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Leonardo da Vinci
Tania Marinoni


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Sabato 28 settembre il Collegio Architetti e Ingegneri di Monza si è recato all'Eco Museo di Leonardo, un territorio ricco della testimonianza del genio toscano, grazie alla permanenza del Maestro, protrattasi per un ventennio, presso la corte di Ludovico il Moro. Situato tra le province di Lecco, Bergamo e Milano, l'Eco Museo conduce il visitatore lungo il corso dell'Adda ad ammirare scorci suggestivi offerti dalla vegetazione e dalla presenza dei navigli di Paderno e della Martesana.

La figura di Leonardo da Vinci per molti aspetti è affidata oggi alla narrazione del mito e poco conosciuti risultano diversi aspetti caratteriali, sociali e intellettuali. Per colmare questa importante lacuna, Sergio Boidi, architetto e docente del Politecnico di Milano, ha introdotto la visita guidata all'Eco Museo, presentando la figura di Leonardo attraverso tratti poco noti della personalità e dell'attività del genio fiorentino.

Leonardo Da Vinci era un personaggio eclettico e, a differenza dei suoi contemporanei, approfondiva settori di nicchia, come l'analisi del corpo umano attraverso l'autopsia, una pratica allora ritenuta afferente alla stregoneria. Nell'era pre-positivistica il sapere non conosceva ancora la settorializzazione che in futuro creerà le specializzazioni e Leonardo ben incarnava la figura dell'intellettuale dell'epoca. Oggi universalmente conosciuto per i suoi studi sul volo e per la sua attività artistica, Leonardo si dedicò anche all'architettura, benché non abbia mai realizzato uno dei suoi numerosi progetto. Veniva interpellato come consulente presso i grandi cantieri, come la fabbrica del Duomo di Milano, frequentatissimo dai costruttori di cattedrali d'Oltralpe. Produsse riguardo alla tematica un'ingente mole di documentazione, tuttavia di difficile interpretazione. Leonardo, infatti, era solito riciclare fogli già utilizzati precedentemente, annotando preziose osservazioni sui margini di pagine rimasti intonsi. Proprio analizzando queste ed altre sue testimonianze, gli studiosi dedussero che Leonardo disegnava con entrambe le mani: un'abilità unica e sorprendente.

Da architetto si dedicò per primo all'edilizia popolare e studiò a lungo la composizione delle residenze mono e plurifamiliari. In campo urbanistico sviluppò una struttura di Milano a cerchi concentrici e, accettando l'articolazione piramidale della società, assegnò idealmente alle classi meno abbienti l'anello più esterno, anticipando di molto il futuro concetto di periferia.

Visse per vent'anni a Milano, accogliendo le grandi opportunità che la città gli offriva. Compì in quel periodo una lunga serie di viaggi, nonostante avesse più di sessant'anni, all'epoca ritenuta un'età senile. Qui era conosciuto come musicista: suonava la lira e scriveva versi che intonava alla corte di Ludovico il Moro. Tuttavia, gli veniva rimproverata una scarsa conoscenza umanistica. Egli stesso si definiva “Omo sanza lettere”, alludendo alla mancata conoscenza delle lingue antiche, che gli procurava difficoltà proprio alla corte di Ludovico il Moro, dove si conversava soprattutto in latino.

Gli studi di Leonardo erano volti anche alla fisiologia del corpo umano e in particolare alla formazione della vita: il più grande mistero veniva indagato e rappresentato magistralmente fin dal concepimento. Tuttavia, queste preziose analisi non sono state mai divulgate, probabilmente in ottemperanza ai dettami morali della società.

Leonardo, benché sia da sempre ritenuto una mente assoluta, quasi al di là del suo tempo, visse all'interno della società, che seppe criticare aspramente, arrivando a provare astio per l'umanità intera, probabilmente in seguito a ingiustizie subite. Ma il genio fiorentino era solito studiare anche la dolcezza e l'enigma espressivo, che applicò in pittura come nel celeberrimo dipinto Monna Lisa.
Lo sfondo sia di questo quadro che delle Vergine delle rocce sembra siano state ispirate dalle rapide dell'Adda.


Giorgio Vasari lo descrive come un uomo affabile e dai modi aggraziati, elegante e di notevole bellezza. Conferme in merito ci arrivano anche dai contemporanei. Raffaello lo raffigurò nei panni di Platone nella celebre “Scuola di Atene” delle Stanze Vaticane. Donato Bramante dette le sue sembianze ad Eraclito nel dipinto parietale di casa Panigarola. Grande è il fascino che ancora oggi esercita la sua figura, anche per il mistero che avvolge alcuni aspetti della sua personalità e della sua vita, come la profanazione e la scomparsa delle sue spoglie. Leonardo, a cinquecento anni dalla morte, rimane il più grande genio della Storia, che conserva ancora aspetti enigmatici non del tutto risolti.

Tania Marinoni


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  30 settembre 2019