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Oggiono dal Settecento al Fascismo
di Mauro Reali


Annali oggionesi

Ci sono almeno due modi diversi di fare la cosiddetta “storia locale”. Il primo e – ahimè – forse più diffuso è quello di interpretarla come un'operazione campanilistica, di esaltazione del proprio passato, attraverso l'isolamento di fatti, situazioni, usi, costumi, tradizioni considerati come peculiari del luogo da studiare: ne consegue così la trasformazione dei nostri paesi o delle nostre città in «monadi» del tutto autonome e in molti casi assolutamente impermeabili agli eventi della «grande storia» (politica, economica, sociale…) del mondo che vi sta intorno. Il secondo prevede invece un vero e proprio rovesciamento dell'ottica storiografica, e porta ad esiti assi più interessanti, rigorosi, e – perché no? – utili sotto il profilo civile. Consiste infatti nel leggere le vicende di una località come una micro-storia da inserire costantemente nella macro-storia dell'Italia e del mondo; ed è questo ciò che – per fortuna del lettore – si trova nel recente, ottimo, volume V. Longoni, Annali Oggionesi (1789-1939), comune di Oggiono - assessorato alla Cultura, 2004. In questo libro – come scrive l'assessore Vincenzo Pupino nella prefazione – c'è infatti «materiale nuovo per la nostra storia collettiva». Materiale, aggiungo io, non solo ad uso e consumo intellettuale degli abitanti di Oggiono e del vicino Lecchese, ma – credo – di tutti quanti noi.
L'autore (non nuovo ad opere di storia locale) raccoglie infatti materiale documentario (leggi, decreti, petizioni, atti pubblici ecc. e numerosissimi articoli della stampa locale) che ci dà uno spaccato completo della vita oggionese (ma potrei dire italiana…) dalla Rivoluzione Francese, alla dominazione napoleonica in Italia, alla Restaurazione, al Risorgimento, all'Unità d'Italia alla Grande Guerra, e si arresta all'inizio del secondo conflitto mondiale. Si sarebbe potuto – in un'ottica semplificatoria – parlare solo dell'agricoltura locale, dell'attività artigianale di lavorazione della seta, della pesca nel lago (a proposito: scopro con rimpianto che pullulavano i lavarelli!)… Invece no, perché qui si parla anche di questo, ma sempre in un contesto di più ampio respiro, poiché Virginio Longoni seleziona con cura documenti che mettono in relazione la storia di Oggiono con i grandi eventi del tempo. Scopriamo dunque che gli entusiasmi giacobini e le successive delusioni toccarono anche gli abitanti del Lecchese; che la successiva dominazione austriaca conobbe sia il dramma del colera che forme di welfare ante litteram; che tra i Mille di Garibaldi vi furono numerosi brianzoli e che anche le terre “nostrane” (e non solo il Sud appena strappato ai Borbone) subirono il brigantaggio; che con l'avvento dell'industria anche qui si scioperò, e che gli Oggionesi – al pari di molti altri – morivano in guerra… Insomma, potrei andare avanti a lungo, ma mi limito a questi brevissimi cenni.
Buona è pure la riproduzione fotostatica di molti documenti o pagine di giornale (L'Adda, Il Corriere del Lario, Il Corriere di Lecco, Il Prealpino, Il Resegone, ecc…), e davvero belle alcune foto d'epoca, che impreziosiscono ulteriormente il libro. Un libro che consigliamo davvero a tutti, dal curioso allo storico militante, ma soprattutto che poniamo all'attenzione degli insegnanti. Perché, infatti, non corredare alle consuete lezioni sui grandi eventi del passato qualche esempio concreto relativo al territorio in cui si vive? Si tratterebbe di un modo un po' meno accademico e paludato di affrontare la storia, ma – soprattutto – di fare capire ai giovani che l'essere parte di una comunità non significa coltivare un vano e anacronistico senso di chiusura e autosufficienza; ma che la vera identità di un luogo si può trovare solo in quello (poco o tanto che sia…) che e i suoi abitanti hanno saputo offrire al “resto del mondo”. Mica poco, no?

Mauro Reali


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  27 maggio 2004