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Trentacinque anni a metà prezzo
L'affascinante storia del LIBRACCIO
Franco Isman

Libraccio è il titolo del libro, Libraccio ne è l'editore, gli uomini e le donne del Libraccio hanno scritto i loro ricordi.
Riproponiamo il titolo di una bella intervista di Sandro Invidia a Edo Scioscia, uno dei soci storici, del giugno 2000, quando Arengario era ancora cartaceo e il Libraccio già gli dava una mano.

Le cose importanti sono dichiarate subito, a partire dal sottotitolo “Quando i sogni cambiano le regole - dalla militanza all'impresa”, senza mai rinnegare le proprie idee, aggiungiamo.
E poi l'introduzione che enuncia le quattro grandi fortune nella vita del Libraccio.
La prima sono gli ideali, la speranza di poter cambiare la società, anche se molte di quelle speranze sono rimaste utopie. Ma oggi non ci sono neppure quelle.
La seconda è l'amicizia, la lealtà, e questo ha sempre fatto da cemento nei rapporti tra tutti, tra i soci fondatori ma poi con i nuovi partner commerciali, sempre persone e non soltanto aride società. E questo ha consentito di superare anche i momenti bui.
Infine la terza e la quarta fortuna “la condivisione di una grande passione, un grande amore collettivo: quello per il libro”.

Piero, Tiko e Silvio in piazza Vetra

E poi la storia abbastanza straordinaria della nascita e dello sviluppo del Libraccio…
In principio c'erano tre ragazzi dell'area della sinistra extraparlamentare, erano gli anni caldi della contestazione studentesca, Piero (Fiechter), Tiko (Tiziano Ticozzelli) e Silvio (Parodi). Si erano fatti le ossa con i mercatini dei libri scolastici usati con “stand” costruiti con cassette di frutta, per essere più esatti di pere argentine che erano le più robuste; mercatini che nascevano e regolarmente venivano chiusi dalla polizia: piazzale Aquileia, largo V Alpini, largo Richini davanti la Statale e finalmente piazza Vetra.
Andavano alla caccia dei numeri telefonici di quanti più studenti delle scuole superiori e delle università potevano, poi raccoglievano i libri in conto deposito valutandoli un terzo del prezzo di copertina e all'inizio dell'anno scolastico li vendevano al 50%: restava un margine lordo di circa il 17%.

Poi Piero, Tiko e Silvio decidono di fare il grande passo, apriranno una libreria; il nome "Il Libraccio" viene deciso con l'aiuto di una bella bevuta di birra, poi negli anni perderà l'articolo, il luogo non può essere che lungo il Naviglio, a Milano. Sono fortunati, un'anziana signora che li aveva in simpatia vende loro la sua panetteria e smantellare il vecchio forno è una vera impresa. Ma il primo Libraccio, arredato con le stesse cassette di pere, diventa realtà. Siamo nel 1979, Silvio Parodi scrive: “questa fu la mia scelta, la mia rivoluzione. Alla stupidità del piombo sostituii la razionalità del libro”.

Edo Sciosca nel 1978 e ai nostri giorni

Intanto è comparso in piazza Vetra anche Edo (Scioscia), di qualche anno più giovane, anche lui vende libri scolastici in una di quelle baracche ma per conto di una cooperativa. Poi fa il servizio militare; quando torna, la coop vuole vendere una libreria scolastica a Monza in piazza Indipendenza. Edo si precipita dagli amici e riescono a comperarla a poco prezzo. Nasce il secondo Libraccio, che poi si ingrandisce traslocando dall'altro lato della piazza, dov'è tuttora.

Ma una libreria non è fatta solo dai muri. Ci vuole passione, competenza, voglia di lavorare, di fare sacrifici. Ma ci vogliono anche persone, giovani che abbiano voglia di essere coinvolti, che abbiano la passione per i libri. E poi fin dal negozio di Monza i quattro soci adottano una politica intelligente e lungimirante. Fra i ragazzi impegnati nella prima campagna di vendita scolastica nel nuovo Libraccio c'è anche un pompiere con la passione dei libri: Peo (Monguzzi) e i quattro non se lo lasciano scappare, lo fanno socio con il 4% e da allora Peo è il responsabile per Monza.
E nel 2008, 26 anni dopo lo storico negozio di piazza Indipendenza, Libraccio fa il bis a Monza in via Vittorio Emanuele. Peo ne è sempre il socio di riferimento, ma c'è anche Paola, direttrice, e poi Marisa, Maddalena, Andrea e tanti altri: librai, non semplici commessi, e quando vai al Libraccio ti senti a casa tua.

#NonsoloMonza, naturalmente, fin dai primi anni il Libraccio si diffonde specie nel Nord: Genova Foce, Bergamo, Milano 2 in viale Vittorio Veneto, Brescia, Como, Varese, Milano via Arconati, Alessandria, Genova 2, Pisa, Busto Arsizio, Milano Bovisa, Torino e ancora Milano, praticamente in piazza Duomo. E ancora Alessandria, Pisa, Sestri Ponente, Chiavari, Verona, e non li abbiamo nominati tutti. Libraccio trova sinergie in particolare con vecchie e storiche librerie: la Noseda di Como, la Catullo di Verona, la joint venture con la storica Galla di Vicenza e quella con la Margaroli di Verbania e Gravellona Toce.

Né si può dimenticare la grande avventura della MELbookstore nata dalla associazione fra la storica Messaggerie ed il Libraccio (MEL=Messaggerie e Libraccio) e da questo matrimonio nascono le splendide librerie di Roma (1995), Ferrara, Bologna, Firenze, Padova e Novara. Ma nel 2010 Messaggerie decide di passare a dimensioni molto più grandi e Libraccio, con saggezza ma certamente con grande rimpianto, rinuncia a seguirla su quella strada che avrebbe comportato investimenti fuori dalle possibilità del gruppo.

Non abbiamo fin qui parlato di un'altra costola del Libraccio: la DMB (Distribuzione Monza Brianza) sorta fin dal 1984 da una felice intuizione di Piero Fiechter. Si tratta di una società che acquista all'ingrosso tutti i libri poi trattati dalle diverse librerie Libraccio, realizzando importanti economie di scala. DMB si piazza nella stesse sede del Libraccio di piazza Indipendenza a Monza, riservandosi una delle sette “luci” del negozio ed utilizzando lo scantinato di ben 400 metri quadrati. Dopo sei anni viene realizzata la nuova sede, un grande capannone sulla strada per Brugherio, e DMB, affidata ad un altro amico di gioventù di Edo, si occupa anche dell'informatizzazione dell'intero gruppo.

Un incisivo manifesto del Libraccio degli anni eroici

32 librerie, la società di distribuzione DMB, 10 società operative in qualche modo legate con Libraccio, 16 soci: 4 storici e quelli che si sono aggregati nel tempo in particolare con la partecipazione a singole librerie. “Oggi Libraccio è un gruppo di giovani libraie e librai, coordinati da un gruppo di soci e amministratori che continuano a sentirsi più colleghi che capi”.

La situazione non è semplice in particolare per il mercato editoriale “che assomiglia sempre più a una corsa a ostacoli” scrive Scioscia, in quanto le librerie indipendenti non hanno la forza di combattere la concorrenza dei grandi gruppi dell'e_commerce che praticano “sconti selvaggi”, come scrive un altro libraio.

Abbiamo già raccontato come i rapporti amicali, la lealtà nel comportamento, l'impegno sociale siano importanti per i soci del Libraccio. E qui vogliamo citare il rapporto con Gino e Cecilia Strada e con Emergency. Scrive Strada: “Ci siamo conosciuti vent'anni fa e non ci siamo più lasciati: Libraccio era allora un bel quindicenne, Emergency una neonata, e siamo cresciuti insieme.” Libraccio ha sempre dato spazio alla rivista di Emergency ed ha anche dato un concreto aiuto nell'allestimento del Centro chirurgico in Sierra Leone e di quello di Lashkar-gah.
Enormemente meno importante ma Libraccio ha anche dato una mano ad Arengario fin dalla sua nascita, quando era un primo esempio di free press, fino ai nostri giorni ad arengario.net. E noi da parte nostra non abbiamo mai ospitato nessun altro inserzionista.

Franco Isman

copertina

LIBRACCIO
Quando i sogni cambiano le regole
LIBRACCIOEDITORE 2015
pagine 172, € 18,50
ISBN 9788897748731


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  14 febbraio 2016