Il Novecento ricostruito dai ragazzi
Un bel libro di storia contemporanea degli allievi del Liceo Chiabreradi Savona
di Mauro Reali
La storia siamo noi, come dice De Gregori? Forse sì, se la intendiamo come sintesi di una macrostoria (quella dei grandi eventi internazionali: guerre, paci, concili, carestie
) e delle microstorie dei singoli (ma anche delle loro famiglie, dei loro paesi, delle loro città
); con la consapevolezza che qualche volta sono i grandi eventi a condizionare la nostra vita, ma che qualche altra per fortuna siano anche i singoli (il Manzoni direbbe gli umili) a condizionare i grandi eventi. Comunque sia, il tema è ovviamente - troppo spinoso perché si possa affrontarlo in due parole. Se dunque almeno in parte la storia siamo noi, di certo la storiografia cioè lo scrivere di storia è operazione tradizionalmente delegata agli specialisti del settore, detentori di capacità critiche sufficienti a far parlare le cosiddette fonti. Ma è possibile che almeno una volta un gruppo di ragazzi in odore di Esame di Maturità rubi il mestiere agli storici professionisti e riscriva la storia del Novecento? La risposta è affermativa, dal momento che ho in mano il libro Da Hiroshima al nuovo ordine mondiale. Rilettura degli eventi, scritto dai giovani della V AC del Liceo Classico G. Chiabrera di Savona, con l'ausilio della prof. Anna Maria Flandi coordinatrice del progetto ma anche del prof. Riccardo Girello, docente comandato presso l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Savona, e del Presidente e Direttore Scientifico di questo ente, rispettivamente Lelio Speranza e Mario Lorenzo Paggi; nonché con la collaborativa supervisione del Dirigente Scolastico del Liceo, Teresa Ferrando. Due anni di scuola (2000-2001, 2001-2002), dunque, spesi e spesi bene, se guardiamo i risultati a ricostruire la storia del secolo breve attraverso la lettura e l'analisi di libri di storia, ovviamente, ma anche articoli di giornale, opere letterarie, raffigurazioni artistiche, atti parlamentari
; e anche intervistando gente locale che è stata o è protagonista di rilevanti eventi del nostro tempo, o raccogliendo preziose informazioni e riflessioni da conferenze di specialisti. Il libro è troppo lungo (300 pagine) perché se ne possa fare in questa sede una vera e propria recensione; segnalo solo, per gusto personale, le ottime pp. 107 ss. relative all'influenza della bomba atomica sull'arte, e le pp. 175 ss. relative alla Guerra del Golfo: leggendo in questi giorni difficili per la pace mondiale gli atti del dibattito parlamentare di quei giorni - altrettanto angosciosi - del 1991, è impossibile non fare interessanti confronti. Insomma, ciò che penso io è che gli studenti del Chiabrera abbiano fatto qualcosa di più che apprendere essi stessi la storia mentre la scrivevano, poiché hanno anche fornito all'ipotetico loro lettore un vero e proprio strumento di riflessione sul nostro tempo e su quello appena trascorso. Il loro, infatti, non è un libro con un'impostazione storica manualistica o saggistica in senso stretto (non si sostiene dunque una tesi, anche perché le teste sono tante
), ma è una sorta di catalogo ragionato del Novecento, con spunti utili a tutti, a prescindere dal diverso livello culturale. Il lavoro, che rientra in un più ampio Progetto Mappa della Memoria, non ha dunque fallito il suo scopo: riempire cioè di memoria le mente dei giovani (che ne hanno un gran bisogno), ma anche quella di chi tanto giovane non è più e che spesso (più per interesse e qualunquismo che per reale smemoratezza!) soffre di incredibili amnesie. Complimenti, dunque a studenti e professori savonesi, nella speranza che il loro esempio possa essere seguito da altre scuole e altre classi; la paura è che altrimenti i nostri futuri giovani intenderanno per memoriasolo quella del computer!
Mauro Reali
4 ottobre 2002