prima pagina lente pagina precedente



RIFLESSIONI
Competenze
Umberto Puccio


"L'Italia è bloccata da un meccanismo di ridotte competenze": così l' OCSE, riferendosi ai laureati italiani e notando che il nostro Paese ha un 10% in meno sulla percentuale media dei laureati OCSE nella fascia di età statisticamente rilevante.

Non voglio polemizzare con il giudizio ottimistico dato da Gentiloni e Renzi di questa (e di altre) valutazione, ma mi chiedo se si è riflettuto a fondo su quel che significa il giudizio di una situazione BLOCCATA e l'attribuzione della causa a un meccanismo di RIDOTTE COMPETENZE.
1) I laureati non vengono assunti in base alla loro specifica preparazione (laurea);
2) Chi è assunto svolge mansioni per cui ha "ridotte competenze" e non è motivato.

Mi sembrano due considerazioni di estrema gravità, che non possono essere snobbate e che rimandano a quel "pactum sceleris" tra la Pubblica Amministrazione (ma non solo!) e i suoi dipendenti che ha caratterizzato la gestione democristiana dal dopoguerra ad oggi (compresa la fase più recente della gestione clientelare lottizzata fra i vari partiti anche "di opposizione"):
io ti pago poco, ma ti faccio lavorare poco, non controllo i risultati del tuo lavoro e chiudo entrambi gli occhi sui tuoi piccoli privilegi e sul fatto che tu dedichi il tuo tempo e le tue energie ad altre occupazioni; basta che tu mi ripaghi col tuo voto.

Questo "meccanismo", in modi un po' diversi, ma sostanzialmente identici (clientelismo e nepotismo), vige anche nel settore privato. Insomma, a parte la falsa retorica della "meritocrazia" vige in Italia la "mediocricrazia": fa carriera chi non fa nulla e "non disturba il manovratore". Chi prende sul serio il suo lavoro, viene ritenuto un rompiballe e in qualche modo "messo da parte".

Umberto Puccio


Condividi su Facebook

Segnala su Twitter

EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  6 ottobre 2017