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MONZESI
Renato Cazzaniga
Intervista di Carlo Vittone sul  libro MONZESI - cinquanta personaggi della città


Renato Cazzaniga    Nato a Lecco nel 1943, sposato con due figli. Sua madre era la celebre cantante lirica llde Brunazzi, che, scoperta casualmente dal sacerdote Don Minzoni, godette di enorme popolarità tra le due guerre. Trasferitosi a Monza, si diploma in canto al Liceo musicale "V. Appiani" di Monza e nel 1967 vince i prestigiosi concorsi AS.LI.CO e quello per voci verdiane di Busseto. Da quel momento comincia una carriera di cantante lirico con voce tenorile che lo porterà a calcare le scene dei più famosi teatri del mondo, tra i quali La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, l'Arena di Verona, il Comunale di Firenze, il Bolscioi di Mosca, i teatri d'opera di Parigi, Bilbao, Dallas, Montecarlo, Seoul, Tokio, diretto dai più grandi direttori, da Abbado a Gavazzeni, da Maazel a Muti. II suo repertorio comprende opere di Verdi, Bellini, Rossini, Giordano, Cilea, Gounod e Massenet, spesso eseguendo composizioni in prima esecuzione assoluta. Vive in una antica casa nobiliare in Brianza, ma continua a mantenere rapporti strettissimi con Monza, che considera la sua città d'elezione.

foto di Fabrizio Radaelli


È una persona cordiale e priva di formalismi, che ci accoglie in un pomeriggio invernale tra la bruma delle colline brianzole. Questo è un po' il mio buen retiro - ci dice scherzando - anche perché sono quasi sempre in tournee. E intanto ci conduce attraverso lunghi corridoi e ampi stanzoni fino a un piccolo salottino, dove troneggia un pianoforte a coda amorevolmente curato.

Eh sì, io sono davvero cresciuto a "pane e musica". Potrei dire di essere nato tenore. Il tenore non è una voce naturalmente maschile, che è più grave, un po' più baritonale. Ma io non ho avuto bisogno si sforzarmi, la mia era una dote naturale. E naturalmente hanno contato molto le lezioni di mia madre, prima teoriche, poi di solfeggio e canto.

Ma a che età si comincia col canto? A cinque anni come i pianisti?

No, per gli uomini è necessario attendere una piena pubertà, affinché la voce si sviluppi e si stabilizzi. Io ho cominciato a circa 16 anni. E comunque agli inizi non bisogna sforzare troppo la voce. Si procede gradualmente. Pochi esercizi giornalieri nei primi tempi, poi via via l'impegno diventa più duro, e anche il tempo da dedicare allo studio e agli esercizi è maggiore.

Ma, scusi, Lei non si sentiva "sacrificato" a dedicarsi a un'attività così impegnativa in così giovane età?

No, niente affatto. La mia era una vera passione. Mia madre me l'ha trasmessa, ma non mi ha mai condizionato. I miei amici giocavano al pallone, io cantavo. Ma era una mia scelta. E oggi posso dire di essere felice di aver fatto la carriera di cantante lirico. Era il mio sogno fin da ragazzo.

Cosa pensa dei tenori, tipo Pavarotti o Bocelli, che si sono dedicati anche a generi "leggeri", magari canzoni napoletane o arie popolari.




Intanto preferirei distinguere. Pavarotti è un grande tenore, Bocelli, con tutto il rispetto, è solo una bella voce. Tuttavia in entrambi i casi non sono affatto scandalizzato da certe apparizioni che possono aver fatto storcere il naso ai puristi. Certo alcune di queste apparizioni talvolta sono state un po' troppo "commerciali"; ma sono anche servite a far conoscere il mondo del bel canto ad un largo pubblico, fatto anche di tanti giovani. E dunque sono benvenute. Ma non bisogna dimenticare che già i Caruso o i Del Monaco molti anni fa già si esibivano nel repertorio della canzone napoletana, che, tra l'altro, è quasi per intero costituito da "arie" d'orchestra. E non sono neppure contrario in linea di principio all'uso del microfono durante le esibizioni. Trovo che sia solo un ausilio, un mezzo tecnico che permette al cantante di non sforzare inutilmente la voce, che tanto, se uno non ce l'ha, non è certo il microfono a dargliela. No, da questo punto di vista non sono affatto un “purista" rigoroso e un po' ottuso.

Ma Lei si sentirebbe di cantare in pubblico una canzone dei Beatles?

E perché no? Alcune sono molto belle. Certo, io le canterei con la mia ispirazione e predisposizione lirica, le interpreterei in maniera un po' particolare. Ma certo non avrei prevenzioni a farlo. E tenga presente che nel cosiddetto repertorio "leggero" si trova della bellissima musica anche tra i cantautori italiani. Mi ricordo che una volta mi trovavo a Dallas con alcuni colleghi e là incontrammo Frank Sinatra. Beh, quando seppe che eravamo italiani ci invitò a cantare insieme con lui "O sole mio" e fu
davvero una bella esibizione.

Sinatra, aveva davvero una bella voce?

Sì, potrei dire di sì, non molto potente ma molto calda.


Senta, Lei dimostra perlomeno interesse e curiosità per la musica "leggera" tanto amata dai giovani. Ma da parte dei giovani c'è altrettanto interesse verso la "sua" musica, quella lirica e classica?

No, purtroppo no. Credo siano pochissimi i giovani interessati alla musica classica e ancora meno alla musica lirica. Ma questa musica non va solo ascoltata, ma anche spiegata e capita. E nel caso del melodramma è necessario un approccio anche storico alla musica e ai testi. E questo non è facile farlo. E poi il vero problema è la terribile mancanza di un'educazione musicale fin dalla prima infanzia e poi nella stessa scuola. Se ai giovani venissero spiegate alcune cose della musica classica e lirica, sicuramente imparerebbero ad amarle di più.

Monza ospita il Liceo musicale "Appiani", dove Lei ha studiato. Che ricordo ne ha?

Molto bello. Non dimentichi che io ci ho studiato canto per circa quattro anni ma mia madre ci ha insegnato per più di dieci anni. E ricordo con affetto il direttore d'allora, il maestro Centemeri, sempre un po' preoccupato perché noi della classe di canto eravamo i più irrequieti. Il Liceo musicale è, o dovrebbe essere, un vanto per l'intera città. E credo anche debba ritrovare una sua sede nel pieno centro di Monza, una sede prestigiosa e degna della sua storia. Oggi, in una palazzina un po' anonima quasi in periferia, soffre di questa collocazione.

E il concorso pianistico Rina Sala Gallo?

Anche questo è un evento prestigioso e sono felice che Monza ne sia la sede. Ma mi piacerebbe veder nascere anche altri concorsi, non solo per pianisti ma anche per altri strumentisti e, naturalmente, per giovani cantanti. Questi concorsi sono molto utili per affermarsi all'inizio della carriera e spesso sono un vero "trampolino" per i giovani artisti. Io stesso debbo la mia carriera all'aver vinto due importanti concorsi a poco più di vent'anni e ancora oggi mi ricordo di quei giorni con grande nostalgia.

E il panorama musicale monzese in generale?

Beh, a parte i due esempi citati e gli sforzi di qualche volonteroso, non è che ci sia molto. Purtroppo molto pubblico si sposta a Milano per ascoltare della buona musica. A Monza in realtà paghiamo lo scotto della mancanza di un teatro, che potrebbe dare occasione per una stagione lirica o per concerti di alto livello.

E il "Manzoni"?

No, il "Manzoni" è un cinema riadattato a teatro. Per un vero teatro occorrerebbe una buca per l'orchestra e un grande palcoscenico, che il "Manzoni" non ha (anche se si potrebbero ricavare ampliando e riadattando gli spazi). Ma esistono anche altri luoghi molto suggestivi e anche acusticamente adatti dove si potrebbero tenere serate di musica da camera o di canto. Penso all'Arengario - dove si tenevano concerti tra le due guerre e anche mia madre vi cantò - oppure il Serrone della Villa, che riuscirebbe a ospitare molto più pubblico che non il Teatrino, delizioso ma molto piccolo. Insomma, di cose se ne potrebbero fare tante.

E il piazzale della Villa? Lei ci vedrebbe spettacoli di lirica?

Certo, nella stagione estiva la lirica è ospite di alcuni dei luoghi storici o archeologici più suggestivi d'Italia. Non solo l'Arena di Verona, ma le Terme di Caracalla a Roma o il Teatro Greco di Taormina. Insomma, l'accostamento tra musica lirico classica e monumenti d'arte è ormai una tradizione consolidata in Italia. E dunque anche la Villa Reale potrebbe ospitare con successo queste manifestazioni

E Lei, con la Sua esperienza e le Sue conoscenze nell'ambiente, sarebbe disponibile a contribuire ad un simile progetto?

Io? Certo, basta che qualcuno me lo chieda.

Carlo Vittone


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 31 gennaio 2004