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La paura e il coraggio
La Resistenza a Paderno Dugnano di Silvia Campanella
Mauro Reali


La paura e il coraggio
È di questi giorni l'importante sessantesimo anniversario della nostra Repubblica Italiana e – tra qualche settimana – saremo tutti chiamati al referendum per esprimere la nostra opinione sulle (pessime, a mio avviso!) riforme costituzionali promosse nella passata legislatura. Non stona, dunque (anzi…) la recensione ad un ottimo libro sulla Resistenza che il Comune di Paderno Dugnano ha di recente edito (in collaborazione con L'A.N.P.I.) e che è stato scritto da Sivia Campanella: il suo titolo è La paura e il coraggio. La Resistenza a Paderno Dugnano.
Il libro – va detto – è un prodotto di “storia locale” nel senso più alto e specialistico del termine. Intendo dire che rifugge la mera “agiografia” dei singoli partigiani superstiti o meno, né si configura come una semplice “cassa di risonanza” delle Voci della Resistenza (che pure sono registrate da p. 141 in poi…), per accettare il terreno più difficile (ma assai più rigoroso…) della storiografia. Una storiografia fatta di raccolta di documenti d'archivio (molti riprodotti fotostaticamente: quanta burocratica durezza nelle denunce per diserzione o negli avvisi di morte!), di una loro attenta analisi alla luce degli studi più rigorosi e – solo in loro supporto – dell'utilizzo della vulgata popolare. Ma anche fatta di un metodo di indagine largamente condivisibile, in quanto l'evento “eroico” della Resistenza padernese è inquadrato in un contesto di più ampio respiro, sia cronologico che geografico.
Giudico infatti molto positivamente il tentativo di fare la storia del rapporto del territorio padernese con il Fascismo durante tutto il ventennio, riscontrando tra la gente del luogo – lavoratori agricoli, per lo più, o piccoli artigiani - quell'atteggiamento di disincanto anti-ideologico e di scarso asservimento alle lusinghe del Fascismo che hanno poi reso ancora più difficile sopportare i soprusi e le angherie del regime, fino alla disastrosa entrata in guerra. Mi è piaciuto molto (a p. 25, ma poi se parla anche alle pp. 154-155) il caso di Silvio Vergani che – disgustato dalla violenta educazione “pre-militare” fascista - cantava per reazione Bandiera Rossa durante i viaggi in bicicletta: reazione giovanile, la sua, priva di veri connotatati politici, ma forse prima scintilla della sua futura attività di partigiano.
Per quanto riguarda la prospettiva geografica, inoltre, molto opportuno mi è parso il Capitolo III del libro dal titolo Paderno Dugnano non è un'isola, dove la Campanella aggancia la Resistenza padernese a quella di Sesto S.G., Cinisello, Bresso, Varedo ecc… e di larga parte del territorio milanese. L'autrice, in questo modo, evita da un lato i rischi di un certo fastidioso campanilismo (sempre possibile per chi fa la storia della “propria” città), e d'altro lato amplia la prospettiva storico-sociale della sua indagine, soprattutto con alcuni acuti accenni al movimento operaio sestese.
Ne emerge dunque la storia di giovani (e meno giovani), orgogliosi e determinati, divisi – come dice il titolo del libro – tra “la paura e il coraggio”; non “eroi” in un senso astratto e generico del termine, ma donne e uomini che comprendevano il valore della libertà e sapevano quanta fosse difficile riconquistarla. E che avevano capito che l'unico modo per vincere era proprio quello di “mettere in comune” le loro paure e il loro coraggio, fino a che il 25 aprile 1945 anche nel Municipio di Paderno si insediò il CLN.
Penso che tutti, e i giovani in primis, dovrebbero leggere questo volume, scritto – tra l'altro – con una forma limpida e scorrevole. Sarà forse perché anche l'autrice è giovane, ma non sembra proprio – leggendolo – di “rovistare” nel passato; o forse questo avviene perché sessant'anni di storia sono davvero pochi perché realmente di “passato” si tratti!

Mauro Reali


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  2 giugno 2006