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Giovanna Marini in concerto
“A gratis” al Villoresi
di Primo Casalini


 
 
Giovanna Marini in concerto
Ieri sera, al teatro Villoresi a Monza, c'era Giovanna Marini. A gratis per giunta, che per i brianzoli è una attrattiva irresistibile. A suo tempo, si sono viste bisnonne a concerti di heavy metal, bimbette a proiezioni slovacche. Tutte sofferenti e felici: a gratis!. I maschioni ed i maschietti invece si sollazzavano con le mostre di pizzi e merletti ed il concorso per il più bel San Valentino.
Ma ieri sera è stata un'altra cosa: il consueto gruppone, malgrado il lungo week end, ha riempito il teatro che di per sé non è grande, ma neppur piccino. Lo chiamo gruppone perché tracciarne una identità l'è dura: dai destri-per-bene, ai rivoluzionari a riposo, dai fedeli di Papa Giovanni agli amanti di Suor Viginia de Leyva (meglio nota come la Monaca di Monza). Tutti uniti però dietro un motto: “Monza non è una dependance di Arcore!”. Per chi non lo sapesse, adesso anche Arcore non è più una dependance...
Di Giovanna Marini non sapevo nulla, praticamente. Colpa mia. Dopo una giovinezza promettente, a base di “Ci ragiono e ci canto”, Jannacci, Fo, Carpi, Svampa e gli altri Gufi, mi son fatto catturare: cinquanta concerti l'anno di musica classica. Per anni ed anni. Non precisamente una dose moderata, da cui mi sto riprendendo sotto attento controllo medico. Mi sento come Robinson Crusoe di ritorno dall'isola.
A me, Giovanna Marini, e con lei Patrizia Nasini, Francesca Breschi e Patrizia Bovi (quel che è giusto è giusto, una più brava dell'altra), mi hanno fatto ricordare il recitar cantando di certi madrigali di Monteverdi con il Pierrot Lunaire di Schoenberg che ogni tanto fa capolino. Una dolcezza crudele senza nessuna caduta nella sfiga lacrimogena del come eravamo, cosa che temevo perché abbocco regolarmente...e mi metto a lacrimare.
La tengo breve: alla fine, Giovanna ci ha ringraziato tutti dicendo che per tutta la serata “aveva ascoltato che tutti ascoltavamo”. Vero: è stato proprio così, succedeva anche ai famigerati cinquanta concerti l'anno: l'artista si accorge se le cose vanno così, e succede di rado.
Poi, ha portato una valigia al centro della scena, ha tirato fuori i compact che il gruppo ha inciso in proprio ed il pubblico, quorum ego, ha fatto la fila per comprarli. Altro che gratis! Bellissimo vedere i monzesi mettersi in fila per spendere dei soldi, contenti di spenderli.

Primo Casalini


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  28 aprile 2003