"Astensionismo"

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Astensionismo
Umberto Puccio
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Alcune osservazioni sulle recenti votazioni. Tralascio i giudizi su chi ha vinto, chi ha perso, etc.: giudizi che lasciano il tempo che trovano e che rispondono in gran parte a logiche elettoralistiche e propagandistiche. Mi preme fare alcune osservazioni sull' aumento dell'astensionismo, depurato da alcuni fatti oggettivi: differenza tra elezioni amministrative e politiche nazionali; impedimenti ed ostacoli all'esercizio effettivo del voto o che non lo favoriscono (farraginosità e burocraticità del meccanismo delle votazioni; mancanza del voto postale). Non è quantificabile quanto pesino questi fatti oggettivi, che si riassumono in una caratteristica unica: in Italia l'esercizio di tutti i diritti (non solo di quello politico attivo) è estremamente difficile e complicato, soprattutto per le categorie più deboli anagraficamente, economicamente e culturalmente. Il fatto è che la democrazia rappresentativa appare come non funzionante, se non addirittura "inutile". E non si tratta solo di debolezza dell'offerta politica dei partiti e dei loro candidati. Si tratta, a mio avviso, della consapevolezza che in Italia in particolare, ma anche nel resto del mondo in misura più o meno evidente, la democrazia parlamentare è stata "scavalcata": il Governo Mattarella-Draghi ne è la prova evidente. Al vertice, si decide tutto!

Luisa Moneti
Si, è vero, tutti zitti e direi sollevati. Mi viene in mente il tanto volte citato inquisitore dei fratelli Karamazov. Penso però anche all'offerta politica, mi sembra debole, ha paura di affrontare i problemi, forse perché non sa trovare le soluzioni.

Umberto Puccio
Certo, come dicevo, la debolezza dell' offerta politica è uno dei fattori del "disamore" verso la politica. Ma gioca anche la mancanza di coraggio degli uomini politici, che non si assumono la responsabilità di tentare di rispondere alle domande della società e di risolvere i suoi problemi e si limitano ad una gestione il più possibile "tranquilla" del potere e del consenso elettorale. Perciò sono tutti, implicitamente, "populisti". A loro discapito, c'è da considerare la gravità e molteplicità dei problemi del mondo contemporaneo, lasciati incancrenire dai loro predecessori. Inoltre, oggi il potere effettivo della politica di incidere sulla realtà si è ridotto di molto a fronte dello strapotere dell'economia e della finanza. Insomma, si dovrebbe parlare non più di progresso, bensì di "progresso nel regresso".

Vincenzo Napolitano
Umberto Puccio oro colato! Dici cose giuste, giustissime! Io ho paura! La paura che vada a governare Salvini condizionerà il mio voto.


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  5 ottobre 2021