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Vivere senza artrosi
Marco Lanzetta presenta il suo libro
Anna Marini

Marco Lanzetta

“Vivere senza artrosi è possibile” sostiene il professor Marco Lanzetta nel suo ultimo libro presentato il 28 febbraio al Libraccio di Monza in via Vittorio Emanuele. Il testo, scritto con un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori, vuole essere una guida per la prevenzione della patologia e propone le modalità per evitare o ritardare il ricorso alla chirurgia tradizionale.

il Libraccio Monza

L'artrosi è una forma degenerativa articolare a carico della cartilagine, il tessuto che riveste le articolazioni. Il fenomeno, che interessa maggiormente le donne, è in costante aumento soprattutto negli USA, dove costituisce la principale causa di disabilità. La statistica fornisce in merito dati allarmanti, stimando che nel giro di cinquant'anni il numero dei pazienti coinvolti raggiungerà i 127 milioni. In Italia sono 5 milioni le persone affette dalla malattia e ogni anno vengono eseguiti più di 150.000 interventi di protesi. Tutto questo porta a considerare l'artrosi come “una emergenza sanitaria su scala mondiale”.

A scatenare il processo degenerativo concorrono cinque fattori principali. Il più importante, contro il quale si potrà intervenire solo con l'ingegneria genetica, è la predisposizione familiare.
Segue l'invecchiamento fisiologico dei tessuti articolari ed in primis delle cartilagini; lo stile di vita se caratterizzato da sedentarietà e tendenza all' obesità può contribuire a promuovere l'insorgenza della sintomatologia; l'usura, intesa come la ripetizione di movimenti da parte di una articolazione e un regime alimentare scorretto possono diventare cause scatenanti dell'infiammazione. Benché in ambito medico si fatichi talvolta a considerare il disordine alimentare come una causa determinante di diverse condizioni critiche per la salute, è proprio uno scorretto regime nutrizionale a provocare l'attivazione di processi infiammatori.

Nell'approccio al trattamento della degenerazione articolare la prevenzione si configura come una prassi molto importante. E' infatti possibile intervenire con una dieta “anti artrosi” che consiste non tanto nell'eliminazione di alimenti dannosi per l'organismo, ma come un regime alimentare personalizzato per ogni paziente e predisposto sulla base di accurati esami diagnostici. Un'altra modalità preventiva è rappresentata dalla somministrazione di sostanze in grado di inibire il sopraggiungere del fenomeno: gli integratori potenziano la resistenza della cartilagine agli sforzi generati dai carichi gravanti sulla struttura scheletrica, e alle conseguenze indotte dall'usura. Nella cura della patologia Lanzetta propone tre principali modalità di intervento: le infiltrazioni articolari, il Laserthru e l'utilizzo di cellule staminali. La prima tipologia è consigliata quando si accusa un attacco di artrosi, quindi in presenza di una fase acuta della malattia, oppure per lubrificare un'articolazione, preservandola così da danni irreversibili. Si procede in questi casi mediante infiltrazione “radioguidata”, controllando visivamente la procedura di somministrazione del prodotto, che avviene esattamente dove richiesto. Questa modalità operativa, grazie ad un'elevata precisione nell'intervento, permette di eseguire l'infiltrazione nel punto esatto e di ridurre così drasticamente il numero delle applicazioni richieste. La prassi suggerisce quattro modalità tradizionali per l'assunzione di un farmaco: per via orale, per iniezione, per supposta e per via topica. Il Laserthru rappresenta una vera e propria innovazione nella somministrazione farmacologica. Grazie a questo macchinario, che sfrutta sorgenti di energia quali gli ultrasuoni e il laser, il prodotto penetra attraverso la cute, raggiungendo direttamente l'articolazione senza interessare, ad esempio, l'intero tratto gastrointestinale. Si riducono così i possibili effetti collaterali a carico di altri organi, altrimenti coinvolti nella veicolazione del farmaco. Le cellule staminali, prelevate dal sangue periferico, dal midollo osseo, oppure dal tessuto adiposo del paziente, vengono concentrate in una sospensione, inserita poi nell'articolazione mediante iniezione, oppure artroscopia. Nel secondo caso si procede con una telecamera di ridotte dimensioni e con altri “strumenti miniaturizzati” in ciò che può essere definito come un vero e proprio “restauro” conservativo della cartilagine sulle pareti delle articolazioni. Le cellule staminali, definite “totipotenti”, perché in grado di diventare qualsiasi tipo di cellula, possono rigenerare un danno cerebrale, oppure, nel caso specifico, la cartilagine. Il libro si sofferma poi sull'importanza della fisioterapia nei pazienti artrotici, suggerendo alcuni esercizi pratici da svolgere. Particolare attenzione viene poi rivolta ad un adeguato supporto psicologico, che, “inserito in un piano di lavoro integrato con il chirurgo e il fisioterapista”, può portare al paziente notevoli benefici psico-fisici. Il libro rappresenta quindi un manuale di facile consultazione per chiunque, uno strumento dall' approccio pragmatico rivolto sicuramente a quella fascia d'età, che, già colpita dall'artrosi, manifesta ancora esigenze di movimento, ma anche a soggetti più giovani, che vogliono guardare alla malattia con un approccio di prevenzione. Perché i primi sintomi, contrariamente a ciò che ritiene la communis opinio, si accusano non in età senile, ma dopo i quarant'anni.

Anna Marini

copertina

Vivere senza artrosi è possibile
Marco Lanzetta
tecniche nuove, 2015
pagine 168, € 17,90
ISBN 978-88-481-2957-2


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  1 marzo 2015