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L'ultima cattedrale
Anna Marini


Se ci rechiamo a Barcellona, non possiamo lasciare la città prima di visitare il monumento simbolo del centro spagnolo, la Sagrada Familia. Il tempio espiatorio, che porta la firma del celebre architetto Antoni Gaudí, è espressione del modernismo catalano e racchiude tra le sue pietre una lunga storia. Tuttora incompiuto, l'edificio vanta il fascino di essere l'ultimo esempio delle antiche cattedrali, ovvero quelle imponenti creature realizzate in periodi lunghi secoli e dalle mani di diverse generazioni di costruttori.

Sabato 23 febbraio nella magnifica Sala Bianca della Villa Reale, la basilica è stata al centro di un incontro che ha ospitato la presentazione della monografia di Stefano Restelli, L'ultima cattedrale. L'evento, il primo degli appuntamenti organizzati dalla Casa della Poesia, rappresentata da Antonietta Carrabs e da Ettore Radice, con il patrocinio del Comune, ha visto la partecipazione di due cittadine di Barcellona.
L'autore ha illustrato l'opera assieme a Giorgio Siboni, storico in servizio all'Università Statale di Milano, che ha arricchito il testo con un'interessante nota sul contesto culturale.

Molto si è scritto sulla Sagrada Familia, eppure questa maestosa costruzione sembra avere ancora tanto da raccontare. La Sagrada Familia, come osserva l'architetto Stefania Tripodi, moderatrice dell'incontro, rende testimonianza del genio del suo progettista e di quel gotico rivisitato, caratteristico di Antoni Gaudí. “Pertanto, mentre i contemporanei inseguivano il proposito di riprodurre in concreto un sogno romantico fatto di rovine medievali insidiate dalla vegetazione e accarezzate dal chiaro della luna, Gaudí stabilì una serie di principi che avevano a che fare con il dato concreto e che più tardi furono sintetizzati sotto la più ampia etichetta di superación del gótico”.


Dello stile medioevale sono tipiche le forme attinte dal mondo animale e vegetale, mentre invece l'arco a sesto acuto, con i relativi contrafforti esterni, viene sostituito con quello catenario. Geniale nella creazione dei modelli statici, Gaudí, progettista completo al pari degli architetti rinascimentali, impiegò sacchi di sabbia per studiare la forma più adatta a lavorare a trazione e, ribaltandola, trovò quella che avrebbe risposto adeguatamente a compressione. Alla base del modello statico della Sagrada Familia è il simbolismo della foresta. La caduta di un albero non coinvolge l'intera foresta e in tal modo sarebbe dovuto accadere anche per la cattedrale. Così l'architetto giunse alla versione definitiva dei pilastri, che si inclinano per consentire alle forze gravanti sulle volte di scaricarsi naturalmente, come un viandante stanco si appoggia al suo bastone ricurvo. “Mi domandarono perché facessi le colonne inclinate. Risposi loro: «Per la stessa ragione per cui il viandante stanco, quando si ferma, si appoggia sul bastone inclinato, dato che, se lo mettesse in senso verticale, non si riposerebbe»”.

La Sagrada Familia è tuttora incompiuta e la necessità di ultimare i lavori fu al centro di un importante dibattito in cui si avanzò l'ipotesi che la basilica restasse incompleta, come una sorta di reliquia gotica. La determinazione e il sostegno economico dei fedeli, che numerosi e da tempo si adoperano perché la costruzione della chiesa continui, sono un valido incentivo a proseguire l'opera.
Ma da dove si può trarre la certezza che quanto si sta compiendo dopo la morte di Gaudì sia concorde con quanto voluto dal progettista? Scarna è infatti la documentazione lasciata dall'architetto in merito al progetto, così come è piuttosto povero il repertorio scritto dell'autore. Gaudì non ebbe mai vocazione di scrittore e comunicò sempre in forma orale con i discepoli, che provvidero a immortalare su carta i suoi interventi. Una pratica pedagogica del tutto simile a quella esercitata, nella filosofia antica, da Platone con le opere di Socrate.
In realtà, in armonia con gli antichi costruttori di cattedrali, Gaudi desiderava per la sua opera il contributo delle future generazioni. Vide quasi ultimata la Facciata della Natività e costruì diversi modellini in gesso parzialmente completati. Resta tuttavia un documento di Gaudì, il Manuscrit conservato a Reus, che è di grande interesse a livello contenutistico, poiché testimonia i modelli architettonici di riferimento per l'autore: il tempio greco e la cattedrale gotica.

L'ultima cattedrale è un libro appassionante, che transita da un livello generale ed entra nel vivo della costruzione, come in una sorta di struttura piramidale. La Sagrada Familia non nasce a Barcellona come cattedrale, ma come tempio espiatorio: e allora per quale motivo abbiamo invece la percezione opposta? Papa Benedetto XVI nel 2016 l'ha consacrata basilica minore. Al di là dell'ordinamento religioso, possiamo considerarla cattedrale? La risposta di questo importante interrogativo viene lasciata al giudizio del lettore.

Anna Marini



copertina

L'ultima cattedrale
Stefano Restelli
Téxnes, 2018
Pagine 672, € 35,00
ISBN: 978-88-6393-502-8


Il poderoso volume non ha alcuna illustrazione, ne fa invece parte integrante una vasta iconografia riportata in un sito web dedicato.


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  1 marzo 2019