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Asce di guerra
C'erano anche italiani a combattere i guerriglieri Meo,
nel fango e nell'orrore della giungla indocinese.
Umberto De Pace

Asce di guerra
Sulla copertina una bella foto in bianco e nero ritrae una giovane donna avvolta da una coperta con un fucile in mano che insieme al titolo “Asce di guerra” attrae la mia attenzione facendomi pensare, per un istante, ai pellerossa. Dopo aver letto in quarta di copertina le note sull'opera e sull'autore inizio a prenderne le distanze catalogandolo fra le storie improbabili.
L'autore, Vitaliano Ravagli classe 1934, renitente alla leva, nel 1956 prende un aereo misterioso e arriva in Laos. Rientrato in Italia, spedito in compagnia di disciplina, dopo un anno e mezzo di leva torna in Indocina. A far che cosa? A combattere a fianco dei guerriglieri comunisti, insieme a un piccolo ma consistente drappello di europei.
Lo stupore lascia spazio alla curiosità, sfoglio il libro, leggo gli incipit e l'indice, lo rigiro fra le mani un po' incredulo. Coautore è Wu Ming, “anonimo” in cinese mandarino, o forse è meglio dire “sono” perché il termine identifica una band di narratori nata dal gruppo di autori di Q nel gennaio 2000 che operano nell'universo delle narrazioni, dal romanzo collettivo 54 (Einaudi Stile libero 2002) ai romanzi solisti (Wu Ming 1, Wu Ming 2 …) alle sceneggiature di film. Pur avendone sentito parlare non avevo mai avuto occasione di leggere loro opere. Che dire dopo averlo letto?
Un libro interessante e affascinante, di quelli che rincorri e che riempiono il tempo senza farlo passare, che ti accompagnano, una volta finita la lettura, senza più lasciarti. “Asce di guerra” a detta dei Wu Ming non è un romanzo ma un “oggetto narrativo” è “ … per un terzo l'autobiografia di Vitaliano Ravagli, per un terzo miscela di fiction e non fiction (un personaggio immaginario in cerca di un personaggio reale s'imbatte in storie vere) e per un terzo saggio (ancorché “disinvolto”) sulle guerre d'Indocina, sorta di reportage epico che rimbalza tra Laos e Vietnam.”

Asce di guerra

E' un libro crudo, avvincente, scomodo, commovente, ruvido e profondo, in cui si toccano punte di orrore e ferocia così come di altruismo e sacrificio. “Le storie non sono che asce di guerra da disseppellire” – così nell'incipit, e nelle pagine del libro vengono disseppellite più di una storia rimaste a lungo sotto terra: storie di lotta partigiana della zona di Imola ma non solo, storie sulla “Resistenza tradita” e sul lungo dopoguerra tra vendette e restaurazione, storie di lotte operaie e contadine, storie che accompagnano l'odissea dell'autore dal fiume Senio in Emilia-Romagna al Mekong in Indonesia. “Dalla Resistenza alle lotte di liberazione postcoloniali. La storia di un personaggio scisso tra due epoche e due continenti, incapace di ritrovare il bandolo di una vita segnata da sofferenze incredibili. Insomma un personaggio che se non fosse vero, vivo, qui accanto a noi, sarebbe davvero “da romanzo””. Così i Wu Ming sintetizzano efficacemente il protagonista-autore nella postfazione.
Un libro militante che non fa sconti a nessuno, che graffia e che vuole lasciare il segno, riuscendoci. E' un pezzo della nostra Storia di cui non avevo mai sentito parlare. E' un libro di grande interesse da non perdere… ammesso che lo troviate ancora, la sua prima edizione è del 2000, la seconda del 2005.

Umberto De Pace


copertina
Asce di guerra
Ravagli Vitaliano; Wu Ming
Einaudi  (collana Einaudi. Stile libero), 2000-2005, , VII-462 pagine, € 16
A Monza al LIBRACCIO
fino ad esaurimento sconto 50%
on line  www.libraccio.it


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  16 luglio 2012