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RIFLESSIONI
Identità e diversità 2
Umberto Puccio


Prima di passare all'analisi del livello più strettamente politico del rapporto tra queste due categorie, vorrei evidenziare che esistono altri piani di questo rapporto. Per esempio, l' identità sportiva del tifo calcistico. Anche qui il pericolo è che, come succede, questa identità diventi esclusiva e totalizzante, confondendosi con l'identità politica e diventandone un surrogato esplosivo e aggressivo. Se invece essa viene relativizzata e vissuta come UNA delle molteplici di cui siamo costituiti, diventa elemento arricchente e aggregante. Lo stesso si può dire della identità religiosa. L' importante è non cadere nell'integralismo identitario e nell'assorbimento in UNA identità di tutte le altre. Le peggiori tragedie della storia umana sono state innescate da questa caduta. E' superfluo ricordare le guerre di religione nell' Europa del '500, la dissoluzione della Jugoslavia, gli attuali conflitti etnico-religiosi, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale...und so weiter!
Anche l'identità economico-finanziaria, se diventa totalizzante, se cioè la complessità e ricchezza della persona umana si immiserisce nell' "homo oeconomicus", è fonte e alimento della "disumanità" della società contemporanea.

Vengo infine all' aspetto politico. Si parla di "crisi delle identità politiche" e la causa viene individuata nella cosiddetta "fine delle ideologie": analisi fasulla e "interessata", come se le "ideologie" fossero il collante necessario (e avvelenante!) dell' identità politica. Naturalmente viene data dell' "ideologia" una accezione negativa, come fonte di ogni male, in particolar modo nella versione totalitaria del "comunismo sovietico" o del "nazismo tedesco". Con la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell' Unione Sovietica, è stata diffusa ed imposta ad arte la favola della "fine delle ideologie" e della "fine della Storia". Non ci si è resi conto (o non si voluto!) che, morta UNA ideologia politica, riacquistavano forza due ideologie altrettanto, se non più, pericolose: quella dei contrapposti integralismi religiosi; e quella dell'integralismo economico-finanziario del liberismo "globale".

In termini strettamente politici, ciò si è tradotto nel "nuovo Verbo": il PRAGMATISMO, vale a dire la riduzione della politica a gestione del potere e dell' esistente, ad amministrazione secondo il prevalere degli interessi e dei gruppi più forti!
Eppure la cosiddetta crisi della sinistra risale al fallimento (indotto) del tentativo berlingueriano di ancorare l'identità del comunismo italiano alla sua "diversità", intesa positivamente come diversità di comportamento (la "questione morale"!). Invece all'interno dello stesso PCI la dinamica identità-diversità è stata interpretata e ridotta all' alchimia dell' eurocomunismo italiano, dell' "unità nella diversità" del blocco sovietico. E il "compromesso storico" è diventato collusione e lottizzazione, cioè appiattimento sulle regole e sui comportamenti della politica italiana.

E lì è cominciato il lento e penoso suicidio del PCI e di tutta la Sinistra italiana. 

Umberto Puccio


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  18 ottobre 2017