma dev'essere chiaro che una volta approvato il regolamento attuativo del referendum, se si intende bloccare il progetto di Centro commerciale occorrerà raccogliere nuovamente le firme per la proposta referendaria, con il quesito che dev'essere sottoposto in maniera assolutamente chiara e inequivocabile. Questo perché il meccanismo del referendum è di tipo consultivo e propositivo, più simile all'ultimo referendum istituzionale che non ai tanti referendum abrogativi che abbiamo conosciuto.
Cambiamo ancora argomento. Tu sei l'esperto di bilancio, vero?
Mi tocca: sono presidente della Commissione bilancio, perché la legge Bassanini prevede che le presidenza delle Commissioni di garanzia e di controllo vengano assegnate alle minoranze.
Vuol dire che tu sei lì e decidi come vengono spesi i soldi?
No, assolutamente no: la commissione bilancio viene chiamata con una cadenza che è dettata dagli impegni amministrativi, che sono fondamentalmente due: il bilancio di previsione e il consuntivo.
Come per i condomini?
Esatto, ma non decidiamo come allocare le risorse. Questa amministrazione ha ritenuto che il ruolo delle commissioni fosse di supporto all'attività della giunta, cosa che dimostra che non hanno mai capito niente del loro funzionamento. Semmai il ruolo delle commisisoni è di supporto all'attività del consiglio comunale. Le commissioni dovrebbero, cioè, istruire preventivamente tutti quegli oggetti che poi arrivano nell'aula, anche per snellirne il lavoro.
Secondo la legge, è la giunta che sottopone gli oggetti al Consiglio comunale e alle varie commissioni: significa che noi ci troviamo un bilancio già fatto, sul quale in sede di bilancio di previsione abbiamo la possibilità di esprimere delle valutazioni di merito, proponendo eventualmente le modifiche necessarie. Ciò non toglie che, comunque, in aula vi è la possibilità da parte dei singoli gruppi di proporre degli emendamenti e delle modifiche allo schema di bilancio (se si tratta del bilancio preventivo; su quello consuntivo, infatti, la valutazione può ormai essere politica più che contabile). Però tieni conto che in realtà il problema vero, anche qui, è come loro interpretano il ruolo delle commissioni, perché, per esempio, se le commissioni potessero essere convocate in sede istruttoria e non quando hanno già fatto tutto, il loro ruolo sarebbe ben diverso. In realtà, questi fanno fatica a mettersi d'accordo fra di loro… è mai pensabile che possano considerare o apprezzare il contributo che può venire da soggetti esterni?

Sandro Invidia
sandro.invidia@arengario.net




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 24 novembre 2001