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RIFLESSIONI
Il cadavere di utopia
Umberto Puccio


Oggi è l'anniversario del "crollo" del Muro di Berlino.
Sono passati 30 anni, ma non sono stati sufficienti per arrivare ad una considerazione più meditata dell'evento, depurandolo dalla glorificazione retorica e dalla mistificazione ideologica della cosiddetta "fine della Storia" e della "fine delle ideologie, della "vittoria della democrazia", dell'inizio di una nuova era, delle "magnifiche sorti e progressive" del liberalismo.

All' epoca solo qualcuno "di mille voci al sonito mista la sua non ha": Fabrizio De André, nella sua canzone "La domenica delle salme" (debitamente ostracizzata!) andava "in direzione ostinata e contraria" agli universali peana e parlava di "silenzio terrificante", di morte dell'utopia, di trionfo del conformismo consumistico, di castrazione di qualsiasi dissenso ideologico-politico nei confronti del pensiero unico liberistico. De André aveva colto il significato profondo della caduta del Muro di Berlino: non solo l'unificazione della Germania, ma anche e soprattutto l'unificazione del Pianeta in un solo libero mercato. Se prima c'erano due realtà che si controllavano e limitavano a vicenda, la scomparsa di uno (per propri demeriti ed errori, non per meriti dell'altro) ha "liberato" l'individualismo egoistico del profitto a tutti i livelli a partire dal livello economico-sociale.

Come rilevava Norberto Bobbio, il crollo dell' Unione Sovietica se testimoniava il fallimento di una forma di comunismo, lasciava però aperto il problema della direzione dello sviluppo capitalistico in un mercato globalizzato.
Invece di ripetere la solita retorica del trionfo della libertà, del libero pensiero, della libertà di movimento degli "Ossi" e del loro accesso al paradiso della Germania unificata, bisognerebbe chiedersi come mai la caduta di UN Muro non ha chiuso ma aperto l'Era dei Muri, della negazione della libertà di movimento, della costruzione di "campi di detenzione", del risorgente nazionalismo, di una miscela esplosiva di integralismo religioso, razzismo, antisemitismo e nazismo.

Bisognerebbe chiedersi come mai i movimenti neo-nazi prosperano nella ex-DDR in maniera particolare, ma anche nelle avanzate "democrazie" del Nordeuropa. Bisognerebbe chiedersi come mai in tutto il mondo scoppiano movimenti di protesta che hanno un unico comun denominatore: il malessere socio-economico giunto al livello di guardia del "non ce la facciamo più"! La diseguaglianza economica è ormai non più tollerabile e "calmierabile" col miraggio di una società affluente.

Se questo è, anche solo in parte, l'effetto della caduta del Muro di Berlino, c'è ben poco da "commemorare"!

Umberto Puccio

RIFLESSIONI
GLI ARTICOLI PUBBLICATI
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  4 – La scuola
  5 – Catalogna e affini
  6 – Competenze
  7 – Identità e diversità
  8 – Identità e diversità 2
  9 – Igiene lessicale
10 – Democrazia
11 – Anniversari
12 – Tifosi d'Italia, l'Italia s'è desta
13 – Popolo!
14 – Né patria, né matria, “FRATR ÍA”
15 – L'ipocrita polemica sulle “fake news”
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17 – Neologismi
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19 – Smartphonite
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21 – La crisi istituzionale che viene da lontano
22 – Dissesto idrogeologico e Legge urbanistica
23 – Le parole della politica: autonomia
24 – Europa ed europeismo
25 – La Svolta
26 – Le parole della politica: "statalismo"
27 – Le parole della politica: "sviluppo", "sostenibilità", "sostenibile"
28 – Utopia


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  9 novembre 2019