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Bonincontro e il Chronicon Modoetiense
La impegnativa traduzione di Valeriana Maspero con saggio introduttivo, appendici e cronologia. Prefazione e presentazione di Pier Franco Bertazzini.
Domenica 6 marzo alle ore 11 a IL LIBRACCIO di via Vittorio Emanuele 15

Chronicon Modoetiense

Di Gerardo Tintore, Santo e copatrono di Monza, si posseggono poche informazioni; la maggior parte di quanto è dato sapere sulla personalità, la vita e i miracoli si trova nel Chronicon modoetiense, opera del monzese Bonincontro Morigia, che lo scrisse verso la metà del XIV secolo.
E gli studiosi, riguardo a Gerardo, concordano nel ritenere veritiere e sicuramente attendibili soltanto le notizie della cronaca morigiana, accettando con le dovute cautele leggende o invenzioni, aggiunte e varianti che videro la luce in tempi successivi.

Quella di Bonincontro infatti è lingua latina intrisa di forme volgari. Merati soleva dire, un poco esagerando, che Bonincontro trasferisce quasi inconsciamente nel suo latino il dialetto locale. Ammetto che sotto l'ordito della lingua morigiana si scorga a tratti la trama di un dialetto ormai evoluto, i cui caratteri, tuttavia, sono ben diversi dalle forme dialettali odierne.
Non è più il latino classico; anche i solecismi sono aspetti di una lingua che è cambiata, secondo il principio, oggi ampiamente condiviso, dell'evoluzione della lingua nel tempo e nello spazio.
Si aggiungano i vocaboli medioevali di difficile interpretazione, le locuzioni locali, i volgarismi lombardi, anche l'uso limitato delle maiuscole. E, a volte, viene il sospetto che l'amanuense si distragga, tanto, per esempio, da dimenticare la concordanza o l'ossequio alla sintassi. I periodi spesso sono interminabili, non spicca la principale, la punteggiatura non agevola il filo del pensiero; non mancano errori di trascrizione, parole incomplete, a volte illeggibili.
Così l'opera finora non è mai stata tradotta nella sua completezza.
Merita quindi giuste parole di plauso e di simpatia la professoressa Valeriana Maspero, che ha affrontato con intelligente costanza il gravoso impegno.
Bonincontro, figlio di lacopo, nasce a Monza tra la fine del XIII e il principio del XIV secolo. La famiglia Morigia è ricca, nobile, influente; ha palazzo nel borgo Arena, presso il ponte romano sul Lambro; è di fede ghibellina.
Il Chronicon inizia secondo la tradizione - così fanno i cronisti medioevali - dalla creazione del mondo per arrivare alla fondazione di Modoetia e alla narrazione sintetica delle vicende storiche fino a Federico ll, che muore nel 1250. A questo punto viene inserito il ricordo della vita e delle opere di Gerardo Tintore "ministro dell'ospedale dei poveri che egli fondò in città".
Vengono poi descritte “le imprese dei grandi principi dell'Italia dei nostri tempi ”.
Sono i tempi che hanno visto l'autore partecipe e protagonista. Guelfi e Ghibellini, Torriani e Visconti, Filippo il Bello, la Curia romana e avignonese, gli imperatori del sacro romano impero, la discesa di Arrigo VII, Ludovico il Bavaro.
Di necessità il quadro si amplia a dimensioni europee, ma Monza, il circondario brianzolo e Milano restano punti fissi di analisi e di riferimento.
L'opera chiude - anno 1345 - con il ritorno da Avignone del tesoro predato da Bertrando del Poggetto e portato nella sede francese del Papa nel 1324. A restituirlo al Duomo monzese è Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano e Signore eletto insieme con il fratello Luchino.
Quell'arcivescovo Giovanni che commissiona a Bonincontro il Chronicon.

La traduzione della cronaca morigiana è un meraviglioso strumento divulgativo della storia della città. Ne consegue che ritengo non metta conto di accennare alle ragioni ideali che consigliano la conoscenza dell'opera.
Ci sono anche motivazioni scientifiche.
Intanto l'autore è certamente condizionato dai suoi convincimenti polìtici: è dichiaratamente ghibellino e pro-Visconti.
Ma in tutti i proemi, che introducono i quattro libri dell'opera, l'autore esprime le sue idee sulla storia, i suoi sentimenti nel raccontare con imparzialità "non solo ciò che ho visto con i miei occhi, ma anche ciò che uomini degni di fede mi hanno riferito".
L'opera è una miniera di notizie, di particolari, di approfondimenti sul processo urbanistico di Monza, sul tessuto edilizio, sulla cerchia muraria, sulla ricostruzione e ampliamento del Duomo, sulle gerarchie e successioni arcipretali e comunali, sulle vicende del tesoro di Teodelinda, impegnato dai Torriani presso i frati Umiliati di Sant' Agata e riscattato da Matteo Visconti nel 1319, sulla costruzione del Castello, iniziata da Galeazzo, sui difficili intricati rapporti tra le parti politiche attive a Monza, a Milano e in altre città.
Ne mancano notizie sulle principali famiglie del tempo, interessanti rilievi di toponomastica e di microtoponimia monzese.
Bonincontro è stato il primo a scrivere una storia di Monza. Egli ama la sua città, “proclamata sede e capitale del regno di Lombardia dagli imperatori”. Non nasconde mai la sua fede religiosa, vissuta molto intensamente; è devoto di Giovanni Battista e di Gerardo; predica umiltà, onestà, moderazione; condanna l'arroganza e la superbia.
Raccontando le fazioni ed i contrasti che dividono i ghibellini monzesi, esorta tutti a "rimanere sempre uniti in vera concordia" e supplica "l'altissimo Dio e il nostro patrono S. Giovanni che rafforzino tra noi nel bene la vera amicizia, l'unità e la concordia".
Debbo dire che ho letto con piacere e con profitto.
La traduzione "per forza di cose abbastanza libera, in qualche passaggio a senso" procede fluida e coinvolgente.
Corposa, dettagliata, interessante l'introduzione premessa sugli antefatti e sui fatti; attraente e motivata l'ipotesi che Bonincontro abbia incontrato Dante e Petrarca.
Preziosi l'elenco dei personaggi del Chronicon e la tavola cronologica secondo Bonincontro; con questi elementi complementari opportunamente la Maspero ha voluto corredare il suo lavoro, al quale si augura meritato successo di pubblico e di critica.

Pier Franco Bertazzini


copertina
Bonincontro e il Chronicon Modoetiense
Maspero, Valeriana
edito in proprio, Monza, 2011, 260 pagine, € 20

A Monza al LIBRACCIO
on line  www.libraccio.it


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  2 marzo 2011