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1938, l'Italia razzista
Alla Fondazione Corrriere della Sera
la presentazione del libro di Fabio Isman
Tania Marinoni


Quando si parla della Shoah, si affrontano la tragedia della deportazione e l'orrore dello sterminio; i riflettori vengono puntati sulla moderna Europa, che seppe realizzare la più grande aberrazione della Storia. Al centro della scena appaiono la Germania e la Polonia.
L'Italia razzista, l'ultimo libro di Fabio Isman, porta invece l'attenzione al caso dell'Italia, alle responsabilità del fascismo e, in particolare, affronta un tema lasciato sempre in ombra: la spoliazione dei beni di proprietà degli ebrei. Della Grande razzia si conosce molto poco, eppure questa enorme ingiustizia è stata documentata dal lavoro certosino della Commissione presieduta da Tina Anselmi, istituita nel 1998 e relativa all' “acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati”.

Ma, oltre alla confisca delle grandi proprietà industriali, terriere e finanziarie, il saggio di Isman riporta anche le voci minime che illustrano quei sette terribili anni, in cui un'Italia intera venne passata al setaccio, meticolosamente e con una vena di sadismo. Una macchia orribile che sfata il mito degli “italiani brava gente”. Un esempio emblematico è il caso dell' “Università israelitica” di Fiorenzuola d'Arda, “ubicata presso la sinagoga”, dove le camicie nere registrarono sedie, banchi, lampadari, libri da messa e addirittura gli spiccioli. Una sorte, che segnò anche l'abitazione in cui viveva la famiglia di Liliana Segre: a Milano, in corso Magenta 55, i fascisti inventariarono persino i chili di carbone e lo zerbino.

Condicio sine qua non di questa e di altre violenze contro gli ebrei furono le famigerate leggi razziali; proclamate nel 1938, divennero presupposto indispensabile allo sterminio. “Quando l'Italia ne aveva soppresso i diritti, altri sopprimerà l'esistenza”.

Leggi “razziali” e non razziste, precisa Isman, perché elaborate ad hoc per il popolo ebraico, segnano un prima e un dopo, uno spartiacque nella storia dell'Italia fascista; ma a quella terribile data si giunse dopo un percorso di preparazione e di indottrinamento che l'autore, con il suo stile chiaro e scorrevole, porta all'attenzione del lettore. A preparare il terreno per questa enorme aberrazione, lo strumento subdolo della propaganda antisemita che, condotta sui maggiori quotidiani dell'epoca, anestetizzò la popolazione di fronte alla persecuzione di una parte di italiani: cittadini come gli altri, e non pochi di loro persino aderenti al fascismo. In seguito al 14 luglio 1938, e via via fino oltre al1943, vennero adottati provvedimenti intrisi di una violenza sempre maggiore che Isman ripercorre dettagliatamente, equiparandoli a quelli adottati dalla Germania nazista.

L'Italia razzista
porta alla luce ciò che sempre è stato offuscato dall'ineguagliabile unicità dello sterminio. E' un libro denso di testimonianze, che ripercorre le tappe della persecuzione, soffermandosi su aspetti inediti. Custodisce vicende personali e storie di famiglie, vittime di angherie, di ingiustizie e di orribili violenze. Un saggio ricco di approfondimenti, ai quali dedica le schede incentrate su specifiche realtà territoriali, come “La biblioteca sparita da Roma”, o ad aspetti meno noti, come l'Egeli (ente per la gestione e liquidazione dei beni sequestrati), oppure ai campi di concentramento allestiti dagli italiani per ebrei, slavi e dissidenti politici. Vengono illustrati il coraggioso ruolo di Pio XI e la sua enciclica contro l'antisemitismo: la Humani generis unitas, che il suo successore, Eugenio Pacelli, si adopererà a far seppellire.

L'Italia razzista
è un approfondito lavoro di ricerca e di analisi, attraverso la documentazione sulle pagine più buie dell'Italia; è la dimostrazione della grande partecipazione fascista alla politica antisemita, troppo spesso imputata alla sola intenzione di compiacere la Germania nazista. Un'opera che induce a riflettere e illustra come sia potuto accadere; un saggio, arricchito dalla prefazione di Liliana Segre, ispirato dal desiderio di raccontare, soltanto attraverso alcuni esempi, “un aspetto delle persecuzioni antiebraiche mai affrontato prima in termini complessivi”.
L'ultimo libro di Fabio Isman, grazie alla sua grande narrazione, è un prezioso monito a ricordare, perché, come scrisse Primo Levi, “è accaduto, quindi può accadere di nuovo”.

Tania Marinoni



copertina

1938, l'Italia razzista
I documenti della persecuzione contro gli ebrei
Fabio Isman, Il Mulino, novembre 2018
Pagine 275, € 22,00
ISBN: 8815279865


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  27 novembre 2018