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“Bono Taliano”
Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a “disertori”
Umberto De Pace

Asce di guerra

Fra le nuove edizioni aggiornate nel 2012 di alcuni dei suoi libri più importanti, Giacomo Scotti, ripropone il suo “ Bono Taliano. Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori”, la cui prima edizione risale all'oramai lontano 1971.
Attraverso un'accurata ricostruzione storico-documentale Scotti traccia il quadro di uno dei fronti cruciali della seconda guerra mondiale. L'attenzione è focalizzata sull'operato delle truppe italiane dall'aprile 1941 – quando al seguito di quelle tedesche diedero il via all'occupazione della Jugoslavia – fino all'8 settembre 1943, data dell'armistizio italiano e della capitolazione incondizionata dell'Italia nelle mani degli Alleati. E' la storia di due popoli, quello italiano e lo jugoslavo “scagliati dal fascismo l'uno contro l'altro” – ci ricorda Mario Pacor nell'introduzione al libro – e che “per due anni e mezzo si affrontano sanguinosamente in una guerra imposta dal fascismo”.
Scotti traccia un quadro complesso di quella che fu l'occupazione italiana in Jugoslavia, che si altalenava tra “evidenti e continue prove” di simpatia nei confronti delle popolazioni locali, come ebbe ad evidenziare già nel luglio 1941 l'ambasciatore italiano a Zagabria, Antonio Casertano; e i “peggiori arnesi dello squadrismo fascista” che si risolsero da subito nell'imitare i loro camerati tedeschi. Senza dimenticare che al di sopra di tutti stavano i famigerati generali italiani, tipo Roatta, che con una sua circolare del marzo 1942 chiariva quale dovesse essere il trattamento dei resistenti: “Il trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato dalla formula dente per dente, bensì da quella testa per dente.”.
Dall'altra parte il popolo jugoslavo trova nel partito comunista la principale forza da subito pronta a contrastare i piani di occupazione nazifascisti. Nel luglio 1941 la prima insurrezione armata in Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina; è l'inizio di quella che sarà una guerra a tutti gli effetti, condotta dall'esercito partigiano jugoslavo che nel luglio del 1943 riceverà, inconsapevole, l'encomio da parte del generale tedesco Luter: “Il corso dei combattimenti ha dimostrato che le forze comuniste sotto il comando di Tito sono ottimamente organizzate, abilmente guidate, dispongono di un morale combattivo degno di ammirazione.”. Scotti ci racconta e documenta come già prima dell'8 settembre '43 più di mille italiani disertarono e passarono volontariamente nelle file della Resistenza jugoslava o adottarono altre forme di disubbidienza agli ordini superiori. Ci parla del legame, sviluppatosi nel tempo, tra i partigiani italiani e quelli jugoslavi, dei rapporti tra i due partiti comunisti; ricostruisce l'epica lotta dei partigiani jugoslavi, le immani sofferenze e l'esodo biblico che subirono le popolazioni jugoslave negli anni di guerra.
E' un libro utile e importante per chi vuole aggiungere un ulteriore tassello di comprensione su quanto avvenne in quegli anni in un'area fondamentale per gli assetti geopolitici mondiali, quanto complessa per il suo trovarsi al confine non solo fra stati e nazionalità, ma anche fra ideologie e visoni del mondo opposte. Giacomo Scotti, profondo conoscitore, studioso e narratore delle vicende storiche e politiche di queste terre di confine, ha il pregio non solo di affrontarle nella loro complessità, senza sconti alle parti, ma anche quello di saperne cogliere al loro interno le vicende umane, troppo spesso dimenticate tra le pagine fredde della storiografia ufficiale. Come quella del capitano Pietro Zavattaro Ardizzi, della 37° compagnia battaglione “Istria” (divisione “Taurinense” alpina) nella quale la complessità della Storia di queste terre si incarna nelle vite di uomini e donne, sconosciute ai più ma profondamente emblematiche:
Con il tenente Simonetta raggiungo all'imbrunire del 14 maggio (ndr 1944) il piccolo villaggio di Crna Gora sulla mulattiera che da Trsa porta a Zabljak attraverso il passo di Stolac. Siamo sfiniti e cerchiamo ricovero nelle case. Gli abitanti non vogliono ospitarci perché comprendono che siamo convalescenti di tifo petecchiale ed hanno terrore del contagio.
Leghiamo i cavalli allo steccato che circonda lo spiazzo della chiesetta ortodossa e, dopo aver tolto agli animali le coperte che ci servivano da sella, ci stendiamo sul sagrato della chiesa coprendoci con quelle. Intorno il terreno è coperto da chiazze di neve, il sole è oramai scomparso e comincia far freddo. Crna Gora è sui 1500 metri di altitudine.
Dopo poco che sono disteso, mi “sento” fissare; alzo gli occhi e mi trovo circondato da una decina di uomini. Dico loro che quella notte probabilmente moriremo per il gelo in quanto “loro” non ci hanno accolti, sebbene fossimo combattenti per la libertà della loro Patria. Uno degli uomini si china su di me e mi solleva, dicendomi di seguirlo in casa sua. Quando ci troviamo nella piccola casetta, seduti introno al fuoco, circondati dagli anziani del villaggio che vogliono dagli stranieri notizie, i padroni di casa ci offrono latte caldo.
Ad un tratto la moglie del nostro ospite parla sottovoce al marito e questi mi guarda intensamente. Improvvisamente mi apostrofa: Sei tu il capitano che nella scorsa estate comandava gli alpini che hanno attaccato questo villaggio? Era vero, quel capitano ero io, allora in guerra contro i partigiani che appunto erano della zona (…). Replico: Sì, ero io, allora combattevo contro di voi, oggi lotto con voi per la libertà della vostra terra perché così agevolo la libertà della mia.
L'uomo tacque pensieroso, poi fra il silenzio di tutti, dice: Quel giorno, capitano, i tuoi uomini hanno ucciso i miei due figli, io e questa donna siamo rimasti soli. Tu ora combatti per la libertà del mio paese, sei il nostro terzo figlio: questa è casa tua.”

Giacomo Scotti sarà a Monza il 24 e 25 novembre in occasione dello spettacolo “Goli Otok. L'isola della libertà.” che si terrà al Binario 7 e porterà un suo contributo alla fine degli spettacoli di sabato 24 alle ore 21,00 e di domenica 25 alle ore 16.

Umberto De Pace


copertina
BONO TALIANO
Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a “disertori”
Giacomo Scotti
ODRADEK edizioni s.r.l. - Storia e Politica - pagine 256, € 20
A Monza al LIBRACCIO
on line  www.libraccio.it


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  16 novembre 2012