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Dal campanile del Duomo
“La Torre Campanaria del Duomo di Monza”
“Panorami su città, Brianza, montagne”
JLV


Dopo il bel libro sulla Capanna Monza di Felice (Felicino) Camesasca, ecco un'altra piccola perla su Monza, la sua storia e la sua vocazione montanara di Pompeo (Peo) Casati.

L'occasione è offerta da una serie di splendide e quasi incredibili fotografie scattate dopo i recenti restauri del campanile del Duomo cui l'autore ha ottenuto di accedere in svariati momenti del giorno e, soprattutto, scegliendo le giornate in cui le particolari condizioni meteo, lo spirare del föhn e della tramontana soprattutto, consentivano di vedere dove normalmente è nebbia e foschia.
Utilizzando una reflex digitale, dotata di teleobiettivo da 300mm e di treppiede, non sempre usato però, Peo Casati è riuscito a fissare nelle immagini montagne distanti fino 200 chilometri: dal Monte Penice a Sud al Monviso a Sudovest, al Monte Rosa ed ai quattromila svizzeri a Nordovest; e poi, naturalmente, a Nordest le “nostre” Grigne e il Resegone, che sembra di poter toccare.

C'è poi tutta una serie di fotografie della città ripresa da questo insolito punto di osservazione, spesso raffrontate ad analoghe fotografie “storiche” che mostrano quanto la Città sia cambiata, nel bene e nel male, nel corso di un secolo. E qui possiamo vedere la piazza del Mercato, l'odierna piazza Trento e Trieste, con il monumento ai caduti in costruzione, l'isolato Durini con le casupole al posto delle quali sarà costruito il municipio e la chiesetta di San Michele demolita per realizzare l'odierna via dei Mille (anni Venti e inizio anni Trenta). Più indietro nel tempo una fotografia di Monza, città del cappello, con il fumo nero delle ciminiere. Le foto sono corredate di commenti storici e geografici assolutamente non banali.


Ma se l'occasione della pubblicazione è data dalle fotografie, Casati le fa precedere da una approfondita descrizione tecnica e storica della Torre Campanaria che con i suoi 75 metri è ancora la costruzione più alta della città. La prima pietra fu posata nel 1592 e la torre fu ultimata nel 1606; il progetto è erroneamente attribuito a Pellegrino Tibaldi, cui Monza ha dedicato una via, ma è da ritenere opera di Ercole Turati secondo documenti custoditi nella Biblioteca Ambrosiana e riprodotti nei libri di R.Bossaglia e di Rephisti & Süss.
Nel libro è anche riprodotta la lapide che ricorda la visita dei sovrani d'Austria Francesco I e Maria Luigia il 4 marzo 1816, due giorni dopo la restituzione alla Basilica di parte del tesoro rubato dai francesi nel 1797 fra cui la Corona ferrea e la Chioccia e i pulcini e, ci dice Casati, “In questo scritto oltre alla restituzione del tesoro si fa riferimento anche alla nascita a Monza di Maria Luigia, figlia di Ferdinando e di Maria Beatrice. Nell'aprile dello stesso 1816 Francesco I innalzò il comune di Monza al rango di città”.

la torre campanaria       








lapide

Non mancano due capitoletti dedicati all'orologio della torre e specialmente alle campane, fuse in Monza da Bartolomeo Bozzi nel 1741, con le loro dimensioni, l'ubicazione nella cella campanaria e la riproduzione delle iscrizioni incise.
Infine i restauri: da quelli degli anni Trenta alla sostituzione delle travi in legno con putrelle nel 1959, al restauro e consolidamento degli anni 2000 (dal settembre 1999 al dicembre 2007).

Insomma, una monografia bella e completa sulla nostra Torre Campanaria.

JLV


copertina
Dal campanile del Duomo
“La Torre Campanaria del Duomo di Monza”
“Panorami su città, Brianza, montagne”

Casati, Pompeo
Stampato in proprio, 73 pagine, € 10

A Monza al
LIBRACCIO
on line  www.libraccio.it


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  20 febbraio 2012