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Tania Marinoni


174, come il vagone che, moderno e spietato Caronte, lo ha traghettato dal campo di Fossoli verso la porta dell'Inferno nazista; 517 perché altri 516 esseri umani erano giunti quel giorno, 26 febbraio 1944, prima di lui nel luogo dell'orrore denominato Auschwitz. 174517 era il numero di matricola impresso sul braccio sinistro di Primo Levi che, comprensibilmente, lo scrittore non volle mai farsi cancellare. Un tatuaggio carico di grande valenza simbolica, che nei campi della morte divenne il primo strumento con cui togliere la dignità ai prigionieri.

Da pochi mesi “174517” è anche il titolo dell'opera redatta da Giovanna Carbone e Franco Portinari (in arte Portos), che sintetizza in pochi tratti la tematica sviluppata in novanta pagine, magistralmente composte nel genere letterario del graphic novel. La narrazione della drammatica vicenda del partigiano ebreo, testimone della Shoah, è uscita nelle librerie quest'anno, in occasione del giorno della Memoria; è un progetto nato spontaneamente dal desiderio degli autori di dedicarsi ad un tema così importante come l'Olocausto. Esattamente un anno prima, Giovanna Carbone, graphic designer, e Franco Portinari, illustratore, avevano riletto assieme l'opera di Primo Levi che narra la sua esperienza di internato, e il dettagliato resoconto del suo lungo ritorno verso casa. Da questi importanti momenti di condivisione e di riflessione ha avuto origine il loro geniale lavoro, letterario e artistico, come insegna la pratica del graphic novel. Senza alcun incarico, ma mossi dalla passione e dalla volontà di rendere fruibile ad un vasto pubblico le vicissitudini dell'ebreo partigiano, gli autori hanno redatto un documento adatto sia a chi non consce la vicenda vissuta da Primo Levi, e può apprenderne così i tratti fondamentali, ma anche a coloro che, pur conoscendola, sicuramente apprezzeranno l'originalità dell'opera.

Il testo, accolto con entusiasmo dalla casa editrice La Meridiana che ne ha curato la pubblicazione, deriva da un intenso lavoro di ricerca e di analisi della testimonianza lasciata da Primo Levi. Novanta pagine e 235 tavole di disegni, che ridanno luce ad un' ingente mole di informazioni e a parte di quanto si legge in Se questo è un uomo e La tregua. Consapevoli che la trasposizione in fumetto avrebbe potuto ridimensionare la testimonianza scritta di Levi, gli autori hanno inserito interi brani annotati in bibliografia. Cogliendo la potenza divulgativa del libro illustrato, hanno efficacemente selezionato i momenti significativi della vicenda di Primo Levi: la deportazione, il campo di concentramento, la liberazione e l'interminabile viaggio di ritorno. Gli autori hanno dato vita così ad una splendida opera a quattro mani che, come si evince dalle parole di Franco Portinari, ha permesso loro di farsi portavoce di un grande testimone dell'Olocausto vissuto in prima persona. “La vita di Primo Levi attraversa gli aspetti e i momenti più bui del secolo scorso, e disegnarla è stato emozionante, quasi una “discesa negli inferi”, per accompagnarlo nella sua epopea e nella sua opera di testimonianza”.

174517” è il titolo, e subito il lettore viene pervaso da un profondo, immenso silenzio. Il racconto esordisce in medias res: è il dicembre del 1945 e sono trascorse poche settimane dal suo ritorno a casa; “Primo Levi, seduto alla sua scrivania, comincia a riannodare i ricordi, i dolori e le emozioni delle vicissitudini passate”. Il compito che la sua coscienza gli affida è un dovere morale nei confronti dell'umanità intera. “Gli preme di far conoscere al mondo le incredibili atrocità dei lager nazisti, di raccontare a tutti ciò che non si dovrà mai dimenticare”. Così viene introdotto il lungo drammatico flash back, da quel 13 dicembre di due anni prima. Prendono voce le immagini, i volti, i paesaggi, le ambientazioni. In un istante si è catapultati ad ascoltare ancora una volta la preziosa testimonianza di Primo Levi, divenuta opera letteraria e figurativa.
Gli eventi si susseguono, ripercorrendo i capisaldi della vicenda; immortalano i principali momenti di questa terribile e moderna Odissea, vissuta dapprima nella negazione dell'essere umano e poi in numerose peripezie attraverso l'Europa centro-orientale, nell'interminabile ritorno verso casa del sopravvissuto.

Il libro di Giovanna Carbone e di Franco Portinari è un'opera molto importante, che prosegue la missione di chi dal lager ha fatto ritorno e proprio per questo ha ritenuto doverosa la testimonianza.
Parlare di Shoah alle nuove generazioni oggi non è per nulla semplice e spesso i canali che fino a ieri hanno saputo narrare agevolmente la più grande tragedia di tutti i tempi, possono apparire non più adeguati. 174517 Deportato: Primo Levi con una grafica accattivante offre a tutti una lettura veloce, che non riduce la drammaticità agli eventi narrati, ma anzi, li consegna alla Memoria con ancor maggior pathos.

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” (Primo Levi)

Tania Marinoni



DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Perché sia ben presente a tutti che la Shoah, cioè lo sterminio di sei milioni di ebrei e di quasi altrettanti fra oppositori politici, Rom e Sinti, prigionieri di guerra sovietici e minorati, non è una fiction ma una terrificante realtà, l’ultima strip è di foto autentiche.


copertina

174517
Deportato: Primo Levi

Giovanna Carbone, Franco Portinari
La Meridiana, 2019
Pagine 92, € 15,00
ISBN:8861536913


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  27 novembre 2018